Renzi altro che pazzo. Gli hanno dato tutti del pazzo e dell'insano (non solo politicamente) di mente. Diceva qualcuno una volta che pazzo vien definito chi capisce un minuto prima che gli altri capiscano. Renzi aveva capito prima? Forse, semplicemente, conosceva le regole elementari del gioco.
Gli altri giocavano alla politica come giocatori di calcio ignari che se la prendi con le mani è fallo. Quasi tutti hanno in queste settimane detto con malcelato spregio che Matteo Renzi era un giocatore di poker, Bene, se è stato poker, allora Renzi con due sette, con una coppie di sette e nulla più ha tolto non il piatto ma l'intera posta a tutti gli altri seduti al tavolo. Perché la politica ha le sue leggi, non come la fisica ma quasi. E ha, o non ha, chi conosce queste leggi. Questione di competenza, di professionalità.
Renzi, il più antipatico del circo della politica, secondo ripetuta e massiccia sentenza di pubblica opinione. Renzi che vuole solo poltrone, secondo semplicistica, pigra e miope visione da parte della quasi totalità dell'informazione politica. Renzi nano presuntuoso che con il suo 2/3 per cento nei sondaggi fa la pulce che prova ad avere tosse forte da spaventare. Renzi che va a sbattere contro un muro. Renzi che resta solo, Italia Viva che si sfalda peer non seguire il matto...Renzi il guastatore, il distruttore che fa solo danno e macerie...
Renzi e le poltrone, non è andata così perché non era così - Renzi non puntava alle poltrone, nel governo Draghi niente poltrone per i partiti, tanto meno per Italia Viva. Renzi puntava a Draghi premier. Renzi con la crisi non ha fatto solo macerie e danno. Tutt'altro: qualunque cosa se ne pensi, Renzi ha costruito le fondamenta e pure i primi piani del maxi edificio governo Draghi. Renzi non era un nano politico invasato: col suo gruppo parlamentare ha guidato la crisi dove voleva.
Conte, l'inamovibile, l'indispensabile. Sloggiato da Palazzo Chigi, sloggiato da Renzi. Casalino, l'uomo della macchina che faceva di Conte (come una volta la Cuccarini) l'uomo più amato dagli italiani. Sloggiato da Palazzo Chigi, sloggiato da Renzi. Casalino che aveva detto di Renzi: "Garantisco, in Parlamento lo asfaltiamo". E neanche Arcuri commissario a tutto si sente tanto bene dopo la cura che Renzi gli ha riservato.
Zingaretti infilato da Renzi, Zingaretti che ha reso la strategia del morto a galla di Zingaretti la realtà di un signore a semi mollo su un canottino di plastico ancorato alla boa, canottino che Renzi sgonfiava se voleva o oltrepassava nuotando. Zingaretti e Bettini, il gatto e la volpe di una strategia che neanche i dilettanti. Se dici o Conte o elezioni ti auto inchiodi alla croce perché apri la strada a né Conte né elezioni.
Ma il segretario Pd e lo stratega di ritorno (Bettini lo fu anche in altra stagione ma, non a caso, su scala soprattutto regionale) avevano in mente la fusione fredda tra Pd e M5S, missione affidata niente meno che a Conte. Conte, in questo segno vincerai! Lo avesse fatto Costantino, saremmo qui con i templi alle divinità pre cristiane (peraltro simpatiche assai).
Zingaretti e Bettini in politiche mutande e Di Maio lasciato alle prese con il suo M5S che stavolta si squaglia davvero. Zingaretti e Di Maio, la morsa e la tenaglia di ferro e di acciaio che doveva stritolare Renzi. Renzi ha visto che era carta, cartone e latta. Leu eternata nella parte di comparsa. Salvini e la Destra all'angolo: dire sì a Draghi costa, dire no a Draghi costa. Cosa costa di più? Come fare a dire ni?
Renzi, missione compiuta? No, la missione che Renzi altro che pazzo si era dato è stracompiuta.
di Alessandro Camilli