di Franco Manzitti
M5s, alle origini un concerto al Cep di Pra. Flavio Gaggero ricorda quel giorno: Celentano era d’accordo ma non fece nulla, poi Beppe Grillo agì. “Mi ha telefonato ancora ieri sera Beppe Grillo. Era molto soddisfatto del governo Draghi. E soprattutto di quel Ministero della Transizione Ecologica che lui è riuscito a ottenere. Vedrai che ora le cose cambieranno veramente... mi ha detto”. Flavio Gaggero, di professione dentista ancora in piena azione professionale e benefica, alla sua verde età di 83 anni, sorride.Racconta dell’ultimo colloquio con Grillo, l’”elevato”, il “garante” del M5s, se ancora si chiamano così. Il suo migliore amico insieme con Gino Paoli e Renzo Piano. Siamo a Genova nello studio medico di questo personaggio riservato, un po’ segreto, che ti riceve in camice verde, visiera e tutte le protezioni del caso, tra un paziente e l’altro. Siamo a Pegli, ieri comune, oggi delegazione nel Ponente di Genova, tra vecchi ville eleganti in giardini incantati e la pista di atterraggio dell’ aeroporto genovese.
A PEGLI, AMICI DALLE MEDIE. Pegli non a caso, perché è qui, in questo luogo genovese, dove nasce il gruppo di cui Gaggero e Grillo fanno parte. E che ha svolto, svolge e svolgerà un ruolo non secondario in molti avvenimenti importanti della vita pubblica. Compreso il varo dell’ultimo governo Draghi, per il quale il lasciapassare entusiastico di Grillo e del M5s è stato fondamentale. Non ci sono solo Grillo e Gaggero in questo gruppo di amici strettissimi, “amici per la vita”, come ti dice il dentista sempre sorridente. Quattro amici al bar, come dicono i versi della canzone di uno di loro, un altro genovese quasi doc, Gino Paoli. “Tutto è incominciato a scuola, alle medie di Pegli, dove io ero in classe insieme con Gino Paoli e Renzo Piano, anche loro pegliesi come me. E’ nata un'amicizia eterna, che non è mai venuta meno. Eravamo diversi dagli altri compagni di scuola. Parlavamo di esistenzialismo, filosofia, di umanità, di grandi impegni che avremmo dovuto prenderci nella vita. Gli altri compagni ci guardavano strano, le ragazze non capivano…….”. Sono gli anni Quaranta e Cinquanta e quei tre ragazzi formano una squadra che durerà tutta la vita. Due di loro diventeranno famosissimi . Mentre anche Gaggero farà la sua brillante carriera di medico, certo meno esposta del cantante di tante generazioni e dell’architetto superstar. “Allora parlavamo di esistenzialismo e facevamo grandi progetti e crescevamo sempre insieme, racconta Gaggero. Gino Paoli conquistava tutte le ragazze , io volevo già fare il medico e Renzo sognava di costruire”.
GRILLO, IL FONDATORE DEL M5S, ARRIVA DOPO. “Nel gruppo Beppe Grillo è arrivato un po’ dopo, era più giovane di noi e ce lo ha portato Renzo Piano. Il rapporto con noi si è solidificato subito come con gli altri. Un sintonia perfetta, che dura. Praticamente ci telefoniamo quasi tutti i giorni e cerchiamo di fare del bene agli altri”. Sembra una visione “buonista”, una versione ottimistica di un alleanza attraverso la quale passano tante vicende, il successo di Paoli e Piano. Ma ora sopratutto quella dirompente di Beppe Grillo, da supercomico a leader del Movimento che squassa la politica italiana del terzo Millennio. “Grillo è pulitissimo e onestissimo, glielo posso garantire, è animato solo da propositi altruistici”, dice con il suo candore assoluto il dentista Gaggero. Allarga ancora di più il suo sorriso. “Posso spiegare bene perché a un certo momento da artista comico come era, ed è ancora, si è lanciato nell’avventura politica del M5s, non essendo affatto un politico”. “A un certo punto della sua vita, insieme a noi ha fatto un ragionamento”, racconta Gaggero. “Sono stato molto fortunato. Ho avuto molto, ho raggiunto un grande successo, ho guadagnato tanto. Ed ora è il momento di fare qualcosa per gli altri”.
COSÌ È NATO IL M5S. Gaggero diventa quasi biblico nello spiegare quella che non viene scritta come una conversione, ma piuttosto come una scelta drastica di vita. “È il discorso dei talenti, Grillo ne aveva molti e ha deciso di spenderli in un altro modo”. “Ricordo bene il momento del primo annuncio di quello che avrebbe fatto. Ben prima dei vaffa days. Eravamo andati tutti noi a una manifestazione al Cep di Prà, c’erano tanti cantanti e anche Adriano Celentano. E Grillo è venuto fuori con quell’annuncio. Abbiamo ricevuto tanto, ora dobbiamo dare! Ovviamente poi lui è partito davvero. Anche Celentano, che predicava molto, era d‘accordo, ma poi Grillo è partito col M5s e Celentano no”. Si ma chi è allora Grillo oggi, un politico, quello che non voleva essere? Gaggero sorride sempre, sotto la visiera di medico buono, che ha la fila di pazienti curati gratis fuori dal suo studio. “Grillo non è un politico, è un utopista, un sognatore che ora pensa di avere realizzato il suo sogno. Per questo è così contento del governo Draghi e di quel ministero dove c’è Cingolani, che è amico anche di Piano.
I ROBOT DI CINGOLANI PER IL PONTE DI RENZO PIANO. I robot che hanno permesso di costruire bene e rapidamente il ponte di Genova di Renzo Piano li ha mandati Cingolani. “È tutta una congiuntura positiva quella che mettiamo insieme”, dice Gaggero. “E Grillo, per quello che sta succedendo, passerà alla Storia. Renzi si occupa del sottobosco politico. Grillo dei suoi sogni. Non possono essere messi insieme nella cronaca politica di questi mesi sconvolgenti:”. Il gruppo pegliese dei tre amici più Grillo con il passare degli anni si è consolidato e allargato, ha avuto perdite, ma anche rinforzi. Gaggero ricorda don Andrea Gallo, il “prete da marciapiede” genovese, noto per le sue battaglie sociali, scomparso otto anni fa. “Ci aveva insegnato che il modo migliore per aiutare gli altri non è offrire solo soldi e cose materiali. Ma realizzare azioni e opere che facciano stare meglio più gente possibile, aiutare chi è in difficoltà . Quindi altro che beneficenza, ma azioni vere, fino al bing bang politico. Nel gruppo c’era anche Arnaldo Bagnasco, ex camallo del porto, diventato uno degli inventori della televisione ai tempi di Mixer, alla fine presidente di Palazzo Ducale. “ Lui ci aiutava con la sua grandissima capacità comunicativa. “ Il suo posto è stato preso da Antonio Ricci, anche lui ligure, grande autore Tv, oggi l’inventore di “Striscia la notizia”. Hanno tutti lo stesso stile questi “quattro amici al bar”, di cui Gaggero è un po’ la bussola, il punto di riferimento, in questo angolo anche un po’ riservato di Pegli. Come è nato il ponte: “Merito delle maestranze genovesi” - “Diventando vecchi ci sentiamo sempre più spesso”, racconta ancora. “E la parola d’ordine è sempre una domanda: stai lavorando? Guai smettere! Io sono in studio a 83 anni dodici ore al giorno. Solo da sette anni non lavoro più la domenica, Ma quello che lavora di più è Renzo Piano. Non si ferma mai. E’ sempre in giro per il mondo. Un po’ lo invidiamo”. Renzo Piano, che è anche senatore a vita, forse è anche il più vicino a Gaggero, con il suo fantastico studio-atelier genovese, sulla collina di Vesima, a pochi chilometri da questo studio-bussola. “Non ho mai visto Renzo così concentrato come sul ponte di Genova. Per lui quella storia è stata una ferita incredibile, quel crollo. Ma poi quel cantiere che ha ricostruito così bene e così rapidamente. “Vedi Flavio – mi ha spiegato – è tutto merito delle maestranze genovesi, della loro capacità di mettere insieme i pezzi con quella precisione. Parlano tanto di modello Genova. Ma secondo me quello è stato il modello Piano. Senza di lui, che la mattina dopo il crollo era già li a prendere le misure, il ponte non ci sarebbe…”.
GRILLO DOMINA IL M5S COL CASCO DA ASTRONAUTA. Ma non si può non tornare a Grillo, che ora è così prepotentemente sulla scena, che domina le trattative politiche, che irrompe e poi se ne va con il casco da astronauta. Gaggero torna a quell’annuncio dal palco genovese, tra una canzone e uno show, quando anche agli amici per primi aveva annunciato la sua “discesa in campo”. “Era la sua vocazione, quasi una vocazione religiosa, con il suo stile, con la tecnica di grande comico, che si maschera, irrompe nelle piazze, sfida la politica. “Io e Piano soprattutto lo teniamo sempre in guardia. Gli abbiamo spiegato che non tutti i politici sono cattivi, che bisogna distinguere, che non si può rompere con tutti. Ma gli abbiamo anche spiegato che deve distinguere tra i suoi. “Draghi gli piace, ma non possiamo dire che è un trasformista. Perché prima magari il suo giudizio sul superbanchiere era diverso. E’ uno pulito, che crede sempre fino in fondo in quello che fa e ora è molto convinto”. Ma non è che almeno in passato Grillo avesse qualche idea politica, almeno qualche convinzione, prima di “buttarsi” da quel palco? Gaggero lo esclude. Racconta della sua personale convinzione socialista, ereditata da un padre che a Pegli era il segretario della sezione del Psi, amico di Sandro Pertini. Da cui aveva imparato la lezione che per diventare un buon amministratore bisogna prima studiare. E se non sei capace allora non amministrare, stattene nel partito.
COME SARÀ IL FUTURO DI GRILLO E DEL M5S. Già ma tanta amicizia, rapporti tanto stretti, quasi quotidiani, cosa possono far prevedere per il futuro di Grillo, secondo questa visione “pegliese”, ma sicuramente ben più allargata? “Grillo è molto preoccupato per l’Italia, pensa ora di avere fatto la cosa giusta con Draghi. E crede in quel ministero-svolta. Ha imparato a distinguere anche tra i grillini veri, passando attraverso anche qualche esperienza genovese. Nella quale ha cambiato il giudizio su qualche “militante” locale. Come quella Alice Salvatore, ex consigliera regionale, ora uscita dal Movimento. Gaggero insiste e per spiegare come è veramente l’”elevato” racconta dell’ultimo Natale. Che, come ogni anno, lui e Grillo hanno trascorso pranzando con la comunità di sant’Egidio. Insieme con i più poveri e ai malati di Alzheimer. Passando ore e ore in compagnia degli ultimi. “Bisognava vedere la pazienza di Beppe con loro, che neppure lo riconoscevano, a cercare di distrarli, di farli sorridere…. Quando è finito il pranzo ci siamo accorti che non avevamo neppure mangiato un boccone e ci siamo accontentati di un bicchiere di acqua minerale, senza neanche le bollicine”. Genova è nel cuore di Grillo. Anche se è , come titolava “L’Espresso” qualche tempo fa, il luogo dove per l’ex comico, oggi grande stratega, “tutto comincia e tutto finisce”.
DAL CEP DI PRÀ ALLA VILLA DI NERVI LA GESTAZIONE DEL M5S. Tutto comincia al Cep di Prà nella politica-non politica del Movimentoforse non più movimento. A Sant’Ilario, la residenza ufficiale, la bellissima villa sulla collina di Nervi. Dove probabilmente il sogno che il dentista amico Gaggero ha raccontato è germogliato in quei giardini da favola. E tutto finisce con le delusioni, le fughe dei fedelissimi della prima e della seconda ora grillina. I “comunali” Paolo Putti e Marika Cassimatis, fuoriusciti con polemica dal movimento. E ora, dopo la svolta Draghi, i reietti senatori Matteo Mantero e Mattia Crucioli, eletti in Liguria. E, insieme ai deputati Leda Volpi e Marco Rizzone, espulsi, usciti o cacciati. C’è un diaspora grillina nella terra madre. Che è anche culminata con lo strappo di quella Alice Salvatore, ex pupilla di Grillo, autocandidata alla presidenza della Regione in settembre. “Bocciata” dal suo mentore, che già ragionava in termine di grandi alleanze. E poi affondata in una corsa solitaria, quando Grillo aveva acconsentito alla scelta di Ferruccio Sansa, come candidato giallorosso al trono regionale. Gaggero sorride ancora di fronte alle domande sulle “beghe” di partito e di Movimento e ripete, da questa bolla di Pegli a Genova, che Beppe non è un politico. E si muove in ben altro modo rispetto ai politici per realizzare i suoi sogni.