Gente d'Italia

La Rai ha rinunciato al calcio: un duro colpo anche per gli italiani che vivono in Uruguay

 

 

 

 

Di Matteo Forciniti

Cresce l’indignazione dei tifosi italiani all’estero dopo la decisione di Rai Italia di rinunciare a trasmettere le partite di serie A dalla prossima stagione e chiudere il programma “La giostra del gol”. C’è tanta rabbia anche in Uruguay e non poteva essere altrimenti vista la grande popolarità di questo sport e il legame viscerale con l’Italia che rendono il nostro campionato sempre molto seguito.

La grande maggioranza degli appassionati (soprattutto i più giovani) segue la serie A sui canali satellitari come Espn anche se c’è una componente importante che continua a preferire la Rai in modo simbolico per ascoltare un po’ di italiano e sentirsi anche più vicini al Bel Paese, cosa che dalla prossima stagione sarà fortemente compromesso.

“Questa è l’ennesima decisione sbagliata nei confronti degli italiani nel mondo che saranno nuovamente penalizzati” dice amaramente José Mendez, consigliere del Comites di Montevideo di origine friulana. “Lo sport è parte integrante dell’italianità, nessuno riesce ad immaginare l’Italia senza ad esempio la serie A o il Giro d’Italia. Perché dalla prossima stagione noi dovremo rinunciare al diritto di informarci attraverso la nostra Rai? Oltre a rafforzare i legami, lo sport ha un alto valore culturale dato che può essere un modo eccellente per imparare la lingua”.

Insiste sugli aspetti culturali anche Cono Vallone della provincia di Salerno: “Lo sport in tutte le sue manifestazioni è cultura così come la musica e tante altre cose. Perdere il calcio dalla Rai sarà una grande perdita, un duro colpo verso quei milioni di italiani all’estero che lo seguono. Senza calcio allora possiamo chiudere definitivamente la Rai e possiamo rinunciare completamente alla nostra lingua”.

Cresciuto all’interno di una famiglia friulana a Paysandú, nel nord del paese, per Flavio Fuccaro la Rai rappresenta una sorta di continuità con il Guerin Sportivo, la rivista che da ragazzo gli mandavano i cugini dall’Italia. “Mio padre era della Juve, mio zio dell’Inter, io invece ho scelto l’Udinese per una questione di vicinanza alla nostra terra. Togliere il calcio dalla Rai per tutti noi sarà una perdita fortissima e farà anche danni molto gravi all’immagine dell’Italia nel mondo. Sinceramente, è una scelta che si fa fatica a comprendere”.

“Al di là delle ragioni economiche e dei diritti televisivi, nella Rai ci dovrebbe essere sempre posto per il calcio con uno spazio dove i tifosi dall’estero possano partecipare attivamente. Personalmente seguo le partite sempre con grande piacere, ascoltare le telecronache nella nostra lingua è davvero confortante” sostiene Roque Pascale, lucano e simpatizzante del Napoli.

“Al momento di vedere le partite in televisione controllo sempre se ci sono sulla Rai perché è la mia prima scelta” racconta Nicolas Nocito figlio di calabresi, tifoso della Juve e del Crotone. “Quando è possibile preferisco seguire la serie A sulla Rai dato che è un modo molto interessante per ascoltare la lingua. La scelta presa dalla Rai è un vero peccato, purtroppo dalla prossima stagione il calcio italiano avrà meno diffusione nel mondo”.

Exit mobile version