Non c’è pace per questo stramaledetto virus. Continua imperterrito la sua corsa e il Paese vive giorni di ansia. Anche ieri i nuovi casi sono aumentati. I nuovi casi di coronavirus ieri sono stati 2.548, un numero che ricorda il terribile mese di aprile. Ma il ministro della salute, Roberto Speranza è fiducioso. Anche se dice che “passeremo mesi difficili da superare con il coltello fra i denti”. Diamo credito alle sue parole. Però come spiegare allora il prolungamento dello stato di emergenza fino al 31 gennaio del 2021? E l’obbligo delle mascherine contro il coronavirus nel Lazio per tutto il giorno? E ancora le 900 scuole che hanno registrato contagi? E un parziale stop del campionato di calcio che rinvia la partita fra il Genoa e il Torino?

È giusto spendere parole di ottimismo. Il Governo non potrebbe fare altrimenti. O magari decidere un nuovo lockdown. Però milioni di italiani leggono le cifre delle ultime settimane e si interrogano. Usiamo tutte le regole suggerite dagli scienziati? Siamo ligi al distanziamento? Portiamo sempre la mascherina e ci laviamo spesso le mani? Insomma, non si può agire con leggerezza e bisogna seguire alla lettera le indicazioni del gruppo di esperti. Così, non dobbiamo sottrarci all’obbligo della vaccinazione antinfluenzale. Anche se in questo campo si apre una giusta polemica. Si va in farmacia per acquistare il farmaco. Ma la risposta perentoria è “che non ce n’è”.

Possibile che in tanti mesi che abbiamo avuto dinanzi non si è pensato di fare scorta di questo medicinale per non trovarsi scoperti all’inizio dell’inverno? Si risponde con mezze parole, con frasi generiche da cui si evince lo stato di imbarazzo di chi si è fatto prendere in contropiede. Anche per gli ultrasessantenni che hanno il dovere di vaccinarsi si affaccia qualche problema. Perché i medici di base non hanno scorte in quantità e sono costretti a rimandare l’appuntamento quando la regione di competenza avrà fornito le farmacie di tutto il necessario. Insomma, tanto per venire incontro ai suggerimenti delle forze politiche e degli scienziati non ci stracciamo le vesti. Ma non molliamo la presa e comportiamoci in modo che tutti insieme si possa combattere e magari vincere la battaglia contro il Covid19.

La realtà è che anche nei Palazzi romani non si respira un’aria di grande tranquillità. Gli accordi saltano, le divisioni sono all’ordine del giorno soprattutto nella maggioranza. Tra il Pd e i 5Stelle c’è ancora l’ostacolo del MES, il salva-stati che potrebbe portare all’Italia 36 miliardi indispensabili per modernizzare le nostre strutture sanitarie. I Dem lo invocano e premono perché il danaro arrivi subito. I Grillini temporeggiano e ribattono che in Europa nessuno ha preso quei danari. “Ci sarà una ragione”, dicono. Così non si avanti. Come si sta fermi con la riforma elettorale che Zingaretti vorrebbe varare prima della fine di ottobre. Forse è un sogno, perché per quel problema ci sono molti a essere contrari. In primis i partiti piccoli che con lo sbarramento al 5 per cento avrebbero pochissime probabilità di rientrare in Parlamento. Ad esempio, Italia Viva di Matteo Renzi che minaccia una crisi se il leader del Pd non rinuncerà a questo suo desiderio.

Come superare l’impasse? Non è facile fare ipotesi. E qualcuno, anzi una buona fetta dei Parlamentari, non ha mollato l’idea di un Conte ter con un eventuale rimpasto. Per favorire chi e per far fuori quali ministri o sottosegretari? Bella domanda, ma sarà indispensabile attendere ancora qualche settimana per una schiarita della situazione..

BRUNO TUCCI