La Commissione Europea è tornata a occuparsi di diritto e l’ha fatto in un bel documento in cui ha affrontato il tema delle libertà civili all’interno dell’Unione. E tra gli strumenti ineludibili a presidio delle libertà individuali, l’informazione. E, purtroppo, l’Italia non ne è uscita benissimo. Troppi condizionamenti nell’audiovisivo, uno scarso livello di autonomia politica nell’editoria. Torna, a bomba, il tema della libertà d’informazione, attraverso l’indipendenza dei mezzi, il tema dell’editore puro, di chi edita il giornale per editare il giornale; e che fa i conti con il suo conto economico, e non quelli, molto più importanti, di altre imprese da tutelare con i contenuti.
La fotografia della Commissione Europea è stata fatta sul presente e, tutto sommato, l’editoria ne è uscita benino perché, nonostante tutto, ci sono ancora diverse imprese autonome che, comunque, garantiscono il pluralismo. Ancora è un avverbio di tempo, ma il tempo sono tre mesi, quelli che mancano per l’entrata in vigore dell’azzeramento dei contributi fortemente voluto dal precedente sottosegretario all’editoria, On. Vito Crimi, attuale leader minimo del movimento cinque stelle.
Non è perché ce lo dice l’Europa, ma perché è un fatto di buon senso, l’industria editoriale è in crisi nel mondo, e in Italia lo è sempre stata. In nessun Paese del mondo si è mai realizzata una concentrazione della gestione della pubblicità come in Italia, con pochi che decidono su chi investire e perché, con gli stessi pochi che hanno anche i mezzi su cui investire. Il collasso del sistema distributivo, dovuto sempre a quegli errori di quei pochi, tanto poi si risana, gli errori li pagano i piccoli giornali e gli edicolanti.
Il sottosegretario Martella ha dimostrato di avere a cuore il pluralismo e ha fatto quanto poteva fare per evitare che già oggi la Relazione della Commissione Europea ci ponesse al livello dell’Ungheria. E non è una sua responsabilità se governa con il movimento cinque stelle, che cambia idea su tutto, tranne che sui piccoli giornali. Quelli per buona parte del grillismo lato Casaleggio sono il vero vulnus della democrazia. Ma si tratta di libertà civili e il Parlamento anche sulla base delle indicazioni della Commissione europea potrebbe trovare un momento di riscatto e battere un colpo.
Enzo Ghionni