Johnson e Johnson, vaccino somministrato negli Usa: sette milioni di vaccinati e sei casi, sospetti, di trombosi collegata alla vaccinazione, di questi sei casi uno mortale. Un caso sospetto ogni milione e 150 mila vaccinati, una vittima su sette milioni di vaccinati.
Una tale sproporzione legittima la domanda: perché sospendere la somministrazione del vaccino degli Usa e ritardarla di conseguenza in Europa? Il drammatico e irrisolto e forse irrisolvibile problema è che, ancora una volta, scienza e medicina da una parte e politica e opinione pubblica dall'altra parlano lingue diverse, non si intendono, reciprocamente si confondono e si ingannano e manca chi sappia e possa fare il traduttore.
Scienza e medicina applicata ragionano e funzionano così: ho sperimentato vaccino (o farmaco che sia) su diecimila persone, nessuna reazione avversa. Vaccino efficace (o farmaco che sia) su diecimila e nessuna reazione avversa su diecimila. Lo autorizzo e lo somministro con prescrizioni d'uso legate e coerenti con questo risultati. Poi lo stesso vaccino (o farmaco) viene somministrato a dieci milioni di persone e lo spettro delle probabilità si allarga, registro dieci reazioni avverse.
Il vaccino o il farmaco restano per la scienza e per la medicina efficaci e restano anche sicuri, vanno però integrate o modificate le prescrizioni d'uso. Succede regolarmente per i farmaci che regolarmente assumiamo: sulla base della somministrazione di massa si modificano il quanto, il come e il quando e lo a chi darlo il farmaco. Succede, ed è ovvio succeda, anche ai vaccini. Un caso ogni milione e passa di Johnson non fa di quel vaccino un fabbrica trombosi e non ne fa un farmaco pericoloso. Sospendere serve a riaggiornare le prescrizioni d'uso.
Politica e pubblica opinione parlano e intendono altro linguaggio, per loro un vaccino sospeso è un vaccino con lo stigma di vaccino magari da evitare. Inutile dilungarsi, è così e non altrimenti. Sospendere un vaccino anche per pochi giorni per la gente vuol dire che di quel vaccino non ci si può fidare, se possibile evitare. Vale anche per i governi che non vogliono grane con le rispettive opinioni pubbliche.
AstraZeneca, c'è un intero paese, la Gran Bretagna, vaccinato ad AstraZeneca e non risultano stragi di vaccinati. Un caso sospetto ogni 150-200 mila vaccinati (i vaccinati con AstraZeneca sono molti di più di quelli con Johnson). Meno di quanto non comporti l'assunzione di medicinali di largo uso. Eppure pare ormai uno su tre dei vaccinandi italiani lo fugga e AstraZeneca consigliato solo al di sopra della soglia di età dei rarissimi casi registrati.
Ora Johnson vaccino stesso percorso, la gente che lo attendeva come una manna (una dose e americano) ne diffiderà. E lo stesso accadrà a Sputnik che ha molti tifosi ma la stessa tecnologia immunologica di AstraZeneca e Johnson. Vaccini di cui si circoscrive l'uso ma soprattutto si piccona la fiducia.
Il non intendersi tra scienza e medicina e governi e pubblica opinione può spingere là dove sarebbe folle andare eppur qualche passo in quella direzione si è fatto: al primo effetto avverso di un vaccino Pfizer o Moderna che si fa, si sospende tutto? Sì dice la scienza e la medicina. Si sospende per aggiornare prescrizioni d'uso, si sospende per proseguire meglio non per fermarsi. Ma governi e gente comune vivono la sospensione temporanea di un vaccino come sospetto di inaffidabilità di quel vaccino. Sospendere dovrebbe servire a proseguire con maggior garanzia, nei fatti sospendere serve, anche contro le intenzioni di chi lo fa, a rallentare e complicare la vaccinazione di massa.
Sospendere un vaccino e poi farlo ripartire, sospenderlo per rassicurare la gente ottiene l'effetto opposto: la gente non si sente per nulla rassicurata dalla sospensione. Scienza e medicina dicono nel loro linguaggio (benefici superiori ai rischi) che l'anestesia in caso di interventi chirurgici (ogni centinaia di migliaia di casi un paziente muore) salva migliaia di vite e consente decine di migliaia di guarigioni.
Vale anche per i vaccini: anche fossero, cinque vittime per milione di vaccinati sono da rapportare ai morti per milione di malati Covid. Spetterebbe al decisore politico tradurre il linguaggio della scienza e della medicina, assumendosi la responsabilità politica della traduzione. Ma il decisore politico ha paura di farlo, si ripara e nasconde dietro il linguaggio della scienza e della medicina e consente il grave danno del non capirsi tra opinione pubblica e scienza medica.
di Riccardo Galli