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Cagliari-Napoli: azzurri ci vuole una scossa…

 

 

Anno nuovo, infortuni vecchi. Ancora fuori Osimhen, Koulibaly e Mertens. In dubbio Demme. Probabile virata sul 4-3-3, Bakayoko al centro della linea mediana tra i due campioni incompiuti Fabian Ruiz e Zielinski. Condottiero di punta il gigante triestino Petagna. I sogni son desideri.​

Tanto per andare spediti, fra poche ore il Napoli a Cagliari, mercoledì lo Spezia a Fuorigrotta. Digeriti panettone, struffoli, infortuni e il calo di fine anno, il Napoli è chiamato a tirarsi su (un punto nelle ultime tre partite). La classifica ancora non piange: con una gara in meno (Juventus-Napoli) azzurri a un solo punto dalla zona Champions, l’obiettivo di stagione dichiarato e possibile.​

Nel doppio turno che inaugura il 2021 ci sono incroci di partite (Atalanta-Sassuolo, Milan-Juventus) che bisogna sfruttare per avvantaggiarsene. In poche parole, si pretende dal Napoli un doppio en-plein tra oggi e mercoledì. Possibile sulla carta, vedremo sul campo.​

Anche il Cagliari ha problemi di formazione. Assenze pesanti quelle di Rog, valido baluardo a centrocampo, e di Godin, esperienza e personalità in difesa. La squadra sarda è in panne da sette partite (quattro punti). Ha bisogno di punti (+4 sulla zona-retrocessione). Sembra una squadra disequilibrata con buone chance offensive (8 gol Joao Pedro), un centrocampo che recupera a fatica, più votato ad attaccare, una difesa perforabile.​

Eusebio Di Francesco è allenatore raffinato, ma il Cagliari ha bisogno piuttosto di lottare per allontanarsi dalla zona calda. Il Napoli può farcela se non sarà più lento e incerto come nelle ultime esibizioni, segnatamente quella contro il Torino. Con Lozano e Insigne può volare, da Fabian Ruiz e Zielinski si pretende maggiore iniziativa, gioco veloce a due tocchi, visione di gioco.​

Non sarà una partita da giocare col fioretto. Saranno decisivi il carattere e l’aggressività, la determinazione di volere la vittoria dai primissimi minuti. Il Napoli ha esaurito gli scontri al vertice, il calendario incoraggia ad accelerare.​

Cagliari non può essere un ostacolo insormontabile se il Napoli vuole concretizzare le sue ambizioni medio-alte. Sottil e Joao Pedro sono artiglieri pericolosi con l’appoggio dell’uruguayano Nandez che ha corsa, forza e buone giocate. Il Cholito Simeone è ariete addomesticabile, più insidioso Pavoletti nel gioco aereo.​

Il Napoli dovrà impadronirsi del centrocampo spegnendo sul nascere le velleità sarde e impostando con rapidità la sua partita. Vietato ai difensori azzurri portare palla, è necessaria smistarla con una sola giocata ai centrocampisti o farla correre in profondità per gli esterni.​

L’efficacia della manovra azzurra dipenderà dalla sicurezza di gioco dei centrocampisti, dalla velocità con la quale faranno correre la palla. Inspiegabili la lentezza e l’incertezza delle ultime giocate azzurre, come se i giocatori non sapessero che cosa fare (i ripetuti palloni giocati all’indietro). Il gioco del calcio è semplice, guai a volerlo complicare e a non avere chiare le idee su come indirizzare la palla.​

Nelle ultime battute sono mancati, nel Napoli, il coraggio e l’iniziativa dei giocatori più dotati. Zielinski e Fabian Ruiz devono alzare il livello del loro rendimento e dovranno essere più rapide, meno prevedibili, le sovrapposizioni sulle fasce esterne.​

Cercare lo spazio più che dare la palla tra i piedi. È quello che chiede Lozano, uno dei pochi azzurri capaci di saltare l’uomo. A Cagliari il Napoli può e deve vincere. Altrimenti comincerà un anno grigio. Ci vuole una scossa.

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