Sono 67 i siti idonei a ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari, di cui l'Italia dovrà dotarsi in tempi brevi pena sanzioni della comunità internazionale. Si chiamerà Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e - ovviamente - nessuno lo vuole.
Buona parte delle scorie nucleari, retaggio della vecchia politica energetica nazionale accantonata nel 1986 sull'onda emotiva del disastro di Chernobyl, fino a qualche giorno fa era smistata all'estero.
Oggi non è più possibile e allora, dopo sei anni di attesa, la Sogin - società di stato incaricata di gestire lo smantellamento negli impianti nucleari - ha improvvisamente rotto il silenzio sulle aree coi requisiti giusti.
Sono 25 i criteri da soddisfare per "guadagnarsi" la scelta e solo 67 zone in tutto il paese li soddisfano. Molti dei sindaci dei territori interessati hanno già fatto sapere di essere pronti alle barricate per impedire che le scorie finiscano dalle loro parti. Ecco la lista completa:
Piemonte: 8 aree tra le province di Torino e Alessandria (Caluso, Mazzè, Rondissone, Carmagnola, Alessandria, Quargento, Bosco Marengo e Oviglio).
Toscana e Lazio: 24 aree tra le province di Siena, Grosseto e Viterbo (Pienza, Campagnatico, Ischia e Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Gallese, Corchiano).
Basilicata e Puglia: 17 aree tra le province di Potenza, Matera, Bari, Taranto (Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Gravina, Altamura, Matera, Laterza, Bernalda, Montalbano, Montescaglioso).
Sardegna: 14 aree in provincia di Oristano (Siapiccia, Albagiara, Assolo, Usellus, Mogorella, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Ortacesus, Guasila, Segariu, Villamar, Gergei).
Sicilia: 4 aree nelle province di Trapani, Palermo, Caltanissetta (Trapani, Calatafimi, Segesta, Castellana, Petralia, Butera).