di Ilaria Betti
"Sono orgogliosa di essere tornata nella mia terra d'origine dopo i miei studi, è una terra vergine su cui c'è ancora tanto da fare. Io ho creduto nell'isola fin da piccola e continuo ad andare in giro per il mondo a parlare di Marettimo". Maria Torrente, 40 anni, marettimara fuori e dentro, è convinta che saranno proprio i local, gli abitanti del luogo, a rilanciare il turismo dei piccoli borghi e delle piccole isole. Un po' come ha fatto lei: dopo gli studi allo Iulm di Milano è tornata a Marettimo, gioiellino delle isole Egadi, dove ha convinto i pescatori a rimodernare le vecchie case, trasformandole in strutture d'accoglienza per i turisti. "Alla fine se torni in un luogo è grazie alle persone che in quel luogo ci vivono e ci lavorano, le stesse che hanno saputo accoglierti, trascinarti nella vita isolana. Niente è affascinante come un local che ti racconta con passione del suo paese e ti convince a visitarlo e a innamorartene".
Secondo un report di SVIMEZ, Associazione per lo Sviluppo Industriale del Mezzogiorno, tra le 80mila e le 100mila persone sono tornate nelle terre d'origine durante il periodo del Covid. Il perché lo spiega bene un articolo di Bloomberg, intitolato "Rural Italy had a Pandemic Renaissance": durante la pandemia giovani adulti espatriati al nord o all'estero sarebbero stati incentivati a tornare nelle zone rurali, interne e del Sud Italia, spinti dal desiderio di sfuggire alla claustrofobia dei lockdown in città, trovare spazi aperti e una qualità della vita migliore (ad un minor prezzo). Conseguenza del ripopolamento è un rinascimento di queste zone, una comunità che ricuce i suoi legami e viene proiettata nel ventunesimo secolo, potenziando l'accoglienza, la rete wifi e ospitando smart workers. I local, con il loro "guizzo", l'esperienza e il bagaglio che portano da fuori, contribuiscono a migliorare, riscoprire e far riscoprire le potenzialità del loro luogo di origine.
Maria Torrente, oggi proprietaria del B&B "Le Conchiglie", cresciuta tra i vicoli dell'isola e tra i tavolini del ristorante dei nonni, sa bene quanto i local possano dare una marcia in più al turismo. "Ho fatto le scuole a Trapani e tornavo a Marettimo d'estate, ma a 15-16 anni già lavoravo sull'isola. Insieme ad un altro ragazzo ci occupavamo dei tour dei turisti. Poi abbiamo aperto una società. Facevamo promozione dell'isola e gestivamo le case dei pescatori come un albergo diffuso. Gli davamo consigli su come ristrutturarle, renderle al meglio secondo un concetto di ospitalità adattato ai tempi contemporanei. Poi ho iniziato ad occuparmi dei matrimoni di chi veniva da fuori". Nell'ottica di attrarre più turisti, sono stati motivati i pescatori stessi e i loro figli a organizzare gite in barca, visite agli apiari locali, il trekking sino al castello panoramico. È stata stimolata la proposta culinaria incentrata sul pesce fresco, e favorito l'allestimento di spazi all'aperto in cui la vista possa spaziare sulle altre isole Egadi.
"Fin da piccola ho investito sull'isola, partecipavo a fiere ed eventi a Milano e ovunque per parlare di Marettimo, per farla conoscere e ancora oggi lo faccio. la gente quando mi sente parlare è affascinata, vuole venire a vederla. Non c'è niente di più potente di questo, della parola di chi quel luogo lo conosce bene", ci racconta. Promuovere Marettimo non è così facile: l'isola è la più lontana delle Egadi ed è di certo meno conosciuta rispetto a Favignana. Non ha neanche una vera spiaggia. "Chi sceglie Marettimo la sceglie perché ha studiato l'isola, perché è alla ricerca di qualcosa di particolare. Qui ti stacchi da tutto, ti dimentichi del tempo, i punti estremi del paesino si raggiungono in dieci minuti a piedi. Qui non c'è solo il turismo balneare, ma c'è anche quello archeologico, subacqueo. Certamente è un turismo di nicchia. Marettimo non è un'isola che può andare bene a tutti, è per pochi".
Secondo Maria Torrente, sull'isola "c'è sempre stato tutto quello che la natura di bello potesse dare, a cominciare da un mare dai fondali trasparenti, pulitissimi, ricco di tantissime variegate specie", l'unica cosa che mancava era forse un po' di attenzione verso i dettagli. E di questo lei si occupa da anni, con certosina pazienza. "Sono orgogliosa di essere tornata, per me non c'è niente di più bello di mettere a disposizione il mio sapere e di lavorare e vivere in costume e ciabatte in un posto meraviglioso. Ma questa bellezza sarebbe sprecata se non fosse condivisa e fatta conoscere agli altri. È questo il mio impegno".
Marettimo è la più selvaggia ed incontaminata delle Egadi.
Grazie alla sua lontananza, alla natura impervia della montagna e allo scarso impatto dell'uomo sull'ambiente, essa conserva un patrimonio vegetativo e faunistico molto prezioso, dove sono riuscite a vivere specie rare pressochè uniche del Mediterraneo. Questa sua ricchezza ne fa una meta imperdibile per tutti gli amanti della natura e del trekking grazie ai sentieri realizzati dalla forestale. Marettimo è ricchissima di grotte, sia emerse che sommerse e ne conta circa 400, visitabili in un periplo dell'isola. Le grotte marine sono il suo fiore all'occhiello, veri e propri capolavori creati dalle sapienti mani di una natura che le ha scolpite per secoli, come ad esempio la Grotta del Tuono o del Presepe, famosa per le sue stalattiti e stalagmiti, o la Grotta del Cammello.
Non mancano poi piccole e meravigliose baie di ciottoli raggiungibili in barca. L'isola presenta poche spiagge raggiungibili da terra proprio per via della sua conformazione geomorfologica, fra queste si possono citare la bellissima Cala Bianca con la piccola e suggestiva conca e la stupenda spiaggia di sassi situata alle pendici del promontorio di Punta Troia. Anche Marettimo offre splendide esperienze per gli appassionati della subacquea, come ad esempio l'immersione fuori dalla costa ove si trova il relitto di un mercantile, l'immersione in grotta su fondale di 30 m., l'immersione alla Secca del Cammello e tante altre dove è possibile godere della bellezza di acque incontaminate e cristalline e ammirare la flora e la fauna marina.