di Pino Nicotri
La secessionista Repubblica Veneta riuscirà a fare il botto? Ha inviato le condoglianza in italiano e in inglese alla regina d’Inghilterra per la morte del suo consorte principe Filippo. Specificando a chiare lettere che essendo nato a Corfù è “nato in terra veneta”.
Ha tirato in ballo il Papa e la Santa Sede con una manifestazione su suolo di proprietà vaticana a Padova. Per celebrare il 25 aprile “la festa nazionale di San Marco e della cristianissima Repubblica Veneta”.
Andiano per ordine. Notiamo intanto che il 25 aprile è per l’Italia la festa nazionale della Liberazione dal fascismo. Repubblica Veneta ha voluto invece contrapporle una celebrazione che allude abbastanza chiaramente, e polemicamente, a quella che viene chiamata “liberazione del Veneto dall’Italia”.
Nell’ottobre 2016 l’associazione secessionista Repubblica Veneta è nata e si è autonominata erede della Serenissima Repubblica di Venezia. Dandosi anche un Maggior Consiglio di 120 membri, un decimo dei 1.200 della Serenissima. E nominando il nuovo doge, l’ex libraio Albert Gardin, per la precisione il 121esimo.
Da allora non ha smesso di prendere iniziative di politica internazionale decisamente ambiziose. Ogni nuova iniziativa è stata resa nota con appositi comunicati inviati in lungo e in largo a giornali, agenzie di stampa e mass media vari. Che però li hanno sempre ignorati. Con l’eccezione di Blitz quando Repubblica Veneta ha assegnato il premio Casanova al presidente francese Emmanuel Macron.
Una mossa, il premio Casanova, per tentare – invano – di intavolare una trattativa con la Francia sia per la restituzione di un dipinto del Canaletto razziato, tra l’altro, dai francesi di Napoleone. Sia per una revisione del trattato di Campoformido, che a suo tempo ha sancito la fine della gloriosa e pluricentenaria Serenissima. La trattativa non c’è stata.
Repubblica Veneta tramite il suo Ufficio Dogale, cioè del doge, ha man mano preso posizione su vari temi internazionali. Per esempio, contro Biden e l’Unione Europea per il contenzioso con la Russia a causa dei problemi con l’Ucraina. E contro il processo, le estradizioni e gli arresti voluti in Spagna contro i leader dei secessionisti catalani.
Non è mancata neppure la dura “condanna giudiziaria” emessa il 19 dicembre scorso nei confronti del nostro presidente della Repubblica e dell’allora premier Giuseppe Conte per i motivi resi noti con il seguente comunicato:
“REPUBBLICA VENETA SERGIO MATTARELLA E GIUSEPPE CONTE, CONDANNATI DALLA CORTE SPECIALE CRIMINALE VENETA PER RESPONSABILITÀ GOLPISTE E ISTAURAZIONE DI UN REGIMEANTIDEMOCRATICO E LIBERTICIDA.
Oggi, 19 dicembre 2020, a Montecchio Maggiore, nella Sala Giustizia, la Corte Speciale Criminale, alla presenza del Doge Albert Gardin, ha processato e condannato i Presidenti occupanti Mattarella e Conte. Sulla base dell’accusa formulata dal Maggior Consiglio della Repubblica Veneta.
Sergio Mattarella e Giuseppe Conte sono stati riconosciuti, in concorso tra di loro, come autori di un Colpo di Stato per l’istaurazione di un regime dittatoriale antidemocratico e liberticida.
La sentenza della Corte Speciale, che ha una valenza morale, sarà trasmessa alle organizzazioni internazionali per ogni conseguenza di diritto e per rendere ulteriormente comprensibili le iniziative della Repubblica Veneta. Atte al recupero della propria sovranità, ancora impedita dall’occupazione italiana”.
Emessa la condanna, il doge Gardin il 17 gennaio ci ha tenuto a comunicarla ai magistrati italiani, come recita l’apposito comunicato:
“UFFICIO DOGALE
Ai membri del Maggior Consigli e ai membri della Corte Speciale Criminale.
La sentenza della Corte Speciale Criminale del 19.12.2020 va inoltrata al più presto possibile alla Procura della Repubblica italiana a Venezia. Per dare un valore giudiziario ulteriore alla gravissima condanna emessa nei confronti del Governo Mattarella-Conte. Riconosciuto come “associazione a delinquere”. Responsabile di aver organizzato un Colpo di Stato e dell’instaurazione di un regime basato su decretazioni liberticide, antisanitarie, antisociali e antieconomiche.
Propongo di effettuare il deposito della sentenza veneta presso la caserma dei carabinieri di Mestrino (Padova), scelta per la sua centralità geografica.
Albert Gardin – CXXI Doge”.
Oltre alla via giudiziaria, ovviamente impraticabile, Repubblica Veneta il 31 marzo, approfittando della sostituzione di Giuseppe Conte con il premier Mario Draghi, ha tentato di imboccare la strada della trattativa con la seguente iniziativa.
”Il CXXI Doge, Albert Gardin, rende noto il testo di una proposta ai Presidenti Mattarella e Draghi per l’avvio di una trattativa per risolvere i problemi dell’occupazione italiana dei territori veneti.
Il Doge afferma in merito: “Su questa proposta intendiamo raccogliere miglia di sottoscrizioni per rendere la questione veneta di immedita attualità, dopo un silenzio durato troppo tempo!”
Ecco il testo della proposta
REPUBBLICA VENETA – UFFICIO DOGALE
Al Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella – Roma
Al Presidente del Governo italiano, Mario Draghi – Roma Per conoscenza:
Al Segretario Generale del Consiglio d’Europa – Strasburgo
Al Segretario Generale dell’OSCE – Vienna
Illustrissimi Presidenti,
il Governo Veneto propone al Governo italiano di aprire una trattativa urgente con l’obiettivo di porre fine allo stato di occupazione della Repubblica Veneta. Ricordiamo che i Veneti non hanno mai chiesto, ma esclusivamente subito le occupazioni straniere che si sono susseguite dal 1797 ad oggi.
Il Popolo Veneto ha diritto irrinunciabile e inviolabile al proprio autogoverno, secondo la propria storia, la propria civiltà e i propri valori.
Distinti saluti.
Albert Gardin – CXXI Doge”.
L’Eliseo, il Quirinale e Palazzo Chigi non rispondono? Repubblica Veneta guarda avanti e rilancia, questa volta rivolgendosi anche con tanto di invito scritto al Papa:
“Sommo Pontefice Papa Francesco I
Stato Pontificio / Città del Vaticano
Sommo Pontefice,
Vi informiamo, nella Vostra funzione di Amministratore provvisorio del Complesso Antoniano di Padova (Patti Lateranensi), e dunque come parte interessata, che il 25 aprile 2021, celebreremo sul Sagrato della Basilica di Sant’Antonio, dalle ore 15 alle ore 17, la festa nazionale di San Marco e della cristianissima Repubblica Veneta.
Un’occasione per avviare un chiarimento giuridico politico dei rapporti tra Stato Pontificio e Repubblica Veneta. Venuti a deteriorarsi per effetto dell’invasione straniera del 1797. E dello stato di occupazione della Serenissima che ne è conseguito e che permane ancora in essere, contro il diritto internazionale.
Saluti in Cristo.
Venezia, 16 Marzo 2021
Albert Gardin – CXXI Doge”.
I Patti Lateranensi hanno assegnato al Vaticano la proprietà della basilica, di tutto il complesso edilizio antoniniano contiguo e quindi anche del sagrato. Che fa parte della piazza antistante la basilica. Anche se formalmente è rimasto territorio italiano. Possibile quindi che la manifestazione venga vietata. E poiché i militanti di Repubblica Veneta non terranno in nessun conto l’eventuale divieto, è possibile che oltre all’inevitabile tensione sorgano problemi. Specie se polizia e carabinieri passeranno a sciogliere la manifestazione. Magari con la motivazione che causa della pandemia da Covid gli assembramenti saranno ancora vietati e le mascherine in pubblico ancora obbligatorie.
Eventuali incidenti renderebbero di colpo famosa Repubblica Veneta. Che potrebbe cominciare così a mietere consensi. Ricordiamo che nel Veneto è nata la Liga Veneta, antesignana secessionista della Lega nelle sue varie versioni sempre più ammorbidite e italianizzate. Lega Nord, Lega Veneta, Lega, Lega per Salvini Premier.
Versioni che nel Veneto orgoglioso della propria storia Serenissima e memore del referendum di annessione all’Italia aumentano gli scontenti e i mugugni.