L'imperativo è evitare la terza ondata. Per questo motivo è stato varato il Decreto Natale, illustrato, ieri sera, da Conte in diretta tv. Dal 24 dicembre al 6 gennaio l'Italia sarà zona rossa nei giorni festivi e prefestivi e zona arancione nei giorni lavorativi.
Dunque, si prevedono tempi duri, durissimi, in particolare per il settore della ristorazione. Bar e ristoranti chiusi (saranno validi solo asporto fino alle 22 e consegne a domicilio): una batosta per chi sperava di rivedere spiragli di ripresa durante le festività natalizie. Il premier ha assicurato che i ristori saranno immediati. E la conferma arriva anche dal ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri.
“Salvaguardare la salute degli italiani è e resta la priorità di questo Governo – ha scritto su Facebook -. Dobbiamo resistere, e aiutare chi è costretto a fermarsi. Restiamo al fianco degli esercizi commerciali che subiranno danni economici. Come abbiamo fatto finora, e come continueremo a fare finché sarà necessario”.
“Per garantire un sostegno alle attività economiche maggiormente interessate dalle misure restrittive interveniamo - grazie ad un meccanismo definito a tempo di record con la Ragioneria dello Stato, l’Agenzia delle Entrate e il Mise - con una nuova tranche di contributi a fondo perduto automatici per complessivi 645 milioni di euro, di cui 455 milioni già nel 2020 – spiega Gualtieri -. Il contributo è pari al 100% di quanto ricevuto con il Decreto Rilancio, ed è destinato ad attività di ristorazione, bar, gelaterie e pasticcerie. Per renderne quanto più possibile veloce l’erogazione, verrà accreditato direttamente dall’Agenzia delle Entrate sul conto corrente bancario o postale sul quale è stato corrisposto il precedente ristoro”.
“A gennaio proseguiremo la nostra azione di sostegno con un nuovo intervento per completare il quadro dei ristori, con l’introduzione, tra le altre cose, di un meccanismo perequativo in grado di garantire un maggiore contributo a chi ha perso di più durante i mesi della crisi – continua -.Non possiamo lasciare che queste feste diventino tragedie di cui doverci pentire in futuro. Dobbiamo essere responsabili e stringere i denti in questi pochi mesi che ci separano dal vaccino, che rappresenta la luce in fondo al tunnel. Indubbiamente sarà un Natale diverso ma consoliamoci pensando che molto probabilmente sarà anche l’ultimo che vivremo separati. Con spirito unitario e solidale andiamo avanti come abbiamo fatto finora, insieme”.
MONTA LA PROTESTA: "PENSANO DI CAVARSELA CON RIDICOLE MANCETTE"
E' il caso di Confcommercio secondo cui "le imprese stanno pagando un prezzo insostenibile legato all’incertezza e alla mancanza di programmazione del contrasto al Covid. Con l’inevitabile aumento della disoccupazione l’emergenza sanitaria ed economica rischia di diventare anche emergenza sociale con esiti non prevedibili. È assolutamente urgente un vero coinvolgimento delle parti sociali nelle scelte che decidono il destino di centinaia di migliaia di imprese e lavoratori".
"L’obiettivo immediato – prosegue la nota - deve essere la salvezza del sistema imprenditoriale con indennizzi mirati ed adeguati alle perdite. Moratorie ed esoneri fiscali. Obiettivo che deve essere la priorità del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza, insieme a quello degli investimenti strategici, per far uscire dall’incertezza continua il Paese e porre le basi alla sua ripartenza e al suo rilancio".
Durissima anche la posizione di Confesercenti Torino, attraverso la voce del presidente Giancarlo Banchieri: “Il ristoro previsto è irrisorio e assolutamente inadeguato: le risorse stanziate per tutta l’Italia servirebbero a malapena per il solo Piemonte. E sottolineiamo pure il rischio chiusura per tante aziende con gravi ripercussioni per l’occupazione”.
“Dobbiamo per l’ennesima volta tirare giù le serrande, senza sapere quando davvero le potremo rialzare e potendo contare su ristori esigui e non proporzionati per dicembre, tradizionalmente il mese con gli incassi maggiori – attacca -. Ma dal 7 gennaio i problemi non saranno certo risolti e non si sa quando potrà finire questo estenuante ‘stop and go’ Di sicuro i sacrifici richiesti al nostro mondo stanno diventando ardui da superare non solo economicamente, ma anche psicologicamente. Siamo abituati a tirarci su le maniche e a venire fuori dai guai da soli. Lo abbiamo sempre fatto. Questa volta è terribilmente più difficile: le imprese sono sole e la politica pensa di cavarsela con qualche ridicola mancetta. Tutto ciò non è più accettabile: o si interviene subito, o la devastazione sociale e psicologica provocata da questa inerzia rischia di avere conseguenze gravissime”.