Dicembre 1970. Vivevo e lavoravo a New York da due anni. Mandavo "pezzi" anche sugli italiani trasferitisi in Usa, storie di famiglie trapiantate nel Nuovo mondo: i loro ricordi, la nuova vita nella Grande Mela, la nostalgia dei parenti lontani....

Avevo promesso ai miei genitori che avrei trascorso le feste natalizie a casa, in Italia, ma cambiai i miei piani. Per colpa di Nancy, hostess della CPAir con la quale avevo stretto una affettuosa amicizia. Nancy andava in Australia per fine anno, a trovare sua sorella che viveva da anni ad Adelaide e mi aveva invitato a trascorrere due settimane con lei. Biglietto al 10%, quasi gratis (a quel tempo gli impiegati delle compagnie aeree avevano tantissimi bonus..) e vitto e alloggio gratis...

Viaggio lunghissimo e massacrante. Via Sydney dove un'altra collega di Nancy ci avrebbe ospitato per due giorni. Poi da lí ad Adelaide...Visitammo il Blue Mountains National Park, a 2 ore da Sydney. Il tempo di abituarsi un po' alla guida a sinistra (non senza qualche difficoltà a ritarare il cervello)....e poi via spediti alla meta.

Le Blue Mountains si affacciano su una vallata incredibile, piena di eucalipti che rendono la vista della valle quasi annebbiata, rilasciando il loro olio bluastro nell'aria. L'attrazione principale da vedere sono sicuramente le 3 sorelle, una montagna sospesa in mezzo alla valle con 3 pinnacoli identici uno a fianco all'altro. Con un percorso si possono anche raggiungere e passarci sotto..

E poi c'erano gli aborigeni australiani, un popolo nomade, un popolo "raccoglitore"; non seminano, né allevano il bestiame. Raccolgono quel che passa loro la natura: dalla natura dipendono passivamente. Non vogliono credere che le piante nascono dai semi, né che nel rapporto fra un uomo e una donna dipende la nascita dei loro figli. Per l'aborigeno tutto è opera della natura, tutto è miracolo, magia....

Adelaide non mi entusiasmó molto anche perché il programma era cambiato: si andava ad Hamilton, l'isola piú bella dell'Australia al largo dalla costa del Queensland ai margini della Grande Barriera Corallina. Hamilton é la più grande isola abitata dell'arcipelago Whitsunday, composto da 74 isole: spiagge bianche, mare turschese.... Qui avremmo trascorso il 31 dicembre, in mare, con altri amici a caccia di squali... Sí, a caccia di squali. Perché é proprio in questo tratto di mare ai margini della Grande Barriera Corallina che s'incontrano i predatori del mare.

"Ad Hamilton vive un capitano che ci porta in barca con lui...ha una locanda sul porto e lo conoscono tutti, sarà una esperienza indimenticabile - mi disse Nancy.

La sera prima nel corso di una cena pantagruelica a base di abalone (si mangia crudo, olio, limone e sale...), ostriche, oltre che pesci della barriera corallina, ossobuco e carne di cervo, il tutto servito con erbe e contorni coltivati sull'isola, avevamo conosciuto Rodney Fox. Rodney Fox è stato un campione di pesca subacquea.

"Nel 1963 durante Australian Championships di pesca subacquea a sud di Adelaide sono stato attaccato da un grande squalo bianco che mi ha morso all'altezza della vita perforando il mio diaframma, lacerando i polmoni e schiacciando la mia gabbia toracica - cominció a raccontare accompagnando le parole con un enorme boccale di birra scura - Non avevo più nulla al suo posto tanto che la muta subacquea è servita per tenere gli organi all'interno della cassa toracica e dello stomaco. Ebbi la sensazione di essere stato investito da un autobus...Avevo 23 anni e sono stato attaccato dallo stesso squalo per ben 2 volte. Durante il primo attacco con la mano destra riuscìi a colpire lo squalo in un occhio che lascio' subito la presa. Quando sembrava tutto finito ebbi il tempo di guardare in acqua verso il fondo del mare...vidi lo squalo con le fauci spalancate che nuotava dal fondo verso di me...pensai che sarebbe stata la fine".

"Ma preso dalla disperazione riuscii a sferrare un gran calcio al bestione che si rivelò davvero efficace. Lo squalo fermò il suo assalto e cominciò a girare intorno a me. Purtroppo, però, portavo ancora, attaccata alla mia cintura, una corda di nylon che era legata ad una boa ove mettevo il pesce pescato: lo squalo inghiotti la boa e mi trascinò nuovamente verso il basso. Cercai immediatamente di scollegare la cintura, ma il circuito di sicurezza mi era andato dietro la schiena durante l'attacco e non riuscivo a raggiungerlo. Oramai a corto di aria e di forze, ero sicuro che fosse giunta la mia ora...".

"Ma proprio quando anche l'ultima speranza era svanita, accadde l'impossibile: la corda legata alla boa inghiottita dalle fauci dello squalo... si ruppe! Ormai pressoché svenuto finii a galleggiare in superficie e prontamente il mio amico Bruce Farley e un altro uomo, arrivati sulla scena in barca, poterono soccorrermi. Da allora non vado piú a pescare....guarda come mi ha conciato quella bestia maledetta....". E mi ha fatto vedere una sua foto.....

Non riuscii a dormire, quella notte, la vigilia del 31: fra poche ore avrei conosciuto questo cacciatore di squali e sarei andato con lui, in barca...

Il 31 dicembre del 1970, alle nove del mattino andai con Nancy a conoscere questo "shark hunter". Il negozio era pieno di canne da pesca, ami vivi e di plastica colorati. Reti, sacche, maschere da sub, pinne....ed eccolo il cacciatore: barba lunga incolta, naso aquilino, folte sopracciglia....stava  sorseggiando giá birra, alle nove di mattina....

"Ma quale cacciatore? Tu sei cacciatore di squali?" gli chiesi sorridendo, in lingua napoletana sicuro che non mi avrebbe capito.

E Invece....Mi guardó e scoppio in una grande risata.. "Só é Torre ó Grieco...cumpá....che ci fai qua???

Il suo vero nome era Antonio, "Totonno" per gli amici, nato a Torre del Greco, cittadina di corallari e marittimi a pochi chilometri da Napoli. Faceva il cameriere su una nave da crociera quando é sbarcato ad Hamilton dove ha conosciuto una ragazza, la sua futura moglie....e si é inventato "cacciatore di squali"...

Non ne ha mai pescato uno, mi confessó, peró ai turisti racconta il contrario... "Devo campare anch'io - ammise - loro si divertono ad ascoltare poi gli metto la canna tra le mani e sono felici...Ma di squali? Mai preso uno...Mica sono scemo come Rodney....Lui é un miracolato......".

Siamo usciti in mare, alle 10 di sera, con Nancy, la sorella, gli amici....abbiamo bevuto birra e champagne a mezzanotte. Il mare era calmo e tutti loro hanno fatto il bagno. Io sono rimasto a bordo....a bere e parlare con Totonno 'o cacciatore....

Lo squalo?  Non si é visto, e comunque ero al sicuro......

MIMMO PORPIGLIA