Giallo, tutte le Regioni in giallo sulla carta Covid per Natale, questo l’obiettivo, questa la musica. Ma che vuol dire in concreto Natale in Giallo?
NEGOZI E REGALI - L’idea, l’obiettivo, l’ansia di governo, per non dire della fregola incontinente delle Regioni, è di avere negozi aperti. Aperti per più tempo, aperti fino a sera. Per non affollarli a seguito di un orario ridotto, dicono. Per reggere la pressione delle categorie del commercio. Meglio. Soprattutto pet tenere un po’ in salute, per dare un ricostituente natalizio al Pil declinante. Solo i negozi, solo regalo libero?
VIAGGI E VACANZE - No, dalle Regioni con montagne annesse (qualcuno lassù, se c’è, le perdoni, anche se è difficile: sanno quello che fanno) viene la richiesta di piste e impianti di sci aperti. Con la solita ipocrisia del garantire 50 per cento di riempimento delle strutture. Ipocrisia: lo si giura, garantisce. Poi lo si dimentica e ci si giustifica dicendo che era materialmente impossibile. Questa estate hanno fatto così gli stabilimenti balneari, la montagna reclama par condicio.
RISTORANTI E BAR - Sono figli del Giallo Natale anche loro. Anche per bar e ristoranti si parla di restare aperti magari fino a sera. Notte proprio no, ma un…”allunghino” di orario sì. Basta che giurino, giurin giurello, di non far entrare troppa gente…Ricordate quando prima dell’estate la ristorazione tutta si ribellò ai due metri di distanza, ottenne a furor di categoria il metro di distanza e poi…se lo dimenticò per tutta l’estate? Ecco, per Natale si lavora ad una sostanziale ripetizione del medesimo percorso. Esempio tra i più: i centri commerciali riaperti nel fine settimana ma con ingressi “rigorosamente contingentati”. Definire così è confessione neanche tanto implicita che spesso e volentieri gli ingressi sono contingentati non rigorosamente, più chiaro di così…
CENE E FESTE - Qui ci pensano gli italiani da solo, o meglio buona parte di loro. Ovviamente nessuno può imporre cosa fare dei pranzi natalizi e della notte dell’ultimo dell’anno. Basta però mettere l’orecchio a terra per sentire il netto rumore delle meningi e del passaparola sul come e perché il cenone lo si fa più o meno lo stesso più o meno gli stessi tutti insieme. E, anche se nessuno ne parla ancora, Capodanno sarà peggio, molto peggio di Natale. O meglio, molto meglio se visto dal punto di osservazione e convenienza del virus: quanto italiani rivendicheranno il diritto naturale alla festa e lo eserciteranno? Non pochi.
CTS DICE, MA COSA DICE A FARE? - Cts dice l’ovvio, l’incontestabile ovvio. Dice che Giallo Natale se non ci saranno controlli, veri controlli, e sanzioni, vere sanzioni, sarà lo scivolo veloce volontariamente imboccato verso la terza ondata epidemica. Terza ondata subito, a gennaio. Infatti agosto e settembre e poi seconda ondata a ottobre novembre. Controlli reali senza generale auto controllo da parte della popolazione è predica tanto giusta quanto vana.
IERI A ROMA, ZONA GIALLA - Eccola quanto vana: ieri a Roma, Zona Gialla, un po’ di sole e nelle ville comunali migliaia e migliaia a respirarsi addosso, con o senza mascherina. Ovunque, ovvero l’incapacità diffusa di restare distanziati. Se il buon giorno del Giallo Natale è nella penultima domenica di novembre, allora è chiaro: si va verso il bis dell’estate. D’altra parte quelli che a inizio estate dichiararono il virus clinicamente scomparso, cioè sparito dagli ospedali dove mai più sarebbe tornato, diecimila morti in più dopo sono ancora lì ad essere intervistati e consultati.
di Alessandro Camilli