Letta vede Draghi. E non molla sui capigruppo. Il neo leader del Pd ha incontrato il premier, ieri mattina. Insieme, i due hanno parlato di Europa, piano vaccinale e rilancio post epidemia. Ma più che il dialogo con l'inquilino di Palazzo Chigi, a tenere desta l'attenzione del segretario del Pd, in questa fase, è soprattutto la questione legata alla rappresentanza dem di Camera e Senato. Letta, infatti, vorrebbe due donne a capo dei raggruppamenti.
Lo ha ribadito anche ieri spiegando che una squadra con soli uomini ai vertici potrebbe, al massimo, disputare "un campionato maschile", mentre il Partito Democratico gioca "nel campionato di tutti". E per giunta, ha osservato ancora, il partito del Nazareno "ha donne di qualità fra cui i gruppi potranno scegliere". Non ha fatto nomi, per ora, il segretario, consapevole che l'autonomia degli eletti è la strada da seguire in questa delicata partita. Tuttavia, la sfida in “rosa” di Letta rischia di intaccare equilibri molto delicati. Lo dimostra il fatto che la partita non sembra destinata a sbloccarsi a breve tanto è vero che a Palazzo Madama si mormora che il presidente dei senatori dem, Andrea Marcucci, forte di una maggioranza schiacciante, non ci pensi nemmeno lontanamente a dimettersi per lasciare il posto ad una lady (la vicepresidente dell'Aula Anna Rossomando?).
In ogni caso bisognerà aspettare, forse più a lungo delle 24 ore che erano state ipotizzate in un primo momento, prima che i gruppi trovino la quadra per riunirsi e scegliere i loro nuovi leader.