Gente d'Italia

Vaccini, ora l’Ue è divisa. L’Austria e altre 5 nazioni contestano le ripartizioni

Di STEFANO GHIONNI

Sarà anche l’Unione europea. Fatto sta che al momento ci sono non poche divisioni tra gli stessi Stati membri in merito al tema dei vaccini. Sulla loro distribuzione, e in particolare sulla ripartizione delle 10 milioni di dosi di Pfizer-BioNTech che sono state anticipate al secondo trimestre con un nuovo contratto della Commissione europea. Ebbene, a protestare è stata in primis l’Austria affermando che alcuni Paesi ricevono più della loro giusta quota. “Quando degli Stati membri hanno a disposizione molti meno vaccini rispetto ad altri, penso che questo sia un grosso problema per l'Europa”, ha detto il cancelliere Sebastian Kurz che guida una coalizione di altre 5 nazioni (Lettonia, Bulgaria, Slovenia, Repubblica Ceca e Croazia) che chiedono un meccanismo di correzione. Dopo qualche ora dallo sfogo, il cancelliere ha voluto ringraziare la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente di turno Antonio Costa “che stanno lavorando a un meccanismo di compensazione”. Intanto è sempre più alta la tensione tra la stessa Ue e la casa farmaceutica AstraZeneca, rea secondo la Commissione europea di non rispettare i termini di consegna concordati. Ebbene, Bruxelles sembra intenzionata a proseguire sulle vie legali. Sul piatto della bilancia, i tagli annunciati da AstraZeneca che da 30 mii più ricchi e i sempre più poveri (fra cui rientrano in numero crescente lavoratori e piccoli imprenditori del ceto medio), tra donne e uomini, tra anziani e giovani – richiamano a un forte senso di responsabilità che deve accomunare le lioni di dosi ne ha consegnate 18. Ma è in auge anche il caso delle dosi stoccate nello stabilimento di Anagni (29 milioni), nel Frusinate. Ma su questo punto la von der Leyen è stata chiara: “Resteranno nell’Ue, non le faremo uscire”. Su AstraZeneca si è espresso duramente anche il premier italiano Mario Draghi: “Gli europei si sentono ingannati”. Nel frattempo, il ministro della sanità britannica Hancock ha dichiarato che la differenza del risultato in termini di dosi consegnate al Regno Unito e alla Ue dipende dal fatto che il contratto firmato dalla Commissione prevede che AstraZeneca si impegni a fare “i migliori sforzi” per rispettare gli impegni mentre il contratto firmato con il governo britannico rispecchia un accordo in esclusiva per cui è questo che prevale sul primo. Dichiarazioni che avrebbero irritato non poco i piani alti della Commissione europea.

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