Le deputate del Pd Francesca La Marca (ripartizione America settentrionale e centrale) e Angela Schirò (ripartizione Europa) hanno presentato un’interrogazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e ai Ministri della Salute e degli Affari Esteri in merito alla vaccinazione contro il Covid 19 dei connazionali residenti all’estero.
Nell’interrogazione si segnala che nel piano di vaccinazioni avviato in Italia, per “una estesa e quanto possibile veloce copertura preventiva della popolazione residente dall’ulteriore diffusione del virus”, “non si fa menzione dei cittadini italiani residenti all’estero che non sempre o non sempre in modo adeguato sono coperti dai piani di prevenzione sanitaria adottati nei Paesi di residenza, di cui in molti casi non sono formalmente cittadini pur essendo legalmente residenti”.
Si ricorda inoltre che “sono abbastanza numerosi i casi di connazionali iscritti all’Aire che, nella fase della pandemia, si trovano in Italia o per una scelta personale di tutela della propria salute o per essere stati indotti a prestare aiuto e cura a parenti anziani e non autonomi”, e che “i connazionali residenti nei Paesi dotati di sistemi sanitari meno avanzati e idonei e con persistenti ritardi di natura economico-sociale devono affrontare prospettive di accesso alla vaccinazione molto lontane nel tempo, tali in ogni caso da sollevare legittime preoccupazioni in ordine alla propria vita e alla propria salute”.
Per questi motivi si chiede al Governo se “non ritenga di adottare iniziative per concordare con le regioni l’accesso alle operazioni di vaccinazione, secondo una tempistica da definire, anche per gli iscritti all’Aire residenti sul territorio nazionale, previa prenotazione degli stessi presso le Asl nelle quali ricadono i comuni di iscrizione all’Aire”. Si chiede inoltre di “prendere in considerazione la situazione dei connazionali residenti in Paesi meno avanzati o in evidente stato di crisi economica e sociale, al fine da garantire anche a questi cittadini italiani il diritto alla salute, che nel nostro ordinamento ha rilevanza costituzionale”.