Caro Direttore,
La Gente d'Italia è una corazzata capace di affrontare le avversità dettate dalle intemperie e dalle inosservanze normative, quali quelle scaturite dal mancato rinnovo nel palinsesto autunnale della Rai della trasmissione sportiva "La giostra del goal" trasmessa in chiaro dalla rete nazionale attraverso il suo canale rivolto agli italiani all'estero, residenti fuori dall'Europa.
Quanto questa decisione abbia prodotto nel mondo degli italiani all'estero è stato narrato minuziosamente nelle ultime settimane dal Suo quotidiano, che ha pubblicato le disparate esternazioni dei singoli cittadini, vistosi defraudati della trasmissione più popolare. A loro si sono aggiunti gli interventi di rappresentanti istituzionali e commentatori e tra loro anche le osservazioni avanzate dal Consiglio Generale degli italiani all'estero, che stigmatizza il mancato rinnovo dei diritti televisivi sportivi come inadempienza legislativa dei responsabili della Rai.
La linea rossa tirata dalla Rai sulla trasmissione sportiva è indicativa di una geometria del disastro, perché lascia aperta la traiettoria di un cerchio che non si chiude senza un'adeguata compensazione e un'offerta alternativa. Il Suo giornale ha rivelato i numeri legati alla trasmissione sportiva "La giostra del Goal", gli interessi culturali e finanziari che quel programma ha generato negli anni e i rischi che sicuramente si verificheranno sugli abbonamenti al canale televisivo Rai Italia. Si tratta in concreto di errori e di omissis, che hanno prodotti un dolo agli interessi del servizio pubblico. La mancanza di introiti si ripercuote anche sui contributi indiretti che il governo garantisce in minima parte alla stampa per gli italiani all'estero.
Il cerchio che non si chiude rappresenta l'effetto che nel sistema giuridico italiano queste distrazioni non siano punite e quando questi esiti documentali saranno acclarati, non saranno perseguiti perché, ahinoi, questa è diventata la modalità in uso nel nostro paese. In questo baillame legislativo a rimetterci sono sempre gli indifesi, nella fattispecie gli italiani all'estero, che per ragioni sentimentali e passione continuano a pagare il canone televisivo. E' auspicabile che l'iniziativa assunta dal Suo giornale produca gli effetti desiderati da chi in queste settimane si è messo a remare energicamente per far avanzare la corazzata verso lidi sicuri anche per ribadire che quella nave non è abitata da figli di un Dio minore, ma da cittadini italiani che alle telecomunicazioni continuano a vivere e vedere nel proprio paese una ragione di speranza e di ottimismo.
Le discutibili professionalità che in questi ultimi anni hanno diretto la Rai dimostrano l'urgenza di un cambio di rotta nella scelta dei manager, i quali proprio per gli errori prodotti confermano che la spartizione politica delle aziende di stato deve essere superata e abiurata come pratica per le assunzioni di compiti di tale rilevanza. La meritocrazia non è né un termine astratto, né una parola straniera.
Nel mercato delle telecomunicazioni ci sono soggetti svegli, capaci e intraprendenti che non aspettano altro per acquistare quote, programmi e credibilità, cosa che purtroppo la Rai ha perso proprio con la chiusura del programma "La giostra del Goal". Gli italiani all'estero meritano molto e molto di meglio dalla Rai e questa è la sfida che bisognerà perseguire per renderla attrattiva e credibile come azienda di stato alla quale è affidato il servizio pubblico.
*Michele Schiavone
Segretario Generale CGIE