In futuro gli esseri umani potrebbero aggiungere dita robotiche extra alle mani e perfino avere arti robotici per potenziare quelli naturali: potrebbero essere 'trucchi' utili a soldati o chirurghi, cosi' come a operai e musicisti e per la prima volta un esperimento si preoccupa di capire come il cervello potrebbe percepire un corpo cosi' modificato. La ricerca, pubblicata sulla rivista Science Robotics e condotta dall'University College di Londra (Ucl), ha studiato per la prima volta gli effetti sul cervello dell'uso di un terzo pollice robotico.
E' emerso cosi' che il cervello riesce ad adattarsi con facilita' alla percezione e all'uso di un dito extra e che con la stessa facilita' i cambiamenti cerebrali dovuti all'integrazione di un dito 'extra' scompaiono una volta rimossa la protesi.L'integrazione di dita o arti extra potra' avere grande diffusione in futuro, anche nel campo biomedico, per esempio per aiutare chi e' stato colpito da un ictus. "Il settore della robotica dedicato all'aumento delle prestazioni umane con l'integrazione di nuovi arti, ad esempio con un terzo pollice, sta conoscendo in questi anni interessanti sviluppi", ha detto all'ANSA Antonio Frisoli, capo dell'area Interazione Uomo-Robot dell'Istituto di Intelligenza Meccanica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Esistono diversi prototipi, anche gia' in commercio, con presupposti tecnologici simili. "Lo scopo puo' essere di due tipi: uno per il recupero di funzionalita' , dopo un ictus si perdono spesso alcune capacita' di manipolazione quindi l'integrazione di un 'sesto dito' opponibile come il pollice puo' essere di grande aiuto; l'altro - ha aggiunto Frisoli - e' per l'aumento delle prestazioni. Si puo' andare da applicazioni piu' 'futili', come un chitarrista con 6 dita, a piu' utili, come un aiuto per la mano del chirurgo e per i lavori in fabbrica. Innegabile che uno dei percorsi su ci sono grandi investimenti e' quello per la creazione del 'soldato potenziato'". Il lavoro dei ricercatori britannici ha voluto analizzare gli effetti dell'uso di una di queste dita robotiche gia' usate da tempo sulla rappresentazione della mano che viene elaborata nella corteccia cerebrale. Il test ha visto la partecipazione di 20 volontari che hanno usato per diverse ore al giorno per cinque giorni un terzo pollice. Le osservazioni hanno evidenziato che il nuovo dito spingeva i partecipanti a modificare complessivamente i movimenti della mano. I volontari affermavano di percepirlo come un qualcosa di integrato e infine la Risonanza magnetica funzionale (fMRI) ha permesso di verificare che il nuovo dito aveva comportato una modifica nella rappresentazione della mano. Una settimana dopo l'esperimento e messo da parte il sesto dito robotico, e' stata ancora la Risonanza magnetica funzionale a evidenziare che i cambiamenti registrati in precedenza nel cervello erano stati solo temporanei.