Nel gergo comune si suole dire "chi tampona ha sempre torto" e questa era una delle prime cose che ci hanno insegnato durante le lezioni di scuola guida perché secondo il codice della strada è necessario mantenere una distanza di sicurezza rispetto al veicolo che precede. E quello dei tamponi e della distanza di sicurezza tra le persone è diventata la nuova litanìa dell’avvocato ancora oggi uno degli uomini più eleganti d’Italia, anche se ha dovuto forse dire addio alla pochette a quattro punte che mal si addiceva a chi ormai quotidianamente, tra un rimbrotto e una omelia, deve parlare al popolo che ha ben altro cui pensare tra cassa integrazione, disoccupazione e crescente disagio sociale. Se non mantieni la distanza di sicurezza e te ne vai camminando sul marciapiede cercando di evitare quei tremendi monopattini partoriti dalla ennesima genialata di qualche mago governativo ricco di fantasia, ebbene se non mantieni la distanza di sicurezza, rischi comunque di impattare pesantemente in qualche tutore in divisa che, ligio al dovere del Dpcm più recente, ti erogherà una sanzione di diverse centinaia di euro che magari non hai o che forse hai ancora sul conto ma con quei soldi devi fronteggiare bollette e spesa quotidiana. Eh signorsì signore, e grazie avvocato: mascherina ovunque per noi cittadini italiani che non siamo usi a navigar per mari con l’ausilio degli emuli della speronatrice di motovedette della Guardia di Finanza e, proprio per questo, non godiamo della immunità garantita a chi, oltre a non usare mascherine, magari da fuoco a qualche centro di identificazione oppure aggredisce poliziotti per allenarsi poi a rapinare o a stuprare secondo quanto racconta una cronaca alla quale purtroppo ci stiamo abituando con rassegnazione. Nel gergo comune si dice anche che se arriva la Guardia di Finanza qualcosa finisce per trovarla. Ed è chiaro che se aumenti il numero dei tamponi finirai per trovare un numero sempre maggiore di positivi. Ma i positivi sono infetti? Sono tutti contagiosi? Si ammaleranno tutti? Sarà una strage. O forse è una strategia quella di mandare messaggi mediatici sempre più cupi, pessimisti, che ci inducono ad avere ogni giorno più paura rispetto al giorno precedente? La pochette a quattro punte è stata distanziata dalla telecamera televisiva ma la tendenza modaiola è sempre lì: tolta la pochette, magari dietro suggerimento del grande comunicatore, lasciategli almeno la mascherina vezzosa che tanto contraddistingue rispetto al popolo che è costretto a mettersi in faccia qualcosa sperando che abbia un effetto barriera protettiva. Ma troppo spesso così non è, e a dimostrarlo sono gli importanti sequestri di mascherine taroccate eseguiti dai Nuclei antisofisticazione e sanità dei carabinieri (Nas). Grazie ragazzi, almeno di voi ci possiamo fidare.
VANESSA SEFFER