Curare il Covid con farmaci ad hoc, in grado di attivare il sistema immunitario contro il coronavirus e di prevenire le forme più gravi: il sogno dei medici di tutto il mondo potrebbe concretizzarsi, ma il condizionale è ancora d'obbligo, con gli anticorpi monoclonali. Sono circa una quindicina i gruppi di ricerca che in tutto il mondo stanno lavorando allo sviluppo di anticorpi efficaci contro il Covid-19. Ma solo pochi hanno raggiunto una fase più o meno avanzata e due in particolare, il cocktail della Regeneron e il farmaco di Eli Lilly, sono gli unici in commercio. Ecco una panoramica della situazione nel mondo.
- Bamlanivimab: è l'anticorpo monoclonale autorizzato per l'uso di emergenza come trattamento per i pazienti ad alto rischio, con Covid-19 da lieve a moderato, negli Stati Uniti e in altri paesi nel mondo. Prodotto da Eli Lilly and Company, gli studi mostrano un'efficacia del 72 per cento nel ridurre il rischio di ospedalizzazioneper i pazienti con sintomatologia moderata. Inoltre, uno studio condotto insieme ai National Institutes of Health (NIH) negli Usa suggerisce che il farmaco potrebbe prevenire circa l'80 per cento dei casi Covid-19 tra i residenti e il personale delle case di cura, riducendo i rischi di infezione tra il personale e gli anziani.
- Bamlanivimab ed etesevimab: è la combinazione di anticorpi targata Eli Lilly che gli studi indicano essere in grado di ridurre il rischio di ricovero e morte per Covid-19 del 70 per cento. Bamlanivimab ed etesevimab sono stati testati in pazienti ad alto rischio con recente diagnosi di Covid-19. Dai risultati emerge che sono anche in grado di ridurre la carica virale e accelerare la risoluzione dei sintomi.
- AZD7442: è una combinazione di anticorpi monoclonali a lunga durata d’azione (Long Acting AntiBody, LAAB) che imitano gli anticorpi naturali e hanno il potenziale per trattare e prevenire la progressione della malattia in pazienti potenzialmente infettati dal virus. Prodotta da Astrazeneca, la stessa casa farmaceutica che ha sviluppato insieme all'Università di Oxford il vaccino anti-Covid, può essere usato come intervento preventivo in ambienti pericolosi come comunità, ospedali, case di riposo, studentati perché il vantaggio è che dà anticorpi immediati. E' ancora in fase di studio e si spera possa essere disponibile tra marzo e aprile prossimi.
- Toscana Life Sciences: nel suo Monoclonal Antibody Discovery Lab a Siena, i ricercatori stanno lavorando sotto la supervisione di Rino Rappuoli. Nei laboratori di Siena sono stati selezionati anticorpi di persone guarite dalla malattia provocata dal coronavirus. I ricercatori hanno poi isolato quello più potente sulla base del quale è stato creato il farmaco che, si stima, possa entrare in commercio la primavera prossima.
Allo studio ci sono molti altri anticorpi monoclonali, come quelli di nuova generazione a cui sta lavorando il genetista Giuseppe Novelli in collaborazione con l’Università di Toronto, che hanno la capacità di impedire al nuovo coronavirus di entrare nella cellula e infettarla. I test in laboratorio sono molto promettenti. Poi c'è allo studio il VIR-7831 di Vir Biotechnology e GlaxoSmithKline, per il trattamento iniziale dei pazienti ad elevato rischio di ospedalizzazione; e l'anticorpo monoclonale anakinra dell'azienda svedese Sobi che a bloccare a tempesta di citochine responsabili degli esiti gravi di Covid-19.