Riaperti ufficialmente al pubblico, questa mattina, i battenti del celebre sito archeologico "Machu Picchu", nella regione di Cusco, in Perù, dopo otto mesi di chiusura dovuti alla pandemia da Covid-19. Una chiusura che ha provocato, purtroppo, il fallimento di molti hotel e ristoranti.
FALLITI NUMEROSI HOTEL
Nell'area della famosa cittadella dichiarata patrimonio dell'umanità dall'Unesco nel 1983, in particolare a Ollantaytambo, città con un'imponente fortezza di pietra ubicata alla fine della strada da Cusco a Machu Picchu, prima della pandemia, c'erano 80 alberghi. Molti di questi sono, come detto, falliti.
I PRIMI TURISTI VARCANO I CANCELLI
I primi visitatori della famosa cittadella dichiarata patrimonio dell'umanità dall'Unesco nel 1983, sono stati due turisti cileni ed un peruviano. La riapertura dei cancelli era stata inizialmente prevista per lo scorso 1 luglio tuttavia è stata rimandata a causa dell'alto livello di contagi fatto registrare nel paese latino americano.
NUMERO DI VISITATORI LIMITATO
Al sito, almeno in questa fase, potrà comunque accedere un numero di visitatori limitato, pari al 30 per cento di quelli che entravano prima della pandemia, per un massimo di 675 visitatori al giorno.
LA CERIMONIA DI RIAPERTURA
Alla cerimonia di riapertura hanno partecipato i ministri del Turismo, Rocio Barrios, della Cultura, Alejandro Neyra, e dell'Ambiente, Kirla Echegaray. "Per noi è un giorno molto speciale. Dopo otto mesi molto duri, diciamo al mondo che siamo tornati e lo diciamo dall'icona più importante del Paese", ha commentato Barrios.