Vuole patteggiare Luca Sostegni, considerato il presunto prestanome di Michele Scillieri nella vicenda della Lombardia Film Commission e dei presunti fondi girati illecitamente alla Lega. Ha chiesto di patteggiare 4 anni e 10 mesi di carcere e una multa di 1000 euro. Sostegni era stato portato in carcere a luglio e da due settimane a luglio scorso e da un paio di settimane era ai domiciliari. Ha collaborato alle indagini. L'istanza di patteggiamento, concordata con i pm ancora in fase di indagine, è stata depositata stamane dal difensore di Sostegni, Giuseppe Alessandro Pennisi, e prevede il versamento, a titolo di risarcimento, di circa 20mila euro. Se l'istanza dovesse essere accettata, potrebbe diventare teste chiave nel processo che potrebbe partire a carico degli altri indagati.
Manzoni e Di Rubba non rispondono ai pm dopo le parole di Scillieri - La novità è rilevante, ma è l'unica della giornata. Non hanno risposto ai pm i commercialisti della Lega. All'indomani della diffusione delle dichiarazioni di Michele Scillieri, anche lui commercialista e consulente della Lombardia Film commission, gli altri indagati nell'inchiesta sui fondi hanno scelto la strada del silenzio la strada del silenzio. Si è avvalso della facoltà di non rispondere, Alberto Di Rubba, uno dei principali indagati nell'inchiesta milanese. L'amministratore del Carroccio al Senato stamattina non ha risposto alle domande del pm Eugenio Fusco che lo aveva convocato alle 9. I chiarimenti chiesti dagli inquirenti riguardano la presunta "retrocessione" di alcune fatture per far confluire il denaro nelle casse del partito, accennata dal commercialista Michele Scillieri in un'interrogatorio di sabato. I due, insieme ad Andrea Manzoni, sono ai domiciliari da settembre. Anche quest'ultimo avrebbe dovuto essere interrogato oggi ma, per un difetto di notifica, non si è presentato davanti agli inquirenti.
La giornata di oggi si conclude con un nulla di fatto per i magistrati che indagano sulla vicenda della Lombardia Film Commission. Alle 15 era infatti fissato anche l'interrogatorio di Francesco Barachetti, imprenditore vicino alla Lega che è stato davanti ai pm appena quattro minuti. Il tempo di dire che non avrebbe parlato neanche lui.
Al momento restano, quindi, le parole di Michele Scillieri che in un interrogatorio durato dieci ore avrebbe delineato i confini di un vero e proprio 'sistema' con la quale una percentuale dei soldi di alcune consulenze tornava alla Lega. Lui lo sapeva, ha sostenuto davanti ai magistrati, perché glielo aveva confidato qualcuno.
Il "sistema" delle retrocessioni - Cosa succedeva? In sostanza Scillieri - è la sua ricostruzione, al momento non confermata dagli altri indagati - incassava ogni tre mesi fino a 24mila euro come compenso per l'incarico da consulente della Lfc. Poi ne girava una parte a Di Rubba e Manzoni. Che fine faceva questo denaro? Scillieri sostiene che uno dei due professionisti gli aveva detto che una parte andava alla Lega.
Nell'interrogatorio i pm hanno mostrato a Scillieri anche alcune fatture, con le quali sarebbero state giustificate formalmente le 'retrocessioni' di denaro che andava dal professionista ai revisori. Di Rubba e Manzoni avrebbero emesso fatture su consulenze professionali affidate a Scillieri. E poi i soldi, stando a ciò che lui era venuto a sapere, sarebbero stati girati ulteriormente in parte verso il partito e sulla base di quello che gli era stato presentato come un 'accordo'. Gli inquirenti stavano già lavorando su questa pista. L'ipotesi investigativa è che questo sistema di finanziamento illecito sia stato operato anche in altri casi, con il coinvolgimento di alcuni imprenditori.
Inoltre, era già emerso che nell'ultimo verbale Scillieri avrebbe parlato di una confidenza di Di Rubba su quel flusso di denaro transitato dalla Sparkasse di Bolzano fino in Lussemburgo, su cui indagano da tempo per riciclaggio i pm genovesi nell'inchiesta sui famosi 49 milioni di euro spariti. A detta di Scillieri, a cui i pm hanno mostrato molti documenti, Di Rubba sarebbe stato a conoscenza in particolare del rientro di 3 milioni di euro in Italia. E dal verbale risulterebbe che altri 7 milioni sarebbero finiti 'in pancia' di altrettante società lussemburghesi, un milione a testa.
Il gip dice no all'incidente probatorio sul capannone - Nel frattempo, sul capitolo della compravendita del capannone di Cormano da parte della Lfc - che potrebbe essere stata utilizzata per drenare i fondi pubblici - il gip Giulio Fanales ha rigettato la richiesta, avanzata dalla difesa di Di Rubba e Manzoni, di una super perizia, con la formula dell'incidente probatorio, sul valore dell'immobile comprato per 800 mila euro.
di Federica Olivo