I resti di due nobili squadre, nove assenze nel Napoli e sette nel Granada, si affrontano stasera nel piccolo Stadio Nuevo Los Càrmenes per il match di andata dei sedicesimi di Europa League in Andalusia, la regione di Josè Maria Callejon.
Il Granada è alla prima partecipazione a una competizione europea. Ha superato tre turni preliminari per giocare nella fase a gironi dalla quale è venuto fuori con lo stesso score del Napoli: tre vittorie, due pareggi, una sconfitta.
La crisi del Granada non è inferiore a quella del Napoli. Ottavo posto nella Liga, non vince da più di un mese (tre pareggi e due sconfitte nelle ultime cinque partite). Nella squadra andalusa saranno pesanti le assenze in attacco. Indisponibile il centravanti colombiano Luis Suarez, omonimo dell'attaccante uruguayano che ha fallito gli esami di italiano per la Juve.
In forse il centravanti di rincalzo Roberto Soldado, 36 anni, 264 gol in vent'anni di attività. È possibile che giochi Jorge Molina, 39 anni, fisico imponente (1,87). Il Granada gioca col 4-1-4-1. A presidio della difesa l'ex romanista Gonalons, francese, 31 anni.
Nella linea mediana è annunciato il recupero dei due venezuelani Herrera e Machis, tra gli elementi migliori. La difesa è tra le peggiori della Liga (38 gol incassati in 33 partite).
Gattuso insisterà su Osimhen per accrescerne le condizioni di forma, sostenuto da Politano, Zielinski e Insigne. A centrocampo, il Napoli dovrà evitare di andare in inferiorità numerica. Difficile fare previsioni fra la migliore qualità tecnica del Napoli e l'ardore agonistico del Granada. Il Napoli, comunque, dovrebbe portar via un risultato utile da sfruttare nel match di ritorno (giovedì 25). L'obiettivo maggiore sarà quello di evitare infortuni per non peggiorare la critica condizione della "rosa".
Dopo il match europeo, il Napoli giocherà domenica a Bergamo, appuntamento essenziale per la conquista del quarto posto, obiettivo della stagione per tornare in Champions.
Il traguardo sarà raggiungibile se il Napoli porterà via punti alle squadre concorrenti per la quarta piazza (Roma, Atalanta, Lazio). I confronti diretti saranno decisivi. A Granada il Napoli giocherà pensando alla partita di Bergamo? Fino a che punto se ne farà condizionare?
Il secondo palcoscenico europeo, anche se minore rispetto alla più scintillante scena della Champions, richiede in ogni caso una prestazione dignitosa. È migliorata, nella squadra azzurra, la tenuta difensiva. Nessun errore individuale contro la Juventus. Il kosovaro Rrahmani (1,92), rientrato in squadra dopo l'esclusione dovuta alla scelta della coppia centrale Manolas-Koulibaly, ha confermato le sue qualità.
Quello che manca alla difesa è un leader (non lo è neanche Koulibaly), capace di guidare il reparto. Ma un leader, in grado di "prendere per mano" la squadra, giocatore di riferimento irrinunciabile, manca totalmente. Non lo è completamente Insigne nonostante il suo generoso apporto di attaccante sempre in soccorso alla fase difensiva.
Da Zielinski, Insigne e Osimhen (tenace contro la Juve nel tenere bloccati i centrali bianconeri) si aspettano quei "colpi" determinanti per orientare il match in chiave azzurra. Il 4-2-3-1 di partenza dovrà adattarsi alle vicende della partita e al gioco del Granada trasformandosi probabilmente "a specchio" della formazione andalusa (4-1-4-1).
È una partita tutta da scoprire. Essenziale, come sempre, affrontarla con determinazione al "pronti, via". Gioco verticale, anche se l'assenza di Lozano priverà l'attacco della freccia migliore. Ridurre i rischi della costruzione "dal basso". Velocità e precisione nei disimpegni. Tenere poco la palla e farla correre. Sono "comandamenti" ovvi. Vediamo come andrà sul campo.
Mimmo Carratelli