Silenziosamente un'altra grande emergenza sta affliggendo l'Uruguay dopo quella sanitaria. La siccità continua a espandersi a macchia d'olio e adesso ha raggiunto quasi la totalità del territorio nazionale in base all'ultimo provvedimento del Ministerio de Ganadería, Agricultura y Pesca (MGAP) che ha aggiunto Colonia e San José al lungo elenco dei dipartimenti che comprendeva già: Maldonado, Rocha, Lavalleja, Artigas, Durazno, Río Negro, Paysandú, Tacuarembó, Salto, Cerro Largo, Flores, Florida, Montevideo, Soriano e Treinta y Tres.
Con la sola eccezione di Rivera e una parte di Tacuarembó, praticamente quasi tutto l'Uruguay si trova oggi in un'emergenza agricola che interessa 14 milioni di ettari, vale a dire l'87% della superficie produttiva del paese. Gli ultimi ad essere colpiti dalla siccità sono gli apicoltori che vanno ad affiancare gli allevatori dell'industria della carne e i produttori di latte. Tutte queste categorie potranno accedere a una serie di agevolazioni previste dalla risoluzione tra cui un tasso di credito agevolato per i prestiti.
Questa crisi non è arrivata improvvisamente ma si trascina ormai da oltre un anno a causa degli effetti di un fenomeno globale conosciuto come "la Niña". Già la scorsa estate l'Uruguay era entrato in stato di emergenza, situazione che poi si è ripetuta, aggravandosi, a partire dallo scorso mese di dicembre con il primo intervento del Ministero.
"Stiamo seguendo da vicino costantemente la situazione" ha spiegato il sottosegretario Ignacio Buffa commentando la notizia. "Abbiamo buone aspettative perché ci sono previsioni che indicano che la Niña sta svanendo e molto dipenderà dalle piogge del mese di febbraio". "Tuttavia" -ha avvertito il sottosegretario- "le piogge possono risolvere parte del problema, ma non risolvono il deficit idrico. L'emergenza climatica continuerà. Quello che stiamo facendo è quello che possiamo fare ma sarà sempre troppo poco".