Sono state fissate per il prossimo 3 dicembre le elezioni per il rinnovo dei Comites come recentemente reso noto dalla direzione generale per gli italiani all'estero della Farnesina. Con oltre un anno di ritardo, dunque, gli organismi di rappresentanza più vicini alla cittadinanza saranno rinnovati con l'enorme sfida di aumentare il più possibile la partecipazione.
Seppur ampiamente prevedibile, la notizia delle elezioni in Uruguay sta facendo suonare un campanello d'allarme: restano ormai pochi mesi per concludere la ricerca sulla nuova emigrazione e l'emigrazione circolare finanziata con quasi 5mila euro dal ministero degli Esteri. Detto in altri termini, sarà un corsa contro il tempo per evitare una clamorosa figuraccia.
Quella che era stata presentata come l'unica grande iniziativa dell'attuale gestione del Comites fino ad ora è stato un sonoro fallimento dovuto ai continui litigi che si sono susseguiti nel tempo e che non hanno ancora prodotto nulla di concreto. La commissione interna incaricata di seguire il progetto si trova da tempo completamente bloccata: è il riflesso di un Comites in agonia nei suoi ultimi mesi di vita lacerato dalle inutili lotte interne tra fazioni.
Nel corso dell'ultima seduta svoltasi il mese scorso l'esecutivo del Comites ha parlato della pandemia come una delle possibili cause per giustificare questo ritardo madornale. Questa tesi impone una domanda doverosa: oggi che l'Uruguay sta vivendo il suo momento peggiore nella diffusione del virus (ma solo negli ultimi mesi la situazione si è aggravata, prima era quasi un paradiso) come potrà essere realizzata la ricerca?
Votare nel dicembre di quest'anno implica implica concludere -e poi presentare- la ricerca almeno diversi mesi prima delle elezioni. Il tempo stringe, al Comites l'arduo compito di giocarsi la sua ultima possibilità.