Trump, è ora di finirla. Anche dall'ala più conservatrice e intransigente il messaggio che arriva all'ormai ex presidente americano è questo. Ma "the Donald" non ci sente e va avanti, mettendo in scena lo sfratto dalla Casa Bianca. E contribuendo a quello che sarà un "vulnus" per la democrazia a stelle e strisce e che è rappresentato da quei milioni di elettori repubblicani che credono alla favola della frode elettorale.
Nel per noi poco chiaro sistema elettorale degli Stati Uniti d'America ormai non ci sono più dubbi: Joe Biden è il prossimo presidente.
Il Collegio elettorale ha assolto il suo compito istituzionale. Certificando ufficialmente i risultati del voto del 3 novembre con 306 voti a quello che era il vice di Obama (50 in più di quelli necessari per essere Presidente). Voto con cui si è concluso l'iter istituzional-burocratico per la successione alla Casa Bianca.
Respinti tutti i ricorsi di Trump - Più o meno contemporaneamente anche la Giustizia ha fatto il suo corso. I molti ricorsi dei legali di Trump sono stati tutti analizzati. E respinti. Compresi quelli in mano di giurie e giudici amici dell'attuale inquilino della Casa Bianca. Di fronte a questo anche i più vicini a Trump all'interno del partito repubblicano hanno gettato la spugna e riconosciuto, per quanto a malincuore, la vittoria di Biden-Harris.
William Barr, ministro della Giustizia, ha consegnato la lettera di dimissioni lunedì e lascerà l'incarico il prossimo 23 dicembre. L'Attorney General fu chiamato al governo da Trump il 14 febbraio 2019, in uno dei momenti cruciali della sua presidenza. In quei giorni era attesa la pubblicazione del Rapporto sul Russiagate, preparato dal Super Procuratore Robert Mueller. Da allora Barr ha assecondato tutte le teorie cospirative trumpiane.
Se si arrende anche William Barr...- Nell'agosto del 2019, per esempio, si era presentato in Italia chiedendo informazioni sul professor Joseph Misfud, sospettato di aver tramato con i servizi segreti britannici, italiani e di altri Paesi per diffondere notizie false sui rapporti tra Trump e Putin. Un teorema giudicato privo di qualsiasi fondamento dall'intelligence americana. E poi non si era fatto scrupoli a intervenire nei processi contro Roger Stone e Michael Flynn e via elencando.
Ma anche lui non ha retto l'ultimo assalto trumpiano alla legittimità delle elezioni. Il 1 dicembre aveva dichiarato di "non aver riscontrato frodi significative". Ora ha preferito lasciare.
Anche i repubblicani scaricano Trump - A poca distanza dalla Casa Bianca, il leader dei senatori repubblicani, Mitch McConnell, dopo aver svicolato per settimane, ha riconosciuto la vittoria di Biden. "Il Collegio elettorale ha parlato. Avremmo voluto risultati diversi, ma ora voglio congratularmi con il presidente eletto Joe Biden e con la vice Kamala Harris, la prima donna a ricoprire questo incarico".
Dichiarazione preceduta da prese di posizione simili rilasciate da una decina di senatori conservatori, alcuni particolarmente vicini a Trump, come Lindsey Graham. Il senatore John Cornyn del Texas, che è molto vicino al potente leader repubblicano del Senato McConnell, da parte sua ha detto "arriva il momento in cui devi accettare che nonostante tutti gli sfori fatti hai perso. Deve esserci un vincitore e un perdente: dunque mi sembra che tutte le battaglie legali del presidente siano giunte al termine e che Joe Biden sia sul punto di diventare il prossimo presidente".
Il numero due del partito, John Thune del South Dakota, ha detto "a un certo punto, devi ascoltare la musica che suona intorno a te".
Ma Trump va avanti per la sua strada - Tradimenti dal punto di vista di Trump che, imperterrito, va avanti per la sua strada e con la sua linea. Linea ribadita giusto nel fine settimana in un'intervista a FoxNews: "Mi preoccupa il fatto di avere un presidente illegittimo, un presidente che ha perso: e ha perso di molto".
Mentre i Grandi elettori depositavano il loro voto nelle urne in tutti e 50 gli Stati, Trump è rimasto in silenzio. L'agenzia di stampa Ap racconta che ha passato la giornata alla Casa Bianca "andando spesso nella sala da pranzo adiacente all'Ufficio ovale per guardare la televisione e lamentandosi del fatto che le televisioni davano al processo di conferma molto spazio, mentre non c'erano abbastanza persone a sostenere la sua tesi in onda".
Più della metà dei suoi elettori credono a Trump - Nel Paese però ci sono milioni di elettori, più della metà di quelli repubblicani, che credono nelle tesi di Trump. Credono che le elezioni siano state truccate, che il prossimo Presidente sia illegittimo e che loro siano stati truffati. Un bel problema per la democrazia d'Oltreoceano che nei prossimi anni, anzi da subito, dovrà confrontarsi con questo che rischia di essere un cancro per il sistema americano. "La fiamma della democrazia è stata accesa in questa nazione molti anni fa e ora sappiamo che nulla, né una pandemia, né gli abusi di potere, posso spegnerla", ha detto Joe Biden. Nei prossimi mesi e anni sapremo se sarà così e a che prezzo.
di Riccardo Galli