di Giuseppe Colombo
Procedure semplificate per le rinnovabili, ma anche la scuola 4.0 con aule cablate. E poi la rigenerazione urbana per i Comuni sopra 15mila abitanti. Ancora un pacchetto salute calibrato sulla "casa come primo luogo di cura". Ma anche un nuovo impulso alla digitalizzazione della Pubblica amministrazione e alla banda ultralarga "in tutto il Paese". Sono in tutto 36 le azioni principali che il Governo punta a mettere in campo con il Recovery. Tutto messo nero su bianco in un documento del ministero dell'Economia, che sarà presentato al Consiglio dei ministri in programma a palazzo Chigi. Tra le priorità anche le ferrovie: l'Alta velocità Salerno-Reggio Calabria, ma anche la Brescia-Verona-Vicenza e altre tratte, da Nord a Sud.
Gli obiettivi del piano Draghi: riparare i danni della pandemia e affrontare le debolezze strutturali. Produttività e lavoro donne tra le priorità
Piano nazionale di ripresa e resilienza-Pnrr Italy è il titolo del documento che si apre con uno sguardo di insieme al piano. Due gli obiettivi chiave: riparare i danni economici e sociali della pandemia e contribuire ad affrontare le debolezze strutturali dell'economia italiana. Questo secondo obiettivo è centrato su quattro debolezze da aggredire: ampi e perduranti divari territoriali, un basso tasso di partecipazione femminile, una crescita debole della produttività e i ritardi nell'adeguamento delle competenze tecniche, nell'istruzione e nella ricerca.
I soldi: 221,5 miliardi in tutto, tra Recovery plan e il Fondo finanziato con il deficit
Gli investimenti complessivi, si legge nel documento, sono pari a 221,5 miliardi: 191,5 miliardi entrano nel Recovery plan mentre 30 miliardi si aggiungono con il Fondo complementare istituito dal Governo e finanziato con il deficit. Confermate le sei missioni del piano Conte, quello approvato il 12 gennaio. Sono digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione sociale; salute.
La suddivisione delle risorse: 57 miliardi al green, 25,3 miliardi per le infrastrutture. Alla salute 15,6 miliardi
Alla prima missione, quella digitalizzazione e dell'innovazione, vanno 42,5 miliardi, il 22% del totale. Sono 57 i miliardi i soldi che andranno al green (il 30% del totale) mentre sono 25,3 i miliardi per le infrastrutture per una mobilità sostenibile. La missione Istruzione e ricerca assorbirà 31,9 miliardi (il 17% delle risorse totali), mentre all'inclusione e alla coesione andranno 19,1 miliardi.
Prima e dopo. Il Recovery plan vero e proprio si asciuga rispetto alla versione Conte, ma il totale del pacchetto europeo è più alto
Il Recovery plan del nuovo governo può contare in tutto su 191,5 miliardi, cinque miliardi in meno rispetto ai 196,5 miliardi del piano di Conte. L'asciugatura si riflette sui soldi assegnati alle sei missioni. Alla salute, ad esempio, il vecchio Recovery assegnava 19,7 miliardi, ora i miliardi sono 15,6 miliardi. Ma gli altri fondi del pacchetto Next Generation Eu e soprattutto il Fondo complementare da 30 miliardi voluto dal nuovo esecutivo ampliano il pacchetto totale. Più soldi e più progetti. Un esempio è sempre il pacchetto salute: se ai 15,6 miliardi del Recovery plan si aggiungono 1,71 miliardi del React Eu e 2,39 miliardi del Fondo si arriva a 19,7 miliardi, cioè alla stessa cifra del vecchio piano.
Le 36 azioni. Soldi anche al turismo "digitale", sostegno all'industria a idrogeno
La missione Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura prevede cinque azioni principali: digitalizzazione della Pa, incentivi per la transizione digitale e l'adozione di tecnologie innovative, la banda ultralarga e connessioni veloci in tutto il Paese. E poi ancora il sostegno alle filiere, all'internazionalizzazione e agli investimenti in tecnologie satellitari. Il turismo e la cultura da rilanciare "tramite un approccio digitale e sostenibile", garantendo un migliore accesso e uno sfruttamento dei siti culturali e turistici".
Sette sono invece le azioni della transizione ecologica. Tra queste spicca il sostegno alla produzione e all'uso dell'idrogeno nell'industria e nei trasporti. Ma anche la semplificazione delle procedure di autorizzazione per le rinnovabili. Forte accento anche sulle reti elettriche e sugli investimenti per ridurre i rischi del dissesto idrogeologico. La missione Infrastrutture per una mobilità sostenibile punta sull'Alta velocità ferroviaria, ma anche sull'introduzione dello European Rail Transport Management System, un sistema d'avanguardia pe la gestione e la sicurezza del traffico ferroviario.
Scuole moderne, cablate e orientate all'innovazione "grazie anche ad aule didattiche di nuova concezione" è il titolo dell'azione denominata scuola 4.0. Insieme ai soldi per asili nido, materne e ai servizi per la prima infanzia costituiscono il fulcro della missione Istruzione e ricerca. L'inclusione e la coesione - la quinta missione - punta sullo sviluppo dei centri per l'impiego, ma anche sulla rigenerazione urbana per i Comuni sopra 15mila abitanti e investimenti infrastrutturali per le Zone economiche speciali. L'ultima missione - la salute - punta sulla casa come primo luogo di cura (assistenza domiciliare), ma anche sulla telemedicina e sugli ospedali di comunità.
L'Alta velocità Salerno-Reggio Calabria, la Roma-Pescara, il collegamento Napoli-Bari. Tutte le ferrovie che saranno finanziate con il Recovery
La lista comprende la Salerno-Reggio Calabria, la Roma-Pescara, la linea Palermo-Catania-Messina. Ancora la linea Taranto-Battipaglia, Brescia-Verona-Vicenza, Orte-Falconara, Liguria-Alpi, Verona-Brennero, Napoli-Bari, Verona-Brennero. In via di definizione l'elenco delle linee ferroviarie regionali che saranno finanziate sempre con il Recovery.
Niente obbligo di rendicontazione a Bruxelles per i progetti inclusi nel Fondo
I progetti che non rientrano nel Recovery plan, come si diceva, saranno finanziati con il Fondo da 30 miliardi. Con una differenza sostanziale: nessun obbligo di rendicontazione a Bruxelles e possibilità di scadenze più lunghe rispetto al 2026 in alcuni casi. Ma come i progetti del piano da 191,5 miliardi, anche quelli che si alimenteranno con il Fondo avranno step e target e saranno "soggetti ad attento monitoraggio al pari di quelle del Pnrr".
L'impatto sull'economia: Pil +3% nel 2026
Il Recovery è lo strumento per rilanciare la crescita, a sua volta fondamentale per ridurre il debito già imponente e lievitato ancora con le spese per la pandemia. Il Governo ha inserito nel Recovery plan alcune stime: la crescita media del Pil nel 2022-2026 sarà di 1,4 punti più alta rispetto al 2015-2019. Nel 2026, quando il Recovery terminerà, il Pil sarà di tre punti percentuali rispetto a uno scenario base, cioè senza il piano.
Chi gestisce i soldi del Recovery? La governance ancora abbozzata. Il Tesoro "punto unico di contatto" con Bruxelles
Il monitoraggio e la rendicontazione dei soldi sono "incentrati" al ministero dell'Economia. Sarà il Tesoro guidato da Daniele Franco a monitorare e controllare l'avanzamento del Recovery plan e ad essere "il punto unico per le comunicazioni con la Commissione europea". Poi c'è l'attuazione: altro non sono che i soggetti che devono veicolare le risorse sul territorio.