di Franco Esposito
Rossa, arancione, gialla? La zona per l’Italia più appropriata e corretta sarebbe quella marrone. Ed è come aver detto tutto con l’attribuzione dell’unico colore possibile per dipingere e sistemare il Paese nella graduatoria europea delle brutte figure, evidente retaggio evidenti di un recentissimo passaggio di governo fallimentare. Appunto di colore marrone. Ciò detto per doverosa opportuna precisazione, siamo alla notizia del giorno. Forse una notiziola, però di un certo peso e di una certa importanza per i riflessi positivi che potrebbe proiettare sul mondo dello sport. Anch’esso facile vittima della pandemia, come quasi tutti i settori della vita in Italia. Già, lo sport, in assoluto vietato alla visione e alla passione del pubblico spettatore.
Scaraventato giù dalla torre il campano Spadafora, ormai ex protagonista di ripetuti disastri, non solo dialettici, padre della presunta riforma dello sport mai portata a compimento, in mancanza di un ministero vero, non presente nel governo Draghi, ci prendiamo con piacere un sottosegretario. Anzi una sottosegretaria, molto meglio di niente, certamente. Anche perché qui si parla di una sportiva a ventiquattro carati. Una ex atleta e tre volte campionessa olimpionica, sì medaglia d’oro, del fioretto individuale, e trionfatrice ai Giochi e ai mondiali con il Dream Tream. La magica meravigliosa squadra di fioretto femminile.
Valentina Vezzali, jesina, prodotto di una grande scuola della scherma, nominata sottosegretaria allo sport. Una scelta in controtendenza, a ben vedere. Titolare di una bacheca infinita, Valentina Vezzali va ad occupare l’unica casella rimasta vuota dopo la nomina dei ministri e la rissa dei partiti per l’attribuzione dei posti di sottosegretario. E quello a cotè dei portaborse o faccendieri, categoria onnipresente nel sistema politico in Italia.
Sposata con un ex calciatore campano, separata, due figli, Valentina Vezzali, una leggenda dello sport, non solo della scherma, è l’atleta più medagliata d’Italia. Tre ori alle olimpiadi, sedici ai campionati del mondo, tredici europei. L’idea è quella di farla passare come una scelta tecnica nel cosiddetto governo dei migliori. Destinataria, si tempi, degli elogi di Silvio Berlusconi, entrò in Parlamento con Mario Monti primo ministro.
Il professore candidò la Vezzali, diventata d’emblè onorevole di Scelta Civica. Ma lei non si scompose, rimase lei, e ogni cosa le fu consentita. Anche di rivelare che “Monti è strasicuro di diventare presidente della repubblica”. A Montecitorio fece sentire il senso della sua presenza. Pretese che venisse suonato l’inno prima di ogni seduta. “Dobbiamo essere più nazionalisti”, detto con candore mentre già pensava di appendere il fioretto al classico chiodo. Non è una tipa facile, proprio no. Conosciuta e apprezzata in Italia, all’estero lo è ancora di più. Molto di più.
La nomina di Valentina, donna d’azione e di carattere a dispetto magari del fisico non di gigantessa, e di ghiaccio sulle pedane di tutto il mondo, riscatta passati assetti del ministero. Quello dello sport, che ha avuto come recenti ministri figure non certo indimenticabili. Politici conviventi con le brutte figure, e spesso presenze coreografiche e punto. Addirittura insignificanti, se non nell’ambizione di andare in tv a fare passerella. Lotti uomo di Matteo Renzi; il grillino Spadafora ha provato talvolta a indossare i panni dell’uomo d’azione.
Facile pensare che nessuno rimpiangerà Lotti e Spadafora. Ma la nomina a sottosegretario allo sport di Valentina Vezzali non esclude che possa dare vita ad alcune considerazioni di tipo politico. Da un lato la grandissima atleta che porta con sé doti che la indicano come proprietaria di un bel caratterino. Proprio in quel senso lì. Dall’altro lato, la politica che in questo momento è ampiamente parassitaria nei confronti dello sport sconquassato anche dal covid. E che abbonda di campioni maschi, anche se non tutti, per fortuna, viziati o bulli. Il buonsenso consiglierebbe di non calcare troppo la mano sul fattore femminile. Dovendo mettere nel conto – e tenerne conto – che negli organismi collettivi la Prima Donna è di per se stessa divisiva.
A Valentina Vezzali ministro aveva pensato a lungo Matteo Renzi premier, abbracciato al desiderio di dare una precisa e intensa colorazione rosa al governo all’epoca da lui diretto. Il progetto è stato sul punto di essere varato. Ma tutto andò a carte quarantotto: lettere aperte, raccolte di firme, levata di scudi. La tre volte campionessa olimpionica del fioretto fu semplicemente un mancato ministro. La stoccata andò fuori bersaglio, quella volta.
Furono polemiche, e anche vibranti. Soprattutto su un tema: la Vezzali accusata di aver espresso opinioni “sul matrimonio e la famiglia naturale, uomo e donna, ignorando altre opzioni”. Salvo poi effettuare una clamorosa inversione di pensiero, come lei stessa ammise: avrei potuto farne a meno. Anche perché non ne aveva bisogno.
Fino al video, settembre del 2008, a “Porta a Porta”. Quel documento fece ridere e seminò pure una certa tristezza. Più che per il contenuto, per come era stato organizzato e allestito. Uno sconcertante grave siparietto. Al centro le lodi sperticate sparse da Silvio Berlusconi in versione galante. Un discutibile omaggio del vincitore politico che regala un fioretto con dedica. E al culmine dello scherzo, Valentina Vezzali che esagera. Una battuta mal riuscita, prendendo punto dal gergale della scherma: “Presidente, da lei mi farei veramente toccare”. Superfluo stare qui a spiegare: tutti conoscete il significato schermistico del verbo toccare. Laddove risultò dilatata la greve ironia di Bruno Vespa con quel suo “In senso tecnico…”. Una battuta anch’essa mal riuscita.
Un incidente di percorso e punto. Valentina Vezzali depositaria di infinita gloria sportiva. Atleta umana, le stoccate, la fragilità. la ribellione, la ferocia vincente. Nulla le è stato negato, dopo che lei ha regalato al pubblico di tutto il mondo meravigliose emozioni: Valentina sul podio col pargolo, lei col cappellino dello sponsor personale, Valentina che mette all’asta la tuta olimpica, le ballate sotto le stelle, Valentina che sfila in costume da bagno. Alla fine può dire tranquillamente di aver svoltato e cambiato vita. Ha idee spesso complicate, comunque non facili. E chi l’ha scelta per averla nel governo questo deve saperlo. E valutarlo.