Ancora oggi con la mia immaginazione percorro piú volte le strade di pietra e ammiro il foro di Pompei. Posso dire che a Pompei, davvero ero di casa. Mio padre, diplomatico uruguaiano, era giunto a Napoli nel dopoguerra e si improvvisó appassionato dilettante in archeología. Va ricordato che fino a tutti gli anni ’50, Pompei era una delle mete piú visitate dal turismo internazionale. Altro che Venezia o Firenze: Pompei, Sorrento, Capri erano il top del turismo, per una ragione molto semplice. Da oltreoceano in Italia si arrivava in nave e quindi le due porte di entrata erano Napoli o Genova.
Fedele alla sua passione per l’archeología, mio padre tutti i giovedí pomeriggi (in cui il Consolato chiudeva) andava a Pompei e mi portava con sé, affinché imparassi - mi diceva - dalle voci di quei muti testimoni del passato. Potrete immaginare che ai sette o otto anni camminare per due o tre ore sul selciato di quelle strade antiche non era il massimo per un bambino; ma comunque devo ammettere che quelle visite forzate promossero il mio fascino per l’antichitá e il mondo greco-romano. La Via dell'Abbondanza, la Stabiana, il meraviglioso Foro, la Casa dei Vetti erano luoghi comuni per me e ancor oggi potrei condurvi attraverso strade e stradine fino ad arrivare alla straordinaria Villa dei Misteri.
Poi non seppi molto di Pompei. Da sposato ritornai una sola volta e vidi con tristezza certo degrado e incuria nella preservazione di questa straordinaria cittá conservata per secoli dalle ceneri del Vesuvio. E quindi con vera contentezza avverto che Pompei é tornata alla ribalta. È nata una nuova realtá grazie al “Grande Progetto Pompei”, che disegnato nel 2010, é stato varato nel 2014. All'inizio il progetto aveva uno scopo limitato: costruire un sistema di drenaggio delle acque pluviali per preservare le zone ancora sotterrate. Massimo Osanna, Direttore da alcuni anni del sito archeologico, spiega che il processo di drenaggio scatenó una serie di scoperte di edifici e dipinti, tanto straordinari quanto inattesi. Quindi oggi celebro che Pompei sia nuovamente centro di attenzione internazionale, a partire da questa nuova attenzione agli scavi e alla loro preservazione.
Ne danno notizia le agenzie internazionali, che pongono in risalto le straordinarie scoperte che si sono verificate a partire dai nuovi scavi. In particolare l’Agenzia Italia informa che “é riaffiorato un Termopolio perfettamente conservato con l'immagine di una ninfa marina a cavallo e animali con colori talmente accesi da sembrare tridimensionali. Ma a stupire è il ritrovamento nei recipienti del Termopolio di tracce di alimenti che venivano venduti in strada. Era infatti abitudine dei pompeiani quella di consumare all'aperto cibi e bevande calde. Gli specialisti del Parco archeologico di Pompei stanno già studiando il materiale per verificare quanto questa scoperta possa ampliare le conoscenze sulle abitudini alimentari di età romana”.
Tanto per capirci, il Termopolio era un bar o una specie di rosticceria, dove si vendevano cibi caldi da asporto o da consumare al bancone. Altra scoperta di solo pochi giorni fa é stato un carro trionfale a quattro ruote in ferro, praticamente intatto e unico nel suo genere. Il ritrovamento si é effettuato a Villa Civita Juliana, a nord della città vecchia. Su un lato sono presenti decorazioni in stagno e bronzo, che mostrano uomini e donne in scene erotiche. Secondo gli archeologi, il carro era utilizzato da una famiglia molto ricca, per partecipare in eventi cerimoniali. Va ricordato che due anni fa nella stessa villa furono ritrovati i resti di tre cavalli.
Il Ministro italiano della Cultura - Dario Franceschini - ha commentato soddisfatto quest'ultimo ritrovamento. “Pompei continua a stupirci con le sue scoperte, quindi continuerà per molti anni con 20 ettari ancora da scavare”. Confesso che queste notizie mi emozionano, nel ricordo di quel bambino che percorreva, a volte curioso e a volte annoiato, la lunga Via dell’Abbondanza. Non mi resta quindi che attendere la ripresa dei viaggi, per tornare - quasi in pellegrinaggio - all’antica cittadina alle falde del Vesuvio.
JUAN RASO