Ieri, 31 maggio, ricorreva la Giornata mondiale senza tabacco, indetta per la prima volta nel 1988 dall'Organizzazione mondiale della Sanità. L'impegno dell'anniversario è quello di sensibilizzare la popolazione sugli effetti che il fumo di sigaretta ha sulla salute di consumatori e non. Il tema della Giornata di quest'anno è stato l'aumento del numero di fumatori costretti a condizioni psicologiche destabilizzanti a causa della pandemia; l'OMS, infatti, intende supportare tutti i tabagisti che durante l'emergenza sanitaria hanno deciso di smettere di fumare.
In Italia il 10 gennaio 2005 entrava in vigore la legge Sirchia (dal nome del ministro della Salute che la propose), che vieta il fumo nei luoghi pubblici chiusi. Da allora ogni anno sono state aggiunte norme e regolamenti antifumo: sulle spiagge, nelle aree gioco dei parchi pubblici e all'esterno degli ospedali e degli aeroporti. Per sensibilizzare l'opinione pubblica negli anni sono nate piazze smoke free, come quella a Milano dove si trova la sede italiana di Google. Ma la più rivoluzionaria tra le norme di tutela alla salute e di lotta al tabagismo è stata l'introduzione a gennaio 2021 del divieto di fumo all'aperto, tranne che in luoghi isolati. Apripista di questa misura di salvaguardia della salute e dell'ambiente è Milano dove il sindaco Sala ha firmato l'ordinanza che trasforma il capoluogo lombardo nella prima capitale "no smoking" d'Italia. Nata come misura anti Covid per evitare assembramenti senza mascherina, è in realtà un provvedimento sperimentale che vuole tutelare la salute della collettività e ridurre le particelle inquinanti del fumo presenti nell'aria. Questa norma convertirà Milano in una città del tutto smoke free, presumibilmente entro il 2025. Per ora il divieto di accendersi una sigaretta è limitato ad alcuni punti nevralgici: in alcun aree del centro storico, nei pressi delle fermate dei mezzi pubblici, negli istituti scolastici, negli impianti sportivi e ricreativi, negli stadi, nei cimiteri e nei parchi. Ci sono poi realtà singole in cui è vietato fumare ovunque: nell'Università statale un severo regolamento vieta il fumo all'interno e anche nei cortili, sotto i porticati e in tutti gli spazi aperti delle sedi dell'ateneo. L'esempio di Milano dovrebbe trascinare anche altre città italiane per quanto riguarda il divieto di fumo negli spazi all'aperto. In questi mesi, infatti, si moltiplicano le ordinanze dei sindaci italiani; in attesa di una legge di tutela nazionale, restano in vigore i divieti sulle spiagge e nelle località balneari attente all'ambiente e alla salute dei bagnanti. A Bibione, in provincia di Venezia, dal 2014 il sindaco ha bandito il fumo sulla battigia aderendo al progetto "Respira il mare" che ha l'obiettivo di proteggere l'acqua, il suolo e le persone dal fumo passivo e dai mozziconi di sigaretta. Nella spiaggia di Lignano Sabbiadoro, in provincia di Udine, dal 2014 un regolamento comunale impone il divieto di fumare in presenza di neonati, bambini fino ai 12 anni e donne in stato di gravidanza, nonché di gettare a terra i mozziconi.
Dal 2019 sono aumentate le località che hanno bandito le sigarette in spiaggia: Lerici, Sanremo e Savona in Liguria; Ravenna e Rimini in Romagna; Pesaro, San Benedetto del Tronto e Sirolo nelle Marche, Alba Adriatica in Abruzzo; Anzio, Ladispoli, Latina e Ponza nel Lazio; Manduria e Porto Cesareo in Puglia; Olbia, Sassari e Stintino in Sardegna ; Capaci, Lampedusa e Linosa in Sicilia.
E all'estero? Numerosi Paesi hanno intrapreso già da tempo una serie di azioni volte a migliorare la qualità dell'aria vietando il fumo, a partire dai luoghi più affollati come le fermate degli autobus e i parchi gioco. Nei Paesi scandinavi, modelli di salvaguardia ambientale, il divieto di fumare nei parchi pubblici e in altri luoghi sensibili delle città è già in vigore da anni, come in Svezia dove dal 2019 è vietato fumare anche nei ristoranti all'aperto, oltre che in stazioni, fermate di bus e treni e nei parchi gioco. Ancor più virtuoso è il governo della Lettonia dove il fumo è vietato nelle scuole, nei parchi e negli spazi condivisi nei condomìni, nonché in presenza di bambini.
Altrettanto all'avanguardia con divieti sempre più serrati sono la Nuova Zelanda e l'Australia: qui, nello stato di Victoria, è vietato fumare da diversi anni in alcune aree delle spiagge che si affacciano sul mare e sui fiumi. A Tokyo e in alcune altre grandi città del Giappone è già vietato fumare per strada, ma in alcune vie laterali esistono piccole zone fumatori con posacenere e pannelli divisori. Paradossalmente il divieto non è in vigore in alcuni locali al chiuso. A New York il divieto di fumo è in vigore dal 2011 in parchi (compreso Central Park), stadi, piscine, piazze e spiagge come quella di Coney Island; non si fuma davanti alle scuole e alle strutture sanitarie. In California il divieto di fumo c'è anche negli alloggi delle case popolari, oltre che all'esterno degli ingressi dei palazzi. Non si fuma in molte spiagge dello Stato: a Malibu e a Santa Monica dal 2014 sono vietate anche le sigarette elettroniche. La Francia ha bandito il fumo dagli spazi chiusi dal 2008 e a Parigi quasi tutti i parchi pubblici sono smoke free. Dal 2012 anche le spiagge sono senza tabacco: la prima è stata plage du Centenaire a Nizza. Anche su numerose spiagge del Regno Unito c'è il divieto di fumo: il primo litorale a rispettare la regola è stato Barafundle Bay, lungo la costa del Galles.
Nel 2011 la legge antifumo è entrata in vigore anche in Spagna, dove alcune regioni come la Galizia e le Canarie hanno reso la vita dei tabagisti ancor più dura inserendo divieti anche in strada e nei luoghi pubblici. Nei Paesi Bassi, patria dei coffee shop, è vietato fumare in ristoranti, bar, caffè e nightclub ma i fumatori si possono accendere una sigaretta in aree delimitate. In Irlanda le leggi anti-tabacco sono molto severe: non si fuma nei luoghi di lavoro chiusi, ma anche nei club, bar e ristoranti; ma paradossalmente esistono ancora alcuni hotel e guesthouse che offrono camere per fumatori. Infine c'è da segnalare il Bhutan dove nel 2010 è stato introdotto il Tobacco Control Act, una legge che proibisce la coltivazione, la produzione e la vendita di tabacco e di derivati del tabacco in tutto il Paese. Fumare qui diventa un'impresa davvero impossibile.
In Italia il 10 gennaio 2005 entrava in vigore la legge Sirchia (dal nome del ministro della Salute che la propose), che vieta il fumo nei luoghi pubblici chiusi. Da allora ogni anno sono state aggiunte norme e regolamenti antifumo: sulle spiagge, nelle aree gioco dei parchi pubblici e all'esterno degli ospedali e degli aeroporti. Per sensibilizzare l'opinione pubblica negli anni sono nate piazze smoke free, come quella a Milano dove si trova la sede italiana di Google. Ma la più rivoluzionaria tra le norme di tutela alla salute e di lotta al tabagismo è stata l'introduzione a gennaio 2021 del divieto di fumo all'aperto, tranne che in luoghi isolati. Apripista di questa misura di salvaguardia della salute e dell'ambiente è Milano dove il sindaco Sala ha firmato l'ordinanza che trasforma il capoluogo lombardo nella prima capitale "no smoking" d'Italia. Nata come misura anti Covid per evitare assembramenti senza mascherina, è in realtà un provvedimento sperimentale che vuole tutelare la salute della collettività e ridurre le particelle inquinanti del fumo presenti nell'aria. Questa norma convertirà Milano in una città del tutto smoke free, presumibilmente entro il 2025. Per ora il divieto di accendersi una sigaretta è limitato ad alcuni punti nevralgici: in alcun aree del centro storico, nei pressi delle fermate dei mezzi pubblici, negli istituti scolastici, negli impianti sportivi e ricreativi, negli stadi, nei cimiteri e nei parchi. Ci sono poi realtà singole in cui è vietato fumare ovunque: nell'Università statale un severo regolamento vieta il fumo all'interno e anche nei cortili, sotto i porticati e in tutti gli spazi aperti delle sedi dell'ateneo. L'esempio di Milano dovrebbe trascinare anche altre città italiane per quanto riguarda il divieto di fumo negli spazi all'aperto. In questi mesi, infatti, si moltiplicano le ordinanze dei sindaci italiani; in attesa di una legge di tutela nazionale, restano in vigore i divieti sulle spiagge e nelle località balneari attente all'ambiente e alla salute dei bagnanti. A Bibione, in provincia di Venezia, dal 2014 il sindaco ha bandito il fumo sulla battigia aderendo al progetto "Respira il mare" che ha l'obiettivo di proteggere l'acqua, il suolo e le persone dal fumo passivo e dai mozziconi di sigaretta. Nella spiaggia di Lignano Sabbiadoro, in provincia di Udine, dal 2014 un regolamento comunale impone il divieto di fumare in presenza di neonati, bambini fino ai 12 anni e donne in stato di gravidanza, nonché di gettare a terra i mozziconi.
Dal 2019 sono aumentate le località che hanno bandito le sigarette in spiaggia: Lerici, Sanremo e Savona in Liguria; Ravenna e Rimini in Romagna; Pesaro, San Benedetto del Tronto e Sirolo nelle Marche, Alba Adriatica in Abruzzo; Anzio, Ladispoli, Latina e Ponza nel Lazio; Manduria e Porto Cesareo in Puglia; Olbia, Sassari e Stintino in Sardegna ; Capaci, Lampedusa e Linosa in Sicilia.
E all'estero? Numerosi Paesi hanno intrapreso già da tempo una serie di azioni volte a migliorare la qualità dell'aria vietando il fumo, a partire dai luoghi più affollati come le fermate degli autobus e i parchi gioco. Nei Paesi scandinavi, modelli di salvaguardia ambientale, il divieto di fumare nei parchi pubblici e in altri luoghi sensibili delle città è già in vigore da anni, come in Svezia dove dal 2019 è vietato fumare anche nei ristoranti all'aperto, oltre che in stazioni, fermate di bus e treni e nei parchi gioco. Ancor più virtuoso è il governo della Lettonia dove il fumo è vietato nelle scuole, nei parchi e negli spazi condivisi nei condomìni, nonché in presenza di bambini.
Altrettanto all'avanguardia con divieti sempre più serrati sono la Nuova Zelanda e l'Australia: qui, nello stato di Victoria, è vietato fumare da diversi anni in alcune aree delle spiagge che si affacciano sul mare e sui fiumi. A Tokyo e in alcune altre grandi città del Giappone è già vietato fumare per strada, ma in alcune vie laterali esistono piccole zone fumatori con posacenere e pannelli divisori. Paradossalmente il divieto non è in vigore in alcuni locali al chiuso. A New York il divieto di fumo è in vigore dal 2011 in parchi (compreso Central Park), stadi, piscine, piazze e spiagge come quella di Coney Island; non si fuma davanti alle scuole e alle strutture sanitarie. In California il divieto di fumo c'è anche negli alloggi delle case popolari, oltre che all'esterno degli ingressi dei palazzi. Non si fuma in molte spiagge dello Stato: a Malibu e a Santa Monica dal 2014 sono vietate anche le sigarette elettroniche. La Francia ha bandito il fumo dagli spazi chiusi dal 2008 e a Parigi quasi tutti i parchi pubblici sono smoke free. Dal 2012 anche le spiagge sono senza tabacco: la prima è stata plage du Centenaire a Nizza. Anche su numerose spiagge del Regno Unito c'è il divieto di fumo: il primo litorale a rispettare la regola è stato Barafundle Bay, lungo la costa del Galles.
Nel 2011 la legge antifumo è entrata in vigore anche in Spagna, dove alcune regioni come la Galizia e le Canarie hanno reso la vita dei tabagisti ancor più dura inserendo divieti anche in strada e nei luoghi pubblici. Nei Paesi Bassi, patria dei coffee shop, è vietato fumare in ristoranti, bar, caffè e nightclub ma i fumatori si possono accendere una sigaretta in aree delimitate. In Irlanda le leggi anti-tabacco sono molto severe: non si fuma nei luoghi di lavoro chiusi, ma anche nei club, bar e ristoranti; ma paradossalmente esistono ancora alcuni hotel e guesthouse che offrono camere per fumatori. Infine c'è da segnalare il Bhutan dove nel 2010 è stato introdotto il Tobacco Control Act, una legge che proibisce la coltivazione, la produzione e la vendita di tabacco e di derivati del tabacco in tutto il Paese. Fumare qui diventa un'impresa davvero impossibile.