Ennesimo ribaltone in casa 5Stelle. Dopo le scuse all'ex sindaco di Lodi, Simone Uggetti (Pd), da parte di Luigi Di Maio, un tempo accanito accusatore del primo cittadino lombardo (finito alla gogna, nel 2016, con l'accusa di turbativa d'asta e poi assolto in appello), ecco arrivare l'altolà del leader in pectore del Movimento, Giuseppe Conte, al quale proprio non è piaciuta l'attuale svolta garantista del ministro degli Esteri.
"Massimo rispetto per la dignità di ogni persona, ma sulla prescrizione il Movimento non cederà. Sui nostri principi non si tratta. Il M5S sta maturando ma resterà sempre intransigente su trasparenza e legalità” ha detto il professore pugliese.
Insomma: se l'ex vicepremier, con le scuse a Uggetti, ha tentato di alleggerire la vocazione "manettara" del Movimento, Conte ha fatto esattamente il contrario. Forse nel tentativo di rallentare la discesa del M5S, sempre più a picco nei sondaggi.
Insomma in casa 5Stelle accade tutto e il contrario di tutto. Di Maio apre, Conte chiude. E il Movimento si ritrova, disperatamente, nel caos più profondo, in crisi di identità, alla ricerca di una linea di condotta che, allo stato, appare tremendamente smarrita. Forse per sempre.