Un po' d'Italia si può incontrare in ogni parte del mondo. Sono le nostre impronte, lasciate a testimonianza di una presenza che, nei secoli, ha portato alla crescita di tanti Paesi, grazie al contributo italiano. A volte si vede, evidente, altre bisogna andarlo a cercare. In un caso o nell'altro, diciamolo senza presunzione, si tratta di un apporto sempre fondamentale. Esempi ce ne sono ogni giorno, adesso in particolare in Brasile, a Belo Horizonte, con una mostra realizzata dal Consolato d'Italia della città e curata da Leonardo Castriota e Augusto Nunes.
'Minas/Italia: Costrução da Modernidade', ospitata al Centro Cultural Banco do Brasil di Belo Horizonte (CCBB BH) è stata inaugurata il 7 dicembre e andrà avanti fino al 31 gennaio. Si tratta di una mostra composta da 20 fotografie in grande formato che raccontano dettagli architettonici di edifici che ritraggono l'influenza italiana nell'architettura della capitale dello stato di Minas Gerais. Una esposizione che vuole enfatizzare una presenza costante negli ultimi 100 anni dei 300 che Minas Gerais ha appena compiuto. Uno stato che ha recitato un ruolo fondamentale nella storia della nostra immigrazione, infatti tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo è stato quello che in Brasile ha accolto il maggior numero di italiani.
E l'Italia, storicamente, ha sempre recitato un ruolo da protagonista nella scena di Belo Horizonte, come si può osservare in alcuni degli edifici più importanti della città: dal Minas Tenis Clube al Palacio Arquiepiscopal poi la Santa Casa da Misericordia, la sede della Prefeitura, la Secretaria da Segurança Publica, ora il CCBB BH, fino al Teatro Francisco Nunes. Testimonianze della cultura architettonica italiana in Brasile dove il mantenimento di una tipica vigorosità, l'attenta rivisitazione degli elementi classici si uniscono a quella che si può definire una attenzione verso il modernismo che stava crescendo nell'Europa del XX secolo. Si parte così dai dettagli delle grandi immagini, 20, che costituiscono la mostra: si possono così osservare ornamenti, elementi scultorei, curve. Un primo livello dove allo spettatore è offerto l'impatto visivo seguito poi da un secondo dove sarà possibile collegare i dettagli con gli edifici.
"Belo Horizonte - hanno spiegato i curatori Leonardo Castriota e Augusto Nunes - sorge come una città moderna e come tale infedele a se stessa. Raccontare la storia della sua architettura non è altro che evocarne la costruzione". E in questo racconto, a volte anche complesso, si inserisce, in maniera quasi naturale l'esperienza italiana. Secondo dati ufficiali, che poi mai raggiungono i numeri reali, tra il 1894 e il 1897 arrivarono nello stato di Minas Gerais 61.260 emigranti, di questi 50.000 erano italiani. Cifre che sintetizzano l'importanza che l'Italia ha avuto nella crescita del Paese, dello stato e della città che ne è la capitale. Per rimanere a Belo Horizonte, tanti gli ingegneri italiani e di origine italiana che hanno dato il loro fondamentale contributo. Si possono ricordare il Dr. Burlamaqui, Gustavo Farnese, Adolfo Radice. Poi, continua a raccontare la storia raccolta dal Consolato d'Italia, gli appaltatori Alfonso Massini e Carlos Antonini che si impegnarono nella costruzione del ramo ferroviario tra le stazione di Minas e General Carneiro.
Nomi che si moltiplicano: J. Orlandini, proprietario dal 1895 della cava Acaba Mundo poi Luis Oliveri che, laureatosi a Firenze mise a disposizione di Belo Horizonte la sua creatività. Avanzando il XX secolo, ecco l'art déco che arriva a BH grazie a Luiz Signorelli che poi fu anche il primo direttore della Faculdade de Arquitectura dell'allora Universidade de Minas Gerais. Una presenza quella italiana, che oltre a essere numerosa ha lasciato un segno indelebile E fin dal 1902 (nemmeno cinque anni dopo la fondazione di Belo Horizonte avvenuta il 12 dicembre 1897 oggi è la sesta per grandezza in Brasile) è presente il Consolato d'Italia, una istituzione che ha seguito dall'inizio gli italiani nella regione e che non poteva mancare in questa mostra realizzata in collaborazione con il Governo do Estado, il sostegno del Centro Cultural Banco do Brasil e prodotta dal Instituto de Estudos do Desenvolvimento Sustentavel. Una esposizione che opererà secondo tutti i protocolli di sicurezza adottati da CCBB BH per il COVID con biglietti d'ingresso emessi solo online, da Eventim.
Roberto Zanni