Vaccino anti Covid. Ci sono le autorizzazioni, sono state fatte le verifiche di efficacia e sicurezza. Ci sono gli attestati che funziona ed è sicuro. C'è stata fretta nel trovarlo e produrlo ma non approssimazione. E i casi di cosiddetta reazione avversa, cioè malore all'inoculazione, sono stati finora cinque (!) su cinquecentomila.
Il 27 dicembre, tra quattro giorni, prime vaccinazioni in Europa e in Italia, tutti i paesi della Ue insieme e non a caso. Sarà quella del 27 dicembre una cerimonia. Perché gli umani hanno bisogno anche di riti. E i primi vaccinati saranno il rito della speranza. Speranza che l'immane, mastodontico impegno logistico e organizzativo della vaccinazione di massa possa verificarsi e compiersi entro un anno. Un anno per vaccinare i milioni di italiani che vanno vaccinati è previsione realistica, plausibile con una punta di ottimismo.
Vaccinarsi deve essere facile - Si fatica infatti a rendersi conto di cosa significherà nel concreto vaccinare 30 milioni di italiani in dieci mesi. Non solo la media quasi insostenibile di 100mila vaccinazioni al giorno a partire da gennaio per non arrivare ad autunno inoltrato con troppa parte della popolazione non ancora protetta. Non solo la dimensione quantitativa, si fatica a rendersi conto di cosa vorrà dire organizzare la chiamata e la vaccinazione individuo per individuo.
Chi sa di cosa parla sa che una vaccinazione di massa per riuscire a essere di massa deve essere facile, di facile accesso. File e disguidi burocratici sono nel caso un misfatto sanitario. Far fare la fila, far attendere a ciascuno la propria vaccinazione, rendergliela difficile è di fatto boicottare la vaccinazione. Regioni, Asl, burocrazie stavolta non possono permettersi neanche l'ombra della inefficienza vista all'opera per la vaccinazione anti influenza. Sarebbe il rendere difficile il vaccinarsi il più colossale e drammatico caso di Mala Sanità immaginabile.
Ma come farà una macchina rugginosa e sfiatata come quella della Pubblica Amministrazione a conseguire l'obiettivo della vaccinazione facile e agevole? Ogni dubbio è lecito, come anche ogni speranza. Piccoli segnali però di falsa partenza, anzi partenza all'italiana. Lamento di medici prontamente consegnato alla stampa: siamo pochi. Vero anche però che stanno per diventare di più. E comunque medici e infermieri non si possono arruolare per strada. Prosegue lamento: non sappiamo preparare le dosi. Magari imparare a farlo, no? Procedura complessa ma decisamente alla portata di medico e infermiere.
Vaccinazione protetta e quindi dura mezz'ora - La fiala del vaccino, quella almeno Pfizer. Va scongelata, tre ore prima della somministrazione. Poi più volte capovolta per la miscelazione del composto. Quindi la diluizione e l'uniformare la pressione. Infine estrarre dalla fiala le dosi con siringhe di precisione, non proprio quelle di uso comune per capirci. Ce la possono fare medici e infermieri? Sì, certo. Ma è abitudine, costume e cultura da noi che il lamento preceda l'impegno. Quasi d'obbligo. Poi magari l'impegno arriva, quasi mai però precede il lamento.
Identificazione, preparazione, informazione relativa alla pratica sanitaria. Diciamo 10 minuti prima di essere materialmente vaccinato. E poi una quindicina di minuti che si resta lì. In modo che il medico possa osservare se c'è reazione anche minima. Si chiama vaccinazione protetta in zona protetta. Nei rarissimi casi succeda qualcosa medici e infermieri sono lì a spegnere la reazione avversa. Nei più numerosi casi di ansia medici e infermieri sono lì a segnalare che non c'è da averla ansia. Trenta minuti dunque il tempo per ogni vaccinazione, meglio sarebbe dire per ogni vaccinato. Il tempo per la vaccinazione protetta. Un tempo, un giusto tempo, che rende stratosferico il vaccinare tutti entro l'anno.
La peste, peggio del Covid - Intanto intorno al vaccino si propaga la peste. La peste delle bugie sui vaccini. Lo inoculano in molti questo batterio, questa peste delle bugie. Lo fanno impuniti, lo fanno anzi orgogliosi di farlo e atteggiandosi ad amici del popolo. Fanno gli amici del popolo mentre lo avvelenano. L'ultima, ma è un fiorire continuo, vuole che il vaccino contenga una bomba biologica che finisce dentro ciascun vaccinato. Poi da fuori premono un bottone e il vaccinato muore perché la bombetta scoppia a comando. Non è follia, è metodo. C'è del metodo nel ripetere e ripetere e ripetere: chissà cosa c'è dentro il vaccino. Il metodo del combattere, contrastare, boicottare la vaccinazione. C'è del metodo nella propaganda continua perché l'umanità ammazzi l'unica vera speranza che ha contro la pandemia. È una peste che diffonde i suoi bubboni purulenti, una peste culturale, politica, ideologica. Una peste peggio del Covid, alla lunga più dannosa e letale.
E c'è il vasto contagio degli esitanti. Persone civili e scolarizzate, ne incontri non poche che di fronte al vaccinarsi esitano. Non esitano nella loro vita ad assumere ogni tipo di farmaco. Anzi spesso ritengono debba esistere, sia ovvio e scontato esista un medicinale per ogni cosa, persino per il malumore e non solo per il mal di schiena. Non esitano di fronte a nessuna pratica medica. Spesso e volentieri sconfinano senza esitare in pratiche di medicina alternativa, anche se improbabili e implausibili. Alcuni di loro non hanno esitato di fronte ai cocktail Di Bella o alle infusioni Stamina. Però di fronte al vaccino anti Covid esitano.
È un contagio quello dell'esitazione, è un contagio alla prima massiccia ondata. Se vi fossero più ondate di questo contagio, l'Italia fallirebbe la sua vaccinazione. L'Italia più di ogni altro paese europeo. In Europa in media l'area dell'esitazione unita a quella, minore per entità del No Vax, fa 20/25 per cento della popolazione. In Italia la somma fa 40/50 per cento. Almeno nelle intenzioni dichiarate. Da noi il contagio degli esitanti è più vasto che altrove. E, pensando alla trama della nostra convivenza civile e comunità, la cosa non sorprende.
Dovesse l'Italia risultare alla fine del 2021 il paese meno vaccinato d'Europa pagherebbe in termini socio economici un prezzo a quel punto non più compatibile con le condizioni e stile di vita che la popolazione ritiene irrinunciabili. Ma non è illustrando questo rischio che si fa argine al contagio degli esitanti. E neanche ricordando agli esitanti che molti di loro non sarebbero vivi se non si fossero a suo tempo vaccinati contro vaiolo, polio, morbillo, difterite...Sarebbe come un po' è oggi ricordare a molti italiani la mascherina, la portano sì, ma sotto il naso e più o meno senza cambiarla mai.
Il contagio degli esitanti si ferma con l'efficienza della macchina statale, con la certezza e la sicurezza dei comportamenti pubblici, con la capacità di organizzare la vaccinazione. Insomma con il saper fare e non con il dire della propaganda. E, ultimo ma non ultimo, non riconoscendo par condicio a quella che non è un'opinione ma è una falsità. Libertà sia quella individuale di non vaccinarsi, ma nessuna libertà va riconosciuta e neanche nessun rispetto mediatico va concesso alla missione di boicottare vaccino e vaccinazione, diffondere la peste delle bugie e agire da terroristi della salute pubblica che alla salute pubblica attentano.