“La comunità nazionale, che intraprende il delicato percorso verso il definitivo superamento del periodo emergenziale, celebra quest'anno la ricorrenza del 2 giugno nel segno dell'impegno collettivo per il rilancio del Paese e della ricerca di nuove prospettive di sviluppo e modernizzazione”. Oggi, in Italia e per tutti i connazionali, è una giornata particolare. Già, perché è la 75esima festa della Repubblica. E ieri il capo dello Stato Sergio Mattarella ha paragonato quel 1946 al periodo odierno che deve essere visto come una nuova rinascita: “La nascita della Repubblica Italiana, nel 1946, segnava anch'essa un nuovo inizio: la edificazione di una casa comune, basata sulla libera sottoscrizione di un patto di cittadinanza da parte dei cittadini e, per la prima volta, delle cittadine”.
La più alta carica dello Stato ha poi ricordato di come è necessario che ci sia il contributo di tutti affinché ci sia una nuova ripartenza, compresa l’Unione europea: “La terribile esperienza della pandemia e dei suoi effetti – ha detto ieri - ha reso evidente la profonda interdipendenza dei destini dei nostri popoli: soltanto efficaci forme di coordinamento si sono dimostrate utili per contrastarla e sconfiggerla. Il Paese è ora di fronte a opportunità di ampio respiro, grazie anche alle pianificazioni e agli investimenti a livello europeo”.
Poi un ringraziamento: “La mia gratitudine va a ciascun cittadino che, con il proprio senso civico e il rispetto delle regole, ha dato il suo personale contributo alla lotta contro il virus. Il mio pensiero, in particolare, è per gli anziani e i giovani, radici e futuro della Nazione, che hanno subito in modo rilevante, nei propri percorsi di vita, l'impatto della crisi. Nella Festa della Repubblica, il nostro commosso omaggio va a coloro che, ancora in molti, sono stati colpiti dal contagio e hanno perso la vita, con un carico di sofferenza che appartiene a tutta la collettività”.