Ci sono persone che si fa fatica a pensarle scomparse per sempre. Sicuramente Bernardo Bertolucci è tra queste: il suo cinema ha illuminato il cammino di una generazione votata alla politica e all’impegno e poi disillusa dalla fine dei miti. Bertolucci se n’è andato il 26 novembre di due anni fa. Martedì 16 marzo avrebbe compiuto 80 anni. «Gli piaceva essere celebrato, avrebbe voluto una grandissima festa per i suoi ottanta anni e non so come avrebbe preso questa situazione di zona rossa che impedisce ogni evento» rammenta la moglie Clare Peploe nella sua casa di Trastevere, a Roma. La sua città natale, Parma, gli renderà omaggio con una serie di iniziative. Alle 11,30 in piazza Garibaldi, nella facciata del Palazzo del Governatore, verrà scoperto uno stendardo in suo onore; alle 17,30 sul canale YouTube Città di Parma si terrà l’incontro dal titolo “Il mistero Bertolucci”, conversazione tra Gabriella Palli Baroni e Michele Guerra a partire dalla pubblicazione dei rispettivi libri “In cerca del mistero”, edito da Garzanti e “Il mistero del cinema” pubblicato dalla Nave di Teseo.
Nella raccolta delle poesie “In cerca del mistero” scritte da Bernardo durante gli anni dell’adolescenza e della giovinezza, pubblicata per la prima volta nel 1962 da Longanesi e oggi da Garzanti in una nuova edizione curata da Gabriella Palli Baroni arricchita di undici testi inediti, trovano spazio temi come la famiglia, le donne amate, i colli parmigiani e i piccoli eventi della quotidianità, in un’ambientazione intima e immaginifica. Nel testo inedito “Il mistero del cinema”, scritto in occasione della laurea honoris causa ricevuta dall’Università di Parma nel 2014, Bernardo Bertolucci ricostruisce la sua autobiografia artistica, tra cinema e memorie private. Il volume, nato dalle pagine trovate dalla moglie Clare Peploe, è curato da Michele Guerra. Il regista di capolavori come “Il conformista”, “Novecento”, “Ultimo tango a Parigi” e “L'ultimo imperatore” racconta la sua infanzia in un'Emilia di provincia che non sarà mai dimenticata, educato alla bellezza e alla poesia dal padre, il poeta Attilio Bertolucci, all'incontro da predestinato con la macchina da presa: i primi esperimenti da ragazzo, la vicinanza con Pasolini e Moravia, la scoperta di Godard e della Nouvelle Vague francese.
Non a caso il suo esordio nel cinema avvenne da assistente a Pier Paolo Pasolini, suo vicino di casa, per passare poi alla sceneggiatura e ai due cortometraggi amatoriali nel biennio 1956-1957, “La teleferica” e “La morte del maiale”. Nella sua autobiografia compaiono i ricordi intimi di famiglia, nelle valli sperdute di Casarola, i luoghi vicini da cui partire per esplorazioni quasi esotiche, la fatica di emergere convincendo i produttori, l’orgoglio di essere invitato e premiato dai festival più importanti. Al centro, come uno specchio attraverso cui guardare il mondo, la seduzione e il mistero del suo cinema. Dalle ore 19,30 alle 20 i cinema d’essai cittadini Astra, D’Azeglio e Edison accenderanno le insegne e le luci dei cinema, simbolicamente, come omaggio al maestro e come segnale di speranza per le riaperture delle sale. Infine, per tutta la giornata di martedì, grazie alla partership con Sky Arte HD e sui canali social di Parma 2021 sarà trasmesso gratuitamente il documentario “Bernardo Bertolucci - Parma è stata il cinema” sul legame del regista con la sua città.
Nel rievocare il lungo periodo passato con il famoso regista, la moglie Clare Peploe ha raccontato il loro primo incontro: «Fu alla proiezione del suo film ‘La strategia del ragno’. Fui molto sorpresa dal suo modo di parlare di cinema. Era l’epoca in cui si andava, da cinefili, in gruppetto a Londra o a Parigi per vedere un film di Raoul Walsh. Allora il cinema era una religione, comprare un biglietto era un impegno, la sala aveva qualcosa di sacrale. Tutto questo non esiste più, oggi c’è uno tsunami di altri format». Intanto si sta lavorando, anche in tempo di Covid, all’ultimo progetto lasciato incompiuto da Bertolucci, intitolato “The Echo Chamber". «C’è un regista internazionale – spiega la moglie - che è interessato alla sceneggiatura, sarebbe bello se lo facesse. È un film sullo stato d’animo di Bernardo nell’ultimo periodo, sulla morte e sul vivere la vita, una struttura molto interessante. Non posso dire di più». L’urna di Bertolucci per ora è depositata nella casa di Trastevere, ma Clare Peploe annuncia: «Dovremo portarlo a Casarola, nelle montagne parmigiane, anche Giuseppe sarà lì. C’è la casa di Attilio e Ninetta che vogliamo trasformare in un posto per incontri e workshop. Nel paese ci vivono poche persone. Ma ricordo che Bernardo andò al cimitero di Tokyo dove era sepolto Ozu e mi piace pensare che Casarola sia il posto dove i giovani possano trovare Bernardo».
Marco Ferrari