di Roberto Zanni
Non si tratta solo di Cristoforo Colombo, ma molto di più: è la cultura, il patrimonio e sì il rispetto per tutta la comunità italo-americana degli Stati Uniti. Si comincia da Philadelphia, ma potrebbe essere solo l'inizio di una protesta più ampia, perchè non si può continuare a subire. Gli italo-americani degli Stati Uniti hanno infatti intentato una causa per i diritti civili contro James F. Kenney, sindaco di Philadelphia, per i molteplici casi di discriminazione anti-italiana con aggiunta elusione del Philadelphia City Council per l'emissione di un ordine esecutivo con la volontà di abolire il Columbus Day. L'annuncio è stato dato dall'avvocato George Bochetto, dello studio legale Bochetto & Lentz, che ha depositato l'esposto al tribunale federale, U.S. District Court, della città della Pennsylvania. Una denuncia che porta la firma di numerose associazioni, almeno 50, a cominciare dalla Conference of Major Italian American Organizations, presieduta da Basil Russo e che raccoglie associazioni da tutto il mondo. Infatti oltre agli Stati Uniti sono anche rappresentate Italia, Canada e Sud America. Si va da Filitalia International a Italian Sons and Daughters of America, UNICO National, Justinian Society of Lawyers, National Italian American Bar Association solo per nominarne alcune. Ma alla causa intentata si sono uniti anche Mark F. Squilla, councilman della città di Philadelphia e la 1492 Society presieduta da Jody Della Barba. Nei 189 paragrafi della causa federale, si chiede, tra le altre cose, l'annullamento dell'ordine esecutivo (di abolizione del Columbus Day sostituito dal Indigenous Peoples Day) di Kenney. Inoltre vengono confutate le giustificazioni portate da Kenney per l'eliminazione del Columbus Day e cioè che il navigatore genovese commise atrocità nel Nuovo Mondo. In seguito a una documentata ricerca opera di Robert F. Petrone si arriva invece a una verità che è l'opposto: Colombo non solo non fu autore di genocidio, ma in realtà fu il primo attivista per i diritti civili delle Americhe. "Colombo - si legge - proibì il maltrattamento e la riduzione in schiavitù dei popoli indigeni da parte degli hidalgos (nobili terrieri spagnoli) durante il suo mandato nelle Indie Occidentali...salvò i Tainos.... e presentò con successo una petizione al re di Spagna per la promulgazione della prima legislazione sui diritti civili delle Americhe decretando che 'tutti gli indigeni di Hispaniola dovevano essere lasciati liberi". Nella denuncia presentata dalle associazioni italiane vengono elencati anche altre azioni discriminatorie intraprese da Kenney contro gli italo-americani di Philadelphia. Un elenco di fatti che lascia sgomenti. Infatti nella causa federale si accusa Kenney di 1) aver privato di vaccini anti-COVID i residenti del quartiere italo-americano di Philadelphia; 2) la rimozione furtiva della statua del primo e unico sindaco italo-americano di Philadelphia (Frank Rizzo); 3) la tentata rimozione, sempre furtiva, della statua di Cristoforo Colombo; 4) aver definito 'vigilantes' gli italo-americano che avevano difeso la statua di Colombo 5) aver chiamato 'guido' (nello slang, parola offensiva) potenziali immigrati italiani. "Giusto succede in questi giorni - ha commentato l'avvocato George Bochetto - abbiamo un sindaco che ha completamente perso la strada ed è deciso a umiliare e disonorare la cultura italo-americana di Philadelphia: non lo tollereremo". E l'arrogante risposta di Kenney è arrivata con una nota a CBS3: "Questa causa è uno stratagemma politico palesemente privo di valore - il comunicato - e sprecherà risorse preziose in un momento in cui stiamo affrontando una pandemia... e lavoriamo per costruire una città più sicura ed equa per tutti".