di Matteo Forciniti
Nel mezzo di un duro conflitto sindacale e con un aumento dei casi di coronavirus, l’Uruguay ha salutato ieri l’inizio di un nuovo anno scolastico. Un fatto estremamente simbolico in tempi di pandemia dato che sulla scuola il governo ha sempre insistito sulla necessità di assicurare la piena continuità di un servizio ritenuto fondamentale e che riparte proprio in concomitanza dell’avvio della campagna di vaccinazione che riguarda, tra gli altri, anche il personale docente.
Proprio come era finito, il nuovo anno scolastico dell’istruzione pubblica è partito con precarietà e incertezza specialmente nelle scuole superiori in sciopero nella prima giornata del 2021 come ha stabilito la Federación Nacional de Enseñanza Secundaria (Fenapes) denunciando diversi punti critici: difficoltà strutturali in tanti centri per garantire i protocolli sanitari, diminuzione degli orari e mancanza di ulteriore personale docente come conseguenza dei tagli subiti dall’Anep (Administración Nacional de Educación Pública). Tra i motivi dello sciopero segnalati c’è anche la sospensione di 15 docenti del liceo di San José per essersi fotografati contro un progetto di riforma costituzionale del 2019 sulla sicurezza e per i dirigenti sindacali si è trattato di una “selvaggia repressione”.
“Dopo molti sforzi che il paese ha fatto purtroppo abbiamo iniziato con uno sciopero. Tutto questo è molto triste” ha affermato Robert Silva del Codicen (l’organo direttivo dell’Anep). “L’istruzione pubblica non merita questo sciopero. Abbiamo avuto qualche difficoltà perché all’inizio dei corsi ci sono sempre situazioni a cui prestare attenzione e ancora di più nel contesto di una pandemia ma dobbiamo pensare che questo è stato un giorno di gioia per il ritorno delle lezioni”.
Dopo i licei anche i maestri delle scuole elementari sono sul piede di guerra e hanno già denunciato nel primo giorno di attività agglomerazioni a causa della scarsa organizzazione ed è probabile che il primo sciopero arrivi il prossimo lunedì.
Nel nuovo anno scolastico appena iniziato in Uruguay non si sa ancora nulla dell’italiano ma questa è ormai una consuetudine dato che negli ultimi anni le informazioni sono sempre arrivate con ritardo rispetto all’avvio dei corsi che prevedono un coordinamento tra le autorità scolastiche uruguaiane e quelle italiane in base a una convenzione che è stata rinnovata pochi mesi fa.
In alcune scuole elementari esiste la possibilità dello studio dell’italiano come seconda lingua straniera attraverso i corsi finanziati dal governo italiano che sono organizzati dal Casiu (Centro Assistenza Scolastica Italia Uruguay) in collaborazione con il Dipartimento di seconde lingue dell’Anep e l’Ambasciata.
Ma quante scuole saranno coinvolte quest’anno nel piano? “Al momento non dispongo ancora di questi dati” ha risposto a Gente d’Italia Antonella Agostinis, il dirigente scolastico dell’Ambasciata. L’anno scolastico può cominciare, l’italiano resta in attesa.