TORONTO. Il Canada, nazione all'avanguardia nella lotta contro le ingiustizie sociali di qualsiasi tipo, e' praticamente cresciuto come Paese permettendo un incredibile, terribile, inumano "genocidio culturale".
Il Genocidio culturale, come scrive Wilkipidia, è la distruzione deliberata dell'eredità culturale di una popolazione o di una nazione per ragioni politiche, militari, religiose, ideologiche, etniche o razziali.
Nel 1883 il primo Primo Ministro del Canada, John MacDonald, spiego' in Parlamento perche' fosse importante che i bimbi Indiani fossero separati dalle loro famiglie, se necessario con la forza.
"Quando la scuola e' sulla riserva, il ragazzo vive coi genitori che sono "savages" selvaggi...Il bambino in questione sara' dunque un selvaggio che sa leggere e scrivere" le parole di MacDonald pronunciate nel Parlamento.
"I bambini indiani vanno sottratti all'influenza dei genitori ed il solo modo di fare cio' e' di farli crescere in apposite scuole e istituti (Indian Residential School) dove apprenderanno gli usi, i costumi ed il modo di pensare degli uomini bianchi".
Con queste frasi quel primo ministro, passato alla storia per presentarsi ubriaco in Parlamento, creo' i presupposti per il genocidio culturare che andra' avanti per oltre mezzo secolo.
Nacquero cosi' le cosiddette Indian Residential School fondate dal governo canadese e gestite al 70% dalla Chiesa cattolica, nelle quali si sospetta siano morti almeno cinquemila biambini poi sepolti in fosse comuni senza alcun contrassegno.
La piu' grande di queste scuole, Kamloops Indian Residential School della British Columbia, poteva ospitare fino a 500 ragazzi.
La raccapricciante scoperta dei resti di 215 nei terreni di questa scuola ha documentato i sospetti che i nativi canadesi manifestavano da decenni.
Molti dei corpi ritrovati nella fossa comune appartengono a bambini di appena 3 anni. La scuola di Kamloops iniziò l'attività alla fine del XIX secolo sotto la gestione della Chiesa cattolica, passando poi sotto il controllo del governo nella seconda metà degli anni Sessanta e chiudendo definitivamente i battenti nel 1978.
Da allora, i sopravvissuti appartenenti alla comunità nativa Tk'emlúps te Secwépemc' hanno sempre chiesto che venisse fatta luce su quegli anni di violenze e abusi. I bambini, come ricostruito negli anni, erano spesso oggetto di abusi sessuali e fisici, ed erano privati delle cure mediche adeguate.
In tutto sono almeno 150 mila i bambini che hanno frequentato queste scuole durante gli anni del cultural genocide contro gli indigeni, come definito da uno storico rapporto del 2015 pubblicato dalla Commissione per la Verità e la Riconciliazione canadese (Trc).
I corpi dei 215 bambini sono una «perdita indicibile di cui si è parlato per anni ma che non era mai stata documentata», ha detto la presidente della comunità Tk'emlúps te Secwépemc, Rosanne Casimir.
«Il mio cuore è sprofondato», ha commentato un ex studente di quella scuola, Harvey McLeod, in un'intervista alla Cnn.
«È stato così doloroso capire che alla fine quello che pensavamo fosse accaduto veramente».
Ora le indagini proseguiranno in collaborazione con l'ufficio del coroner della British Columbia, così da capire cause e tempi dei decessi.
Il governo ha garantito che i resti verranno salvaguardati e identificati, pur «non avendo documenti».
Le varie comunita' Indigene del Canada hanno intanto chiesto che il governo di Ottawa finanzi le ricerche in tutto il Paese per individuare eventuali fosse comuni nei pressi delle altre scuole dove erano rinchiusi bimbi indigeni.
Un operatore del radar GPR (Ground Penetrating Radar) presente alla scopeta della fossa comune ha commentato: "Incredibilmente scioccante. Le suore di questa scuola erano come quelle dell'asilo che ho frequentato da ragazzo. Pensare che queste religiose potessero commettere, o quantomeno coprire gli sabusi, mi fa venire la pelle d'oca".
Nel 2018 Papa Francesco dichiarò di non essere intenzionato a chiedere scusa a nome della Chiesa per gli abusi legati alle scuole in Canada, nonostante le richieste delle comunità indigene e l'invito formale – nel 2017 – del premier canadese Justin Trudeau.
Il primo ministro canadese ha scritto su Twitter: "La notizia che i resti sono stati trovati nell'ex scuola residenziale di Kamloops mi spezza il cuore, è un doloroso ricordo di quel capitolo oscuro e vergognoso della storia del nostro paese. Penso a tutti coloro che sono stati colpiti da questa angosciante notizia. Siamo qui per voi".
di Nick Sparano
*Nella foto, ragazzi indiani posano con le suore davanti alle famigerate Residential School.