“Rischio ragionato”, come sostiene il premier Mario Draghi, o azzardo? Il prossimo 26 aprile, l'Italia riaprirà i battenti, dopo i grigiori e le chiusure a singhiozzo delle zone rosse. Ma è veramente questa la strada giusta da intraprendere? O non sarebbe stato forse il caso di procedere con qualche cautela in più.
"È fondamentale continuare a rispettare le regole. Se questo verrà inteso come un liberi tutti è evidente che la situazione da metà maggio in poi cambierà” ha avvisato la Fondazione Gimbe, intervenendo ai microfoni della trasmissione "L'Italia s'è desta", in onda su Radio Cusano Campus.
“Mai come adesso – ha detto Nino Cartabellotta, presidente del Gimbe - deve emergere il concetto di alleanza tra politica, servizi sanitari e comportamenti dei cittadini perché questa è una fase molto delicata”. Poi il monito della Fondazione, che suona più che altro come una sorta di avviso ai naviganti per quel che potrà essere nel caso in cui l’onda dei contagi dovesse tornare ad avanzare: “Se dovesse ripartire la curva rischiamo di giocarci la stagione estiva" ha sostenuto Cartabellotta, il quale “tra rischio ragionato e calcolato” ha detto che esiste “una sostanziale differenza”.
“Il rischio ragionato – ha ribadito - è una valutazione di tipo politico. Draghi ha sottolineato che questo rischio si fonda su un presupposto fondamentale: il rispetto delle regole, mascherine, distanziamento, deve continuare. È giusto che la politica faccia la sintesi tra l'andamento della pandemia, il diritto alla salute e la libertà dei cittadini" ha concluso.