Caro Direttore, la riapertura della versione cartacea de ‘La Gente d’Italia’ è un altro tuo successo che, lo sappiamo, ti costerà ancora tanto dal punto di vista fisico e mentale. Qualche mese fa, a malincuore, avevi annunciato la chiusura del quotidiano per via di un ritardo dell'arrivo dei contributi pubblici cui il giornale aveva diritto. Era oggettivamente impossibile andare avanti, troppi i costi. Ma alla fine ha vinto, come al solito, la tua voglia di tornare a combattere fianco a fianco con i tuoi giornalisti (e non solo), ma soprattutto di tornare a sentirti vicino agli italiani all'estero, da sempre nei tuoi pensieri.
Sono ormai 23 anni che ‘Gente d’Italia’ si è dato l’obiettivo di essere un punto di riferimento per i connazionali che volenti o nolenti oggi vivono lontano dall'amata Patria. Dunque, siamo pronti a metterci nuovamente l’elmetto e tornare in trincea. Sappiamo che, come sempre, troveremo sulla nostra strada tante ‘mine vaganti’ pronti a metterci i bastoni tra le ruote come chi ci segue sa già. Siamo stati anche diffamati, ma alla fine siamo sempre usciti vincitori da tutte le battaglie.
A dimostrazione che il lavoro, soprattutto se onesto, paga. Far uscire tutti i giorni un giornale come questo, che non guarda in faccia a nessuno, non è facile. Anzi, spesso e purtroppo volentieri i poteri cosiddetti forti hanno cercato di farci tacere. Inutilmente. La verità, alla fine, esce sempre fuori. Abbiamo ripreso il lavoro come abbiamo sempre fatto, con le nostre inchieste, i nostri servizi che se non piacciono ai potenti piacciono, eccome, ai nostri lettori, i nostri unici padroni, che anche in questi mesi di silenzio non hanno fatto mancare il loro incoraggiamento. Destra, Sinistra, Centro: non abbiamo mai fatto distinzioni politiche, non abbiamo lesinato critiche a destra e manca quando ce n’è stato bisogno, abbiamo fatto i complimenti quando era il caso.
Forse è stata questa la nostra forza: non avere paura di nessuno, dei cosiddetti denigratori. Eppure di minacce, avvertimenti, telefonate anonime nel cuore della notte, intimidazioni ne hai ricevute parecchie. Ma hai sempre rimandato al mittente queste deliranti offensive da parte di persone che a volte guardano più al proprio tornaconto personale rispetto all'attenzione che meritano gli italiani all’estero. Nel corso della tua carriera, lo vogliamo ricordare, da grande inviato e cronista ‘di strada’ hai avuto a che fare con tanti personaggi di… strada (appunto) che probabilmente hanno forgiato il tuo carattere da giornalista ‘strafottente’ verso il potere. Hai discusso animatamente (eufemismo) con un certo Raffaele Cutolo ai tempi del maxi-processo che in quanto a prepotenze non era secondo a nessuno, giusto per fare un esempio. Insomma, non ti sei mai piegato ai diktat di nessuno e questo per noi è un esempio da seguire: non avere paura se si svolge questa professione con l’obiettivo di vedere le cose con obiettività e neutralità.
Gli unici interlocutori devono essere Loro, i Lettori. Che sono coloro per cui siamo pronti a tornare in campo dimenticandoci della vita privata. Lo abbiamo sempre detto, quello dei giornalisti è un mestiere affascinante, ma faticoso: non conosce soste, non conosce orari, non conosce festività. Ma da 23 anni ti sei dato un obiettivo: essere al fianco degli italiani all’estero. Sempre e comunque. E noi saremo al tuo fianco, consci delle difficoltà che puntualmente troveremo sulla nostra strada, ma pronti a essere di nuovo vere sentinelle del territorio. Abraham Abe Rosenthal diceva: “Noi giornalisti non siamo preti o suore, ma abbiamo dei valori etici: e questi sono dettati soprattutto dal rispetto di sé stessi e dalla professione. Il nostro ruolo è far sì che altri non abusino del potere”. E noi… concordiamo. Redattori e collaboratori di Gente d'Italia