di Lucio Fero
Migranti: 1900 sbarchi a Lampedusa contati dal sindaco dell’isola, una enormità. Migranti: troppi per Lampedusa, troppi per l’opinione pubblica, troppi per la politica e il governo. Le risposte abbozzate, declinate, annunciate e invocate a questo troppo sono tutte e tutte insieme davvero poco.
Il Piano Draghi - Lo annuncia come tale La Stampa e il piano prevederebbe: ricollocamenti, accordi bilaterali con i paesi di provenienza dei migranti, concreto aiuto da parte dei paesi della Ue. Cioè nulla o almeno nulla di diverso da ciò che si tenta ogni giorno, ogni stagione, ogni anno da anni. Ricollocamenti si possono fare in numero forzatamente limitato e solo dopo nulla osta del paese che si deve riprendere il migrante giunto in Italia.
Ricollocamenti nel paese di partenza costano due volte: il paese che riprende lo fa solo dopo aver ottenuto sostegno economico e organizzare charter aerei non è gratis. Accordi bilaterali trova spesso l’ostacolo insormontabile dello accordi con chi? In molti paesi di partenza dei migranti l’autorità politica è assente o inaffidabile. Quanto all’aiuto europeo, Francia e Germania si prenderanno migliaia migliaia di sbarcati in Italia con le elezioni che si avvicinano in entrambi i paesi? Il piano Draghi è pieno di nulla di nuovo, è la solita difficile routine possibile.
Meloni e il blocco navale - Giorgia Meloni un piano ce l’ha da tempo, lo chiama blocco navale. Blocco navale si fa con le navi militari che vanno a bloccare la navigazione in un tratto di mare. Il tratto di mare da bloccare, se è blocco anti migranti, non è fatto di acque territoriali italiane e neanche di acque internazionali, il blocco deve essere di acque libiche. Il blocco navale in acque altrui è atto di guerra. Se l’altro è inerme e disarmato si può sperare di fare un blocco navale senza sparare un colpo.
In Libia sono in molti ad essere tutt’altro che inermi e disarmati, compresi turchi e russi. Giorgia Meloni chiede dunque un atto di guerra, vuole la flotta italiana ad invadere e presidiare il mare davanti alla Libia. Vuole, suggerisce, reclama la guerra alla Libia e ai suoi alleati. Se si rende conto di ciò che proclama, più probabile sovrapponga propaganda alla percezione del reale.