Dopo AstraZeneca, adesso è il turno del vaccino della Johnson & Johnson a essere finito nel mirino dell’Ema dopo alcuni casi di trombosi avvenuti dopo le inoculazioni e che hanno sospeso al momento la distribuzione di questo tipo di siero. Ebbene, l’agenzia europea per i medicinali tra una settimana darà il proprio responso in merito all’utilizzo o meno dopo che avrà indagato sui casi segnalati.
Comunque già ieri l'Ema ha fatto sapere che “rimane del parere che i benefici del vaccino nella prevenzione del Covid-19 superano i rischi degli effetti collaterali”. L'Agenzia sta lavorando a stretto contatto con la Food and Drug Administration (Fda) statunitense e altri regolatori internazionali.
Tornando all’Europa, c’è a segnalare una buona notizia comunicata ieri da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione dell’Ue. In pratica ha detto che è stato raggiunto un accordo con la casa farmaceutica Pfizer-BioNTech per avere 50 milioni di dosi aggiuntive che saranno consegnate nel secondo trimestre.
Di queste, ha specificato il commissario all'emergenza Francesco Paolo Figliuolo, ne arriveranno il 13% entro giugno, quindi circa 1,5 milioni di dosi. Ma non finisce qui, perché la von der Leyen ha poi aggiunto che “stiamo entrando in un negoziato con PFIZER/Biontech per un terzo contratto che prevede 1,8 miliardi di dosi di vaccini tra il 2022 a il 2023”.
Insomma, qualcosa sembra muoversi. Da segnalare infine che la Danimarca ha chiuso definitivamente le porte ad AstraZeneca: in quel Paese nessuna inoculazione con quel tipo di vaccino, anche a costo di ritardare la campagna vaccinale. Troppi, per il governo, i timori legati ai suoi effetti collaterali.