Diranno che c’è la pandemia, che non ci si può incontrare per l’emergenza sanitaria che sta affliggendo l’Uruguay. Questa è una scusa seppur abbia un punto di partenza verissimo dovuto al coronavirus. Per il secondo anno consecutivo in Uruguay non ci sarà alcuna cerimonia per il 25 aprile: nessun evento virtuale, nessuna celebrazione della festa che ricorda la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Niente di niente.
In passato, finché è stato possibile, alla Casa degli Italiani di Montevideo (nella foto di qualche anno fa) venivano invitati i vecchi partigiani a raccontare la loro storia e a portare la testimonianza di quei drammatici avvenimenti. L’importanza della festa è calata notevolmente nel corso degli anni fino a finire nel dimenticatoio in questi ultimi tempi di italianità dimenticata e sfiduciata.
Certo oggi i problemi sono altri, la crisi economica provocata dalla pandemia sta avendo effetti devastanti e ci sono cose molto più importanti a cui pensare. Eppure una minima celebrazione virtuale del 25 aprile sarebbe stata opportuna, doverosa, anche alla luce dei tempi che stiamo vivendo. I rappresentanti della collettività italiana mantengono il silenzio più assoluto; discorso analogo per le istituzioni completamente assenti. Buon 25 aprile a tutti, buona festa della Liberazione.