A differenza di quanto fatto da altri paesi, quella dell'Uruguay continua ad essere una strategia soft contro l'avanzata del coronavirus sotto l'impronta di una "convivenza solidale" nel rispetto reciproco.
Ieri sera il presidente Luis Lacalle Pou ha annunciato una serie di nuove misure anti-contagio: divieto di ingresso nel paese tra il 21 dicembre e il 10 gennaio, riunioni con un massimo di 10 persone, sospensione di tutte le attività pubbliche, promozione del telelavoro, riduzione della capacità massima del trasporto pubblico al 50% e ampliamento dell'orario dei centri commerciali. Inoltre, bar e ristoranti continueranno con la chiusura anticipata a mezzanotte come era stato stabilito dal primo pacchetto di misure due settimane fa che tuttavia non ha sortito alcun effetto visto il notevole aumento dei casi registrato.
Come hanno spiegato gli esperti, l'Uruguay sta entrando adesso nella sua prima vera ondata della pandemia che richiede di "evitare l'esposizione al virus" per evitare conseguenze peggiori nei prossimi due mesi. Ma nonostante ciò non ci sarà alcun tipo di quarantena obbligatoria come ha ribadito con convinzione lo stesso presidente: "C'è un concetto di libertà responsabile che questo governo difende con le unghie e con i denti, anche in un periodo delicato come questo con alcune misure restrittive che sono state prese. Se si fa una vita sociale nella quale si esce rispettando le misure di prevenzione va benissimo. Chi vuole può restare a casa ma non è obbligatorio. Ancora una volta facciamo appello alla condotta degli uruguaiani e sono assolutamente convinto che il messaggio verrà recepito come è stato già fatto in passato".
Le nuove misure arrivano in un periodo molto delicato poco prima delle feste di Natale e capodanno che avranno il limite di 10 persone. Il piano anti Covid del Governo richiede però una legge che regolamenti l'articolo 38 della Costituzione che verrà discussa domani in una sessione straordinaria dei due rami del Parlamento. Detto articolo stabilisce che "il diritto di riunione pacifica senza armi è garantito" e che "questo non può essere ignorato da nessuna autorità della Repubblica se non in virtù di una legge, e solo nella misura in cui si oppone alla salute, sicurezza e ordine pubblico".
Poco prima del presidente hanno parlato alla popolazione gli esperti del Grupo Asesor Científico (Gach) che affiancano il governo tracciando un panorama sulla diffusione del virus nel paese.
Secondo il coordinatore del gruppo Rafael Radi "l'Uruguay non ha ancora perso il controllo definitivo della pandemia. Ha guadagnato tempo, salvato vite e prevenuto infezioni" e quindi "non può compromettere ciò che è stato raggiunto" ha sottolineato.
"Ci siamo spostati verso una fase di crescita esponenziale del virus, i casi con collegamento sconosciuto sono aumentati e oggi rappresentano il 30%. Questo dato rende più difficile il processo di rilevazione dei contatti, tracciamento, test e isolamento" ha spiegato uno dei membri del gruppo Fernando Paganini. "Se la tendenza continua" -ha avvertito- "si potrebbero registrare 1.200 casi al giorno entro la fine dell'anno e si potrebbero occupare circa 120 posti letto nei centri di terapia intensiva".
476 sono stati i nuovi positivi riscontrati nella giornata di ieri dove il numero di morti ha raggiunto quota 102. 10.893 è il totale di casi accumulati mentre attualmente le persone positive sono 3.649 di cui 44 in terapia intensiva.
di Matteo Forciniti