Nell'anno della pandemia il calcio uruguaiano ne sta uscendo stravolto. Dopo la clamorosa retrocessione del Danubio, un altra storica squadra affonda in serie B per uno strano scherzo del destino: il Defensor Sporting. La tragedia del "violeta" si è consumata solo pochi giorni dopo quella capitata agli storici rivali e così la prima divisione ha perso in una settimana le uniche due squadre che sono riuscite a spezzare la tradizionale egemonia rappresentata dal duopolio Peñarol-Nacional.
Fondato nel 1913 a Montevideo nella zona di Punta Carretas e poi trasferitosi al Parque Rodó per lo stadio, il Defensor aveva giocato in B soltanto in due occasioni (1949 e 1964) prima di arrivare a vincere il campionato nel 1976. Quel trionfo fu un'impresa titanica, fu la dimostrazione che tutto era possibile perché per la prima volta il titolo usciva dal controllo dei due giganti, le due squadre più blasonate e vittoriose dell'Uruguay che rimasero inaspettatamente all'asciutto. Quel periodo è alimentato da leggende e racconti popolari dato che il Defensor veniva considerato un "equipo rojo", alcuni dei suoi calciatori erano di sinistra mentre fuori la violenza brutale della dittatura teneva in pugno il paese.
Gli altri tre titoli nazionali arrivarono nel 1987, 1991 e 2008 e sono estremamente significativi. Nell'albo d'oro del campionato ci sono pochissime eccezioni, tra queste i 4 titoli conquistati a testa da Defensor e Danubio. A livello internazionale i migliori risultati del "violeta" sono stati raccolti negli ultimi anni tra cui spicca una dignitosa semifinale nel 2014.
Al di là dei successi, al Defensor viene anche riconosciuta la capacità di aver coltivato -così come i rivali del Danubio- uno dei migliori settori giovanili dell'Uruguay che si è messo in mostra specialmente negli ultimi due decenni. Molteplici sono stati i calciatori lanciati alla ribalta: il difensore della Fiorentina Martín Cáceres, il centrocampista del Celtic Diego Laxalt con un lungo passato in Italia, "el loco" Abreu, Giorgian De Arrascaeta, Nicolás Olivera e poi ancora una bandiera del Bologna come Diego Pérez, i due ex cagliaritani Darío Silva e Marcelo Tejera, Gastón Silva (ex Torino) e Mauricio Lemos (ex Sassuolo).
Nella rosa attuale del Defensor ci sono anche due calciatori che hanno giocato diversi anni in Italia: l'ex centrocampista della Lazio "Tata" González e Franco Zuculini, una breve parentesi al Genoa prima di indossare le maglie di Bologna, Verona e Venezia.
Con questa ultima retrocessione di lusso, la seconda divisione uruguaiana si annuncia avvincente per il prossimo anno. Oltre al Defensor e al Danubio, al torneo cadetto parteciperanno altri due club storici e arcirivali come Cerro e Rampla e poi ancora l'Atenas guidata da Diego Forlán.
di Matteo Forciniti