La mattina del 3 febbraio 2015, Sergio Mattarella giurava come presidente della Repubblica davanti al Parlamento. Ex ministro e giudice costituzionale, Mattarella ha svolto i suoi cinque anni di mandato con rigore ed imparzialità. Ha traghettato il Paese durante gli anni della ripresa economica, timida e quindi fatale in termini di consenso ai partiti tradizionali che lo avevano eletto capo dello Stato. In questo senso Mattarella è stato il garante dei vincoli europei inseriti in Costituzione e l'argine ai "venti del sovranismo", considerati dal presidente minoritari e fuori dalla storia
Chiamato al Colle dopo la lunga presidenza – sette anni più due - di Giorgio Napolitano, Sergio Mattarella è arrivato con oggi al sesto anno di mandato. I primi tre sono stati quelli di maggiore stabilità: l'unica crisi, quella post referendum costituzionale, la risolve in tempi brevissimi. "Niente elezioni, prima la legge di bilancio", la decisione del presidente. E il dimissionario Matteo Renzi viene sostituito in pochi giorni da Paolo Gentiloni, che resta in carica fino alla primavera del 2018. Ecco le principali tappe dell'incarico presidenziale.
Dall'insediamento al referendum costituzionale
Sergio Mattarella viene eletto presidente della Repubblica il 31 gennaio del 2015 e giura davanti alle Camere il 3 febbraio, esattamente sei anni fa. Quello è un anno di "ordinaria amministrazione" per il capo dello Stato che si presenta subito come "arbitro imparziale". Per il primo atto formale bisogna aspettare il dicembre del 2016 quando la maggioranza degli elettori respinge col referendum la riforma costituzionale proposta da Matteo Renzi. L'allora primo ministro si dimette e l'opposizione invoca elezioni immediate. Mattarella, però, si impone chiedendo un governo stabile e duraturo. L'11 dicembre affida a Paolo Gentiloni, del Partito democratico, l'incarico di formarlo.
L'intransigenza sulle mine antiuomo - Il 2017 è l'anno della prima legge rimandata alla Camera da Mattarella. Quando ravvisa ipotesi di incostituzionalità, il presidente può infatti rispedire una legge al Parlamento, dando un messaggio motivato. La norma deve quindi essere ridiscussa e modificata, tenendo conto anche delle indicazioni del capo dello Stato. In questo caso, Mattarella respinge il provvedimento contro le imprese che finanziano produttori di mine antiuomo e bombe a grappolo. La norma escludeva, irragionevolmente, sanzioni per i dirigenti apicali dell'ente finanziatore, prevedendone solo per gli intermediari.
Conte I, Mattarella diventa centrale
Il ruolo di Mattarella è centrale nelle Consultazioni per la formazione del nuovo governo che deve trovare una maggioranza in un Parlamento spaccato dalle urne in tre parti: centrodestra, Cinque stelle e centrosinistra. Dopo un primo tentativo, affidato da Mattarella a Maria Elisabetta Casellati e concluso con un nulla di fatto, le trattative si muovono su due binari: Roberto Fico del Movimento cinque stelle cerca l'intesa con il Partito democratico, Luigi Di Maio tratta con la Lega di Matteo Salvini, chiedendo però che Forza Italia si faccia da parte.
Il veto di Matteo Renzi e la campagna #senzadime fanno saltare l'accordo col Pd. Così, Lega e Cinque stelle firmano il contratto per il governo e indicano Giuseppe Conte come premier, che viene nominato e incaricato da Mattarella di formare il nuovo esecutivo.
Ma quando quest'ultimo sceglie il professor Paolo Savona per il ministero dell'economia, Mattarella si oppone e Giuseppe Conte rimette l'incarico.
Le accuse di alto tradimento - È in questo caso che si consuma una crisi istituzionale, con Luigi Di Maio che accusa il capo dello Stato di alto tradimento e minaccia di attivare la procedura di messa in stato d'accusa prevista dalla Costituzione.
Ma Mattarella è irremovibile: secondo il presidente, Savona – sebbene fosse stato già ministro nel governo Ciampi – non può ricoprire quel ruolo. Le sue posizioni sull'uscita dell'Italia dall'Euro, afferma, sono incompatibili con gli impegni europei e mettono a rischio i risparmi degli italiani. Entrambi – i trattati comunitari e la tutela del risparmio – sono principi inseriti nella Costituzione, della quale Mattarella rivendica di essere il garante. Le conseguenze sono inevitabili: la nomina di Savona viene respinta, Conte rimette l'incarico e Mattarella lo assegna a Carlo Cottarelli, che però non ha una maggioranza. Cinque stelle e Lega, dopo quattro giorni di furiose polemiche, cedono al capo dello Stato e spostano Savona al (secondario) ministero degli Affari europei, affidando il Tesoro a Giovanni Tria: il 31 maggio 2018 Conte può accettare un nuovo incarico. Il giorno dopo la nuova squadra di governo è pronta per il giuramento davanti a Mattarella.
2019, il decreto sicurezza bis e il Conte II - Insediatosi il governo Conte, Mattarella – tranne alcuni rilievi su alcune nomine chiave - assume il tradizionale ruolo di "arbitro imparziale", fino a quando non sono gli stessi partiti di maggioranza a chiamarlo in causa: precisamente la Lega, che ad agosto deposita una mozione di sfiducia al premier e ne causa le dimissioni anticipate.
Pochi giorni prima, Mattarella aveva firmato il decreto Sicurezza bis, ma con l'invito a modificarne alcune parti. Troppo salate le multe per le ong che salvano vite in mare e non congrua, secondo il Quirinale, la nuova norma che impedisce ai giudici di non condannare le offese di lieve entità ai pubblici ufficiali, come ad esempio poliziotti, ma anche postini e impiegati comunali.
Salvini aveva aperto la crisi, sperando si concludesse con le elezioni. Ma non finisce così: ancora una volta è decisivo Mattarella, che chiede responsabilità e continuità nell'azione di governo. E la ottiene. I leader di M5s e Pd, Luigi Di Maio e Luca Zingaretti, che inizialmente chiedevano di andare alle urne, trovano l'accordo per formare il governo in carica fino a pochi giorni fa, il "Conte bis".
Ieri, la svolta, Mattarella lancia il Governo di "alto profilo e nessun colore politico" e convoca Draghi
Dopo il fallimento dell'esplorazione del presidente della Camera Fico, il Capo dello Stato sceglie la strada dell'esecutivo di emergenza per affrontare le sfide della pandemia, della crisi economica e sociale: "Con le elezioni non ci sarebbe un governo nel pieno delle sue funzioni"
Già un anno fa Sergio Mattarella aveva fatto sapere che la crisi della maggioranza del Conte bis sarebbe stata l'ultima maggioranza politica della legislatura ma pochi gli avevano creduto.
E venerdì scorso aveva dato alla politica l'ennesima opportunità di mostrarsi responsabile e di dare un governo al Paese per fronteggiare le emergenze drammatiche di questi mesi ma l'opportunità non è stata colta.
Così, dopo aver ricevuto dalla viva voce di Roberto Fico la certificazione che la maggioranza uscente era definitivamente tramontata, ha alzato il telefono ed ha chiamato Mario Draghi. Non un nuovo giro di consultazioni, non un sondaggio con i partiti, impensabile un reincarico a Giuseppe Conte; piuttosto una scelta chiara e netta per un governo "di alto profilo" e un appello a tutti i partiti presenti in Parlamento perché lo sostengano.
L'alternativa, ha spiegato il Capo dello Stato, sarebbe stata il voto, improponibile in questa fase in cui serve un governo in carica che attua misure contro il covid, mette in campo la campagna vaccinale, scrive entro aprile il piano italiano per il Next generation Ue.
Le votazioni in piena pandemia poi in altri Paesi hanno portato a "un grave aumento dei contagi". Dunque la scelta, ha fatto capire il Capo dello Stato uscendo nel salone delle Feste per spiegare al Paese la sua scelta, era di fatto obbligata.
Serve un governo nel pieno delle sue funzioni, ma le maggioranze politiche si sono esaurite e l'unica possibilità rimasta sulla scrivania del Presidente era un governo "di alto profilo".
E allora, salutato e ringraziato Roberto Fico per la sua esplorazione, Mattarella dal suo studio ha chiamato Mario Draghi, con il quale nei mesi scorsi si era confrontato sulla situazione del Paese ma a cui, riferiscono dal Quirinale, non aveva mai chiesto ufficialmente una disponibilità preventiva a questo passaggio.
Uno scambio di impressioni non banale sulle condizioni del Paese e una richiesta ben precisa: guidare un esecutivo che porti il Paese fuori dalla pandemia, lo conduca attraverso la più grande campagna vaccinale della storia e scriva il piano italiano per il Next generation Ue per poi cominciare ad attuarlo.
Una telefonata che al Colle assicurano Draghi non si attendesse, tantomeno stasera, ma che ha ricevuto la disponibilità immediata da parte dell'ex governatore della Bce. Certo il compito non sarà facile, fin dall'inizio: c'è la consapevolezza che si dovrà conquistare la fiducia del Parlamento, una fiducia non scontata.
Il suo incarico infatti, che gli verrà conferito da Mattarella domani alle 12, non parte da una base partitica o parlamentare consolidata, ma andrà costruito durante le consultazioni, nella scrittura del programma, nella formazione della squadra di governo.
Un insuccesso sarebbe una deblacle per il Paese. Il Capo dello Stato ha pronunciato il suo discorso questa sera con tono grave, consapevole che il Paese, come ha spesso ricordato, sta attraversando mesi difficili. L'appello alle forze politiche e parlamentari dunque è giunto come un estremo richiamo al senso di responsabilità.
Giusto per la cronaca, stamane Mattarella aveva ricordato Antonio Segni, e citando un suo discorso aveva sottolineato la sua contrarietà a un bis al Quirinale, facendo notare come il semestre bianco 'leghi le mani' al Presidente nei momenti di possibile crisi. Un semestre che par l'attuale Capo dello Stato comincerà il 3 agosto: da quel momento il presidente ha un'arma in meno per reggere a possibili scossoni per il Paese.
Serve un governo che regga anche un mare in tempesta sembrava voler dire. Oggi nel giorno del suo sesto mandato Mattarella conferirà l'incarico per formare il governo a quello che è considerato anche all'estero l'italiano forse più autorevole. La carta più alta: al netto di ogni giudizio politico e di ogni scelta che sarà fatta nel voto di fiducia, sprecarla avrebbe un prezzo.
Fino al 2022, a vigilare sulla sua tenuta resterà Sergio Mattarella, che lascerà il Quirinale all'età di 80 anni. Auguri Presidente….