Si è mostrato a petto nudo, con la bandiera americana dipinta in faccia, vari tatuaggi ben in vista sul corpo e un curioso copricapo di pelliccia con delle corne di bufalo. Nelle intenzioni doveva assomigliare a un guerriero vichingo, sui social invece l'accostamento più immediato è stato quello col capo degli unni interpretato da un giovane Diego Abatantuono nel film cult dei primi anni 80: "Attila flagello di Dio".
Si chiama Jake Angeli e ha origini italiane uno dei personaggi più in vista dell'increscioso blitz a Capitol Hill degli attivisti di Trump. Il suo soprannome di battaglia? "Lo sciamano di QAnon". Trentadue anni, ha provato a lungo e senza successo a diventare attore, prima di 'virare' verso l'attivismo politico.
Una deriva, più che una virata, visto che il suo curriculum negli ultimi tempi è nutritissimo, pieno zeppo di episodi grotteschi e di pericolose bravate. Un paio di mesi fa, tanto per dire, si è messo in mostra nei tumulti legati ai (presunti, anzi inesistenti) brogli nelle elezioni in Arizona, aizzando la folla al grido delle surreali teorie complottiste della setta di QAnon. È stato allora che s'è autoproclamato "sciamano". In altre occasioni, invece, Jake Angeli è stato indicato come un sostenitore del movimento Black Lives Matter, una vera e propria bufala alimentata proprio da ambienti sovranisti e diventata virale sul web.
Il giorno prima dell'irruzione a Capitol Hill, lo "sciamano" è stato intervistato in tv, ribadendo a chiare lettere la sua fedeltà assoluta a Donald Trump. Un amore viscerale, per non dire un autentico e irresponsabile fanatismo, che lo porta a credere - e purtroppo non è il solo - che il presidente uscente degli Stati Uniti sia l'ultimo baluardo del mondo libero contro una cospirazione di pedofili corrotti che vuole impadronirsi del potere. Insomma, sarebbe decisamente più credibile la storia di Attila raccontata in quel film cult con Abatantuono.