di Fabio Porta
Dal 15 gennaio scorso ci sono alcune centinaia di italiani (stimati tra le 300 e le 500 persone) bloccati in Brasile a causa dell’ordinanza (e della successiva proroga) emanata dal Ministero della Sanità italiano che determinava la sospensione dei voli da e per il paese sudamericano.
La decisione era stata presa per esaminare in maniera più approfondita le caratteristiche della “variante brasiliana” del virus e per programmare in tempo utile i periodi di quarantena, come misura emergenziale e temporanea quindi; la sua proroga, senza nemmeno la previsione di eccezioni per i residenti in Italia o per coloro che per motivi di salute o di lavoro si trovassero nell’immediata necessità di rientrare nel nostro Paese sta causando serissimi problemi a questi nostri connazionali e alle loro famiglie.
Alle nostre autorità chiediamo l’urgente modifica di questa ordinanza al fine di consentire, con le dovute e necessarie condizioni previste dai rigidi protocolli di sicurezza Covid (ossia l’obbligo del tampone molecolare e la successiva quarantena) il rientro in patria di queste persone; contemporaneamente, e in attesa di tale decisione, si sollecita la nostra Ambasciata a coordinare di concerto con le amministrazioni competenti l’organizzazione di un volo speciale di rientro per tutti coloro che negli scorsi giorni hanno risposto ad un relativo invito a fornire i propri i dati divulgato dalla nostra rete consolare in Brasile.
Fabio Porta
L'ambasciatore Azzarello:"Sono 1500 bloccati in Brasile..."
“Il sentimento dominante fra i residenti in Italia bloccati in Brasile è di costernazione, frustrazione e crescente angoscia”, lo ha detto all'AGI l'ambasciatore d'Italia a Brasilia, Francesco Azzarello. “Dalla dettagliata mappatura che la rete diplomatico-consolare ha effettuato, informando anche il competente ministero della Salute, vi sono circa 1.500 residenti bloccati, moltissimi italiani, ma anche mogli brasiliane e tanti minori", ha sottolineato l'ambasciatore.
"Da metà dicembre a metà gennaio - ha ricordato Azzarello - in Brasile è estate, un periodo di vacanza in cui le famiglie si riuniscono. Fra i bloccati vi sono anche brasiliani che lavorano da tempo in Italia, dove la loro comunità è di circa 130.000 persone. Attenzione a non confondere i 1.500 residenti in Italia qui bloccati con i 640.000 italiani residenti in Brasile”.
“I residenti in Italia - ha spiegato l'ambasciatore - chiedono di poter rientrare alle proprie case, famiglie e lavoro, sottoponendosi ovviamente a quarantena, tamponi e controlli di rito. Abbiamo anche richieste di voli speciali. Più passa il tempo più difficile sarà il rientro con voli indiretti, giacché le misure restrittive di un numero crescente di Paesi rendono sempre più complesso il viaggio”.
“La pandemia in Brasile - ha sottolineato Azzarello - si è fortemente aggravata a partire da metà dicembre. E la variante diffusasi a Manaus, nello stato dell'Amazonas, di cui molti parlano, è da settimane allo studio. E' opinione condivisa, nell'eccellente mondo scientifico brasiliano, che la variante possa comportare una diffusione più rapida del virus, ma ad oggi non esistono studi scientifici che provino una sua maggiore pericolosità sia in termini di ospedalizzazioni sia di effetti controproducenti rispetto all'azione dei vaccini. Né si possono fare previsioni sui tempi degli studi scientifici in atto”.
“La soluzione al problema - ha concluso l'ambasciatore - è quella invocata dai circa 1.500 bloccati, poter rientrare sottoponendosi a tutti i controlli ritenuti necessari dal ministero della salute. La proroga dell'ordinanza del 16 gennaio scade il 15 febbraio. Viene auspicato un semplice provvedimento ad hoc, prima della scadenza, a favore dei soli residenti in Italia”