Con la pandemia da Covid sono aumentati di oltre 3,5 milioni gli italiani che hanno deciso di portare a casa un amico a quattro zampe per superare lo stress dei lockdown e delle misure anti contagio. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti che ha stretto un accordo con Enci, l’ente nazionale della cinofilia italiana con l’obiettivo di contrastare il traffico illegale di animali e promuovere il lavoro degli allevatori onesti che proprio nell’anno del Covid registrano un +6% iscrizioni di esemplari nel libro genealogico italiano.
Ma con la crescita degli animali da compagnia fra le mura domestiche è necessario – avverte la Coldiretti – intensificare il contrasto all’importazione illegale dall’estero e la rivendita sul mercato nero di centinaia di migliaia di cani e gatti per un business criminale che vale 300 milioni di euro all’anno. Quelli che arrivano con la tratta clandestina – sottolinea Coldiretti – sono di solito cuccioli di poche settimane, quasi sempre non svezzati e ovviamente senza microchip d’identificazione richiesto dalla legge.
Questi esemplari, assai spesso imbottiti di farmaci per farli apparire in buona salute, vengono introdotti nel territorio nazionale accompagnati da una documentazione contraffatta che ne attesta la falsa origine italiana e riporta trattamenti vaccinali e profilassi mai eseguiti spiega la Coldiretti sulla base dell’ultimo Rapporto Agromafie.
Il traffico di animali da compagnia costituisce un danno per tutti, ad eccezione di chi lo gestisce. Oltre che gli allevatori e i rivenditori onesti, il mercato nero colpisce in primo luogo gli animali stessi, vittime quasi sempre di maltrattamenti ed abusi con l’acquisto di cuccioli di razza attraverso circuiti non legali che si traduce assai spesso – evidenzia Coldiretti – in una spesa maggiore a lungo termine in cure mediche o addirittura nella morte dell’animale.
Situazioni criminali da contrastare per promuovere invece il circuito legale degli allevamenti che punta a benessere degli animali e competenza degli operatori a fronte di uno scenario sociale italiano sempre più “dog friendly” dove il 28% delle case ospita almeno un cane. Una diffusione che sta cambiando i comportamenti degli italiani con una famiglia su cinque (22%) che non si stacca dai propri animali domestici neppure se deve partire per un viaggio, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.
Per questo l’intesa con Enci punta a incentivare negli agriturismi di Campagna Amica l’ospitalità agli amici a quattro zampe e la realizzazione di aree dedicate alle attività cinofile, con percorsi di formazione per gli operatori oltre allo sviluppo di attività che permettano di avvicinare i bambini agli animali domestici con particolare riferimento alle fattorie didattiche.
Lungo tutta la Penisola – continua Coldiretti – oltre 24mila agriturismi offrono spazi all’aperto e percorsi naturalistici per le famiglie e i loro animali. Gli agriturismi, spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto – conclude la Coldiretti – sono forse i luoghi più sicuri per garantire il rispetto delle misure di precauzione per difendersi dal contagio, oltre che ospitare gli amici a quattro zampe.