“Nonostante le dure restrizioni e i sacrifici dei cittadini e delle imprese, i dati sui contagi non sono incoraggianti. Le chiusure forzate delle attività commerciali non hanno portato ai risultati annunciati e oggi domina ancora una volta l’incertezza”. Così Confesercenti in attesa delle nuove misure del governo per contrastare la diffusione del Covid 19.
“I numeri parlano chiaro e riguardano soprattutto il mondo delle piccole e medie imprese, vera spina dorsale dell’economia del paese. Il turismo è al palo e la luce in fondo al tunnel sembra ancora parecchio lontana. Per le imprese del comparto e per i pubblici esercizi nel 2020 sono svaniti 50 miliardi di euro di consumi turistici. Bar e ristoranti continuano a tenere la serranda abbassata se non per l’asporto e il domicilio e hanno perso un miliardo di fatturato solo tra Natale e Capodanno. I negozi all’interno di gallerie e centri commerciali sono stati inspiegabilmente penalizzati e costretti alla chiusura nei festivi e prefestivi, giorni in cui si concentra il 40% del fatturato: ogni weekend di chiusura genera una perdita di 1,5 miliardi di euro. Le imprese della moda hanno perso 16 miliardi di euro di vendite in abbigliamento ed accessori. E per non parlare del comparto alberghiero per il quale si prospettano 12 mesi di inattività completa”.
“E ancora le attività del settore immagine e benessere, agenti di commercio, benzinai, ambulanti… tutti hanno risentito enormemente della crisi e vivono tuttora nell’incertezza. 150mila imprese rischiano di chiudere per sempre nelle prossime settimane e sono almeno 75mila quelle che rischiano di non riuscire più a saldare gli affitti”.
“Il Governo dia risposte chiare e immediate alle imprese che nei mesi scorsi hanno dimostrato di poter lavorare garantendo la sicurezza propria e dei clienti. È necessario uscire dalla logica dei ristori sulla base dei codici Ateco con l’erogazione di fondi in tempi rapidi a tutte le imprese colpite, riparametrandoli sui volumi d’affari di tutto il 2019. L’esecutivo intervenga con urgenza anche sull’emissione delle cartelle esattoriali, una spada di Damocle che gli italiani non possono sopportare in questa fase di crisi. E più di tutto si acceleri sulla campagna vaccinale, se questa non sarà adeguatamente implementata nel 2021, assisteremo ad un’ulteriore contrazione dei consumi delle famiglie rispetto al 2019, dopo i 96 miliardi persi nel 2020”.